Il Parco Nazionale della Sila e i suoi tesori archeologici sul National Geographic

Il Parco Nazionale della Sila, già nel pieno della sua candidatura a Sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è questo mese anche sul National Geographic.
Il giornalista / fotografo, nonché Guida Ufficiale del Parco, Giuseppe Intrieri ha infatti seguito da vicino la straordinaria vicenda che ha visto la Soprintendenza ritrovare, sulle sponde del lago Cecita – uno bacino al momento artificiale, ma ricreato nello stesso sito di un paleolago – una moltitudine di tesori archeologici e paleontologici, ognuno dei quali avrebbe meritato una ‘copertina’ a sé stante: un tempio magno-greco dedicato ad una, per ora imprecisata, divinità femminile; una officina per la produzione di armi longobarda e delle spade di tipo scramasax in vari stadi di lavorazione; una strada romana ancora in eccellente stato; i resti di un elefante preistorico.
Le ossa fossili dell’Elephas antiquus in particolare, una specie che ha popolato l’Europa da circa 800,000 fino a 40,000 anni fa, gettano potenzialmente nuova luce anche sui famosi megaliti, i cosiddetti “Giganti di pietra”, di Campana, che vari studiosi ora tendono a reinterpretare non più come formazioni geologiche, ma come manufatti scultorei di una notevolissima antichità.
La Sila e il suo Parco si rivelano insomma ancora una volta piene di sorprese oltre che importanti non solo dal punto di vista naturalistico. Un patrimonio unico a livello mondiale che siamo certi meriti una protezione altrettanto unica come quella dell’UNESCO.