Il fermento artistico di Davide Beatino, poliedrico musicista reggino e bassista di Samuele Bersani

yescalabria_davide_beatino_03Per affermarsi nella musica, cosa può fare la differenza? L’abbiamo chiesto a Davide Beatino, poliedrico musicista reggino (oltre al basso suona la chitarra e il pianoforte), compositore e produttore di musica, conosciuto per essere da anni il bassista del cantautore Samuele Bersani, per il quale ha prodotto diversi arrangiamenti e musiche. E che definisce “il suo migliore amico”. Un curriculum di tutto rispetto – ha suonato per Stefano Rosso, Fiordaliso, Marina Rei, Amedeo Minghi, Mariella Nava e ha fatto parte dell’orchestra di musica leggera della Rai diretta dal maestro Pippo Caruso nel programma Novecento condotto da Pippo Baudo – e una carriera che molti ragazzi sognano, ma che spesso finiscono per riporre nel cassetto dei desideri.

Non esiste una ricetta per diventare qualcuno, ma sicuramente, oltre al talento, il territorio dove vivi può fare la differenza. Un contesto che  accoglie i giovani musicisti, li aiuta e li sostiene mettendo a loro disposizione uno spazio dove suonare e sperimentare, sicuramente ti prepara a cogliere l’opportunità della tua vita”. “Certo – continua con massima onestà – ci vuole preparazione e capacità di sfruttare il momento”.  È stato questo il “la” che ha dato inizio a una chiacchierata durata più di un’ora e mezza alla scoperta della “persona” oltre che dell’artista. Davide ha un diploma di maturità classica, una laurea in musica conseguita al DAMS dell’Università della Calabria, una laurea specialistica in didattica della musica presso l’Università di Bologna con tanto di lode e una dedizione per la didattica, la formazione dei giovani, i libri, la scrittura. Una mente aperta e la voglia di esplorare, elaborare e riflettere che Davide riconosce come bagaglio dell’educazione classica. “La curiosità, i viaggi, le letture, sono queste le cose che muovono il sapere. Sono il fermento di una collettività e di un territorio”, le vere spinte propulsive che dobbiamo cogliere nella globalizzazione per non rimanere provinciali. Un fermento che può indurre un ragazzo come Davide ad avvicinarsi alla musica da autodidatta e trasformarla in professione. Questa la sua storia.

Ho iniziato a suonare a 9 anni, da autodidatta; suonavo in parrocchia, e a 14 anni ho inciso il primo disco con i Coralis 104.  Un gruppo musicale formato da ragazzi molto più grandi di me. 104 è il numero civico della casa in cui provavamo, messa a disposizione da Gernaldo Conti, l’allora sacerdote della comunità di Santo Stefano – Fondo Versace, che per noi ragazzi ha rappresentato un punto di riferimento. Avevamo strumenti gratuiti e uno spazio tutto nostro. È lì che ho cominciato a pensare che la musica potesse essere la mia vita. Ho realizzato quello che ho sempre saputo: sono nato per essere musicista”.  yescalabria_davide_beatino_04

Uno spazio dove i giovani possono provare in gruppo? Anche la tua scuola, “Il Modern College of Music” offre un’opportunità del genere, giusto?

Sì, la scuola che ho fondato è il motivo, oltre alla mia famiglia, che mi tiene legato qui! Non ho fatto il conservatorio e sinceramente non credo nella musica formalizzata. La mia scuola ricalca lo spirito libero della didattica, tutto declinato in chiave moderna. Diamo ai ragazzi la possibilità di esprimersi e di imparare divertendosi, ma soprattutto diamo loro uno spazio di aggregazione. I nostri laboratori sono proprio questo: l’occasione concreta per suonare in un gruppo”. Fino ad oggi  la scuola ha avuto 1200 iscritti e tra questi anche giovani con disabilità sia psico-comportamentale che fisica e ragazzi a rischio. Di questi ultimi ci prendiamo cura gratuitamente. Purtroppo, lo spazio non è grande né è adeguato per garantire l’accessibilità ai disabili. Per questo abbiamo chiesto più volte negli anni, alle amministrazioni che si sono succedute, un bene comunale, magari confiscato alla mafia, per poter dare un’opportunità in più ai ragazzi con difficoltà. Abbiamo proposto pure uno scambio. Un luogo, appunto, per un servizio: 25 borse di studio da dedicare ai ragazzi con criticità. Non abbiamo inventato nulla di nuovo! È una soluzione adottata già in moltissime città europee, che offrono la possibilità ai giovani di crescere nella musica e, magari, di essere notati … Gli spazi ci sono anche qui: per noi andrebbe benissimo l’Ex Biblioteca Zanotti Bianco, attualmente in disuso”.

Dobbiamo capire  – continua preso dal trasporto dell’argomento – che i ragazzi sono il nostro fermento artistico! Quando il fermento è gestito in modo privato diventa business, accesso a chi ha i soldi. La musica, invece, è scuola di vita e per questo deve essere accessibile, libera e va incentivata e incoraggiata come arte.

Io oggi sono conosciuto nella comunità dei musicisti italiani, ma per arrivare a questo, dopo il diploma ho dovuto scegliere di andare via. Ho girato l’Europa per poi approdare a Roma. Qui ho avuto la possibilità di suonare con musicisti di talento.  Dopo Marina Rei, ho collaborato per anni con Mariella Nava, partecipando a 8 suoi tour e a 3 dischi. Conclusa l’esperienza in Rai, nel 2004, mi sono trasferito a Bologna, dove ho incontrato Bersani e Lucio Dalla. Oggi sono nel giro del cantautorato bolognese, ma per arrivare a questo ho dovuto trasferirmi. Il trampolino di lancio ha una passerella molto lunga se si parte da qui!”

La scuola è quindi il tuo regalo alla città di Reggio!

Ho ritenuto giusto che i ragazzi reggini potessero avere l’opportunità che ho avuto io!  Non basta saper suonare uno strumento. Per essere musicisti occorre avere una preparazione trasversale, dei valori  da comunicare, un gruppo con cui condividere. La mia scuola è una fucina, la cantina che tutti i ragazzi dovrebbero avere. La musica è studio, scambio, pensiero. Ti permette di vivere delle esperienze e quelle esperienze si trasformano in parole o melodie. Basta guardare i testi di Bersani: sono profondi, inediti …pura poesia. Bersani saccheggia il vocabolario umano, è il miglior visionario che abbiamo: utilizza immagini e metafore che rendono perfettamente lo stato d’animo”.

Tornando a te, musicista, c’è una frase nel tuo percorso professionale che ti ha segnato?

– sorride – durante l’esperienza con l’orchestra Rai. Mi avevano appena portato un pezzo degli anni Cinquanta e ho cominciato a sbuffare. Il mio maestro, Pippo Caruso, se n’è accorto e mi ha detto “Ricordati! Non sempre suonerai ciò che ti piace, ma cerca di farti piacere ciò che devi suonare”. Mi ha fatto capire cosa significa la professione di musicista, mi ha disciplinato!”

La parola disciplina ha dato un nuovo slancio alla nostra conversazione in cui abbiamo parlato di scuola, cultura, educazione e formazione: perché la scuola forma, la famiglia educa e la musica è l’arte che permette di esprimere i valori che hai dentro.

La ricetta per diventare qualcuno in campo musicale non esiste, ma qualche segreto Davide l’ha svelato: come Sting, l’artista che ammira perché vive di musica, ma non solo di questa, la dimensione umana, la vivacità culturale possono fare la differenza: “tutto ciò che si avvicina alla dimensione umana mi colpisce: la musica è parte di questa, ma necessita di un continuo contatto con la realtà per arricchirsi”. Questo il suo fermento!

Speriamo che Davide Beatino possa continuare a coltivare il fermento artistico nella città di Reggio Calabria- suo l’appello alle istituzioni che lo aiutino a trovare un luogo centrale e accessibile – e realizzare il sogno di uno spazio musicale per i giovani. Per chi volesse avere maggiori informazioni sulla scuola, questo il sito web http://www.moderncollegeofmusic.com/

Intanto, vi ricordiamo che a febbraio Davide sarà impegnato nel nuovo tour di Samuele Bersani!