Addio alla giornalista e scrittrice Adele Cambria

Adele CambriaSi è spenta ieri a Roma, all’età di 84 anni, la giornalista e scrittrice Adele Cambria, una delle voci più importanti del giornalismo femminile in Italia. Nata e cresciuta a Reggio Calabria, dopo la laurea in Giurisprudenza, si trasferì nel 1956 a Roma dove intraprese subito una intensa carriera in noti giornali e periodici: Il Mondo, Paese Sera, Il Giorno, La Stampa, Il Messaggero, L’Espresso, L’Europeo, l’Unità.

Tra le prime animatrici del movimento femminile in Italia, sempre attiva nelle battaglie per la libertà e l’indipendenza delle donne, è stata fondatrice della storica rivista EFFE, prima rivista del movimento.

Amica di Moravia, Morante, Pasolini – per il quale ha recitato in Accattone e Teorema, partecipando con Camilla Cederna e Oriana Fallaci anche a Comizi d’amore – , è stata una figura di primo piano della cultura italiana. Scrittrice di narrativa e teatro, è stata anche tra le fondatrici del Teatro “La Maddalena” di Roma. Ha collaborato inoltre con la Rai, come autrice di trasmissioni sull’immagine delle donne e sul Meridione d’Italia.

Una voce libera, una giornalista ribelle, sempre coerente con le sue idee, tanto da collezionare ben nove dimissioni da importanti testate e un processo per apologia di reato, in qualità di direttore responsabile del giornale “Lotta continua”.

La prima redazione di EFFE
La prima redazione di EFFE

Una passione innata per il giornalismo e la scrittura, che racconta così “Io non conoscevo nessuno, non appartenevo a nessuno, avevo soltanto voglia di aggredire le cose, sventrarle e dirle, scriverle, anzi”. La collega e amica Annarosa Macrì – nell’articolo pubblicato oggi da Il Quotidiano del Sud – la ricorda con queste parole, “Prima mito, per me, poi cattiva ragazza, nel senso di irregolare, anticonformista, femminista, ma esemplare, nel senso che è stata un esempio per tutti di giornalista intransigente, libera, ribelle”, e ne cita il semplice e pregnante testamento professionale: “Vado a vedere con i miei occhi – diceva Adele -. È questa la mia linea di comportamento in oltre 50 anni di giornalismo. Anche nel corso di questi ultimi anni della professione ho continuato a trottare, persuasa che nulla può dare al lettore la testimonianza genuina di un fatto, l’odore del fatto, se il giornalista non l’incarna a partire dalla sua stessa presenza totale nei luoghi in cui qualcosa succede”.

 

 

Di seguito il ricordo del Prof. Tonino Perna, intellettuale e amico di Adele Cambria.

Adele Cambria è stata una grande giornalista e scrittrice calabrese, che è rimasta sempre legata a questa terra a differenza di altri intellettuali che sono fuggiti dalla Calabria e ne parlano solo con disprezzo.

L’ho conosciuta durante i “fatti di Reggio” nell’estate del 1970, inviata dall’Espresso, allora un settimanale molto seguito nel nostro paese. Da allora l’ho incontrata quasi ogni anno quando veniva a passare le vacanze nella sua Catona, in quella casa baciata dagli eucalipti giganti che facevano filtrare spezzoni di immagini dello Stretto. Adele Cambria è stata la dimostrazione di come si possa essere glocal, vivere in una sfera globale senza dimenticare le proprie radici, impegnandosi con i propri mezzi per il riscatto di una terra martoriata.

Ci mancherà la sua ironia dolce ed amara come una pietanza giapponese, i suoi occhi di acquamarina che riflettevano i colori del nostro mare nelle lunghe giornate di sole, il suo girare in largo e lungo nella nostra regione alla ricerca di storie da raccontare, di un’altra Calabria da far conoscere al resto del nostro paese, la sua leggerezza e forza con cui ha affrontato l’età che avanzava. Certo, Adele è stata ben altro – leader del nascente movimento femminista, penna raffinata ed apprezzata a livello nazionale, generosa madrina di movimenti di lotta e tante altre cose – ma io la voglio ricordare come una grande amica che ha dato tanto alla nostra terra, sempre con gioia e senza rimpianti.