Bivongi, la “Terrasanta” del monachesimo ortodosso in Calabria

Schermata 2016-02-03 alle 11.46.47La Calabria che non ti aspetti, verrebbe da dire di fronte al Sacro Monastero di San Giovanni Theristis di Bivongi (Reggio Calabria). Oppure, abituati alla miscellanea di vestigia e sedimenti culturali appartenenti ad un sovrappiù di culture che hanno segnato la storia millenaria della regione, anche questo cenobio monastico potrebbe risultare “normale” nel panorama artistico e religioso calabrese. In realtà, siamo in presenza di un luogo di culto molto particolare, che testimonia di quanto antiche siano in Calabria le relazioni, ed i rapporti di buon vicinato, tra mondi e culture diverse.

Adagiato sul lato destro della vallata dello Stilaro (Vallata bizantina dello Stilaro), su un pianoro ai piedi del Monte Consolino, poco distante dal centro abitato, il monastero, con la sua  struttura in stile bizantino ed il Katholikon risalente all’XI secolo, costituisce uno dei luoghi spirituali più importanti del culto greco-ortodosso in Italia. La sua fondazione, al culmine della fioritura del monachesimo bizantino, si deve ai monaci greci del Monte Athos, al tempo in cui la Calabria rientrava ecclesiasticamente sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.

La Basilica è dedicata a San Giovanni Theristis (Il Mietitore), monaco che giunse in questi luoghi da Palermo nel IX secolo, guadagnandosi presto un’aura di santità. La sua architettura restituisce motivi sia normanni che bizantini. I primi sono evidenti nei pilastri angolari collegati dai quattro archi che sorreggono la cupola. I secondi, invece, si  percepiscono nei muri perimetrali esterni, fatti di pietra concia e cotto. Anche le lesene esterne dell’abside, che formano archi ogivali, rappresentano elementi architettonici di ispirazione araba riportati in chiese bizantine. La cupola, infine, poggia su una base cubica che, all’altezza delle quattro finestrelle, diventa ottagonale.

Nei secoli, tra alti momenti di fulgore e periodi di declino, dovuto anche alla latinizzazione del culto, l’area monastica, che tra il XVI e il XVII secolo costituì il più importante cenobio basiliano in Calabria, è stata sempre un luogo importante di spiritualità e di studio, fino a quando non sarà definitivamente risucchiata dall’oblio e compromessa dalle conseguenze dell’incuria, a partire dalla fine del ’600.

Dopo lunghi anni di abbandono, i riflettori sul Sacro Monastero di San Giovanni Theristis si accenderanno di nuovo alla fine degli anni settanta, quando si procedette al suo restauro, riaprendone nuovamente le porte al culto ortodosso, anche grazie al ritorno dei monaci greci del Monte Athos che vi rimarranno fino agli inizi degli anni duemila. Ora il Monastero (Mănăstirea Sfântul Ioan Secerătorul) ricade sotto la giurisdizione della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia.


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