Va in scena a Rossano Il Monaco di Sarrapuno, tra tradizione popolare e etica solidale

yescalabria_Il-Monaco-di-Sarrapuno_1-minIl monaco di Sarrapuno”, la novella della tradizione popolare rossanese, per la prima volta in scena al cinema teatro San Marco di Rossano, in provincia di Cosenza.

Il debutto della commedia in vernacolo, diretta dalla regista Franca Lucisano e presentata dall’Associazione Culturale Nuova Roscianum, è previsto domani alle 21.00.

 

Tanti i motivi per accorrere allo spettacolo. Il primo e più importante è di natura sociale: l’ingresso è a offerta libera e il ricavato sarà interamente devoluto al progetto “Io Resto” per finanziare borse di studio per gli alunni delle scuole superiori rossanesi che intendono iscriversi all’Università, ma si trovano in difficoltà economica. L’associazione Nuova Roscianum nasce, infatti, con uno spirito amatoriale e un fine solidale: si tratta di un gruppo di amici e professionisti affermati che hanno trovato nel teatro il canale per realizzare il loro progetto più grande, aiutare gli altri.

Ci piaceva l’idea di fare delle cose concrete per la gente”, ci ha detto Franca Lucisano, la regista, che abbiamo raggiunto al telefono per conoscere l’idea alla base della sua opera e che ci ha confessato come, anche in passato, collaborando con altre associazioni, il suo intento sia sempre stato di aiutare il prossimo. Tanti i progetti cui ha partecipato per raccogliere fondi per la solidarietà.

“Nessuno di noi ha fatto l’attore – precisa – siamo avvocati, medici, insomma gente comune. Per noi il teatro è una forma per comunicare con gli altri, ma è anche un impegno…non dimentichiamo che per mettere in scena un’opera teatrale c’è sempre tanto lavoro”.

E voi realizzate tutto da soli?

“ Io mi occupo di scrivere la commedia, altri di realizzare i costumi. Per le scenografie e le luci acquistiamo i servizi all’esterno”.

Come nasce l’idea di portare in scena la novella della tradizione popolare rossanese?

Il teatro in vernacolo non è nuovo, ma è importante e a Rossano non c’era nessuna compagnia che recitasse nel nostro dialetto. Tra l’altro, ci siamo resi conto che i giovani non lo conoscono. Quindi, abbiamo pensato di recuperarlo e di farlo in modo divertente per attirare l’attenzione dei giovani. E ci siamo riusciti. Ho pensato di concentrare l’attenzione sulle novelle della tradizione popolare che ci venivano raccontate dai nonni. Si tratta di una memoria storica che rischia di scomparire, ma con il teatro possiamo farla rivivere e, soprattutto, farla conoscere alle generazioni più giovani”.

Se le chiedessi una particolarità di questa commedia?

Sicuramente il cantastorie. Ho pensato di farlo salire sul palco per annunciare alla platea cosa succede dopo, cosa aspettarsi. È lui che accompagna lo spettatore in un viaggio introspettivo”.

La morale?

Il monaco di Sarrapuno incarna la figura dell’impostore… che è sempre esistito e che approfitta dell’ingenuità degli altri per perseguire i suoi loschi scopi”.

Ma la commedia ha un lieto fine?!

Diciamo che il lieto fine è sospeso, in quanto il monaco viene smascherato e lascia il convento, ma se ne va in tutta tranquillità, perché è consapevole che troverà altri luoghi, altri fedeli”.

Un finale del tutto realistico e un monito alle generazioni di oggi. Non ci resta che augurarvi un buono spettacolo ed annunciarvi che sono già previste delle repliche della serata, visto il tutto esaurito già assicurato per il debutto.

 

Vi lasciamo con qualche dettaglio tecnico:

La commedia è divisa in due atti ed è ambientata in un convento dove i frati eseguono le loro funzioni religiose in serenitàUn giorno l’anziano priore del convento, padre Lappo, si rende conto che le sue condizioni di salute si sono aggravate e che per dirigere il convento necessita di un aiuto. Per tale ragione viene inviato al convento un monaco appartenente all’ordine dei Sarrapuni,  una congregazione che non gode di gran fama, tant’è che su di lui corrono da subito strane voci. Sembra che il monaco si vanti di essere dotato di un grosso cordone che cinge il suo saio e che possiede il miracoloso dono di mettere incinta qualunque giovane donna lo tocchi. Ben presto però si rivelerà un impostore e si capirà che il suo unico scopo è quello di adescare le fanciulle che frequentano il convento.

Il cast è composto da: Carlo Lucisano (Cantastorie), Alessandro Bevilacqua (Monaco di Sarrapuno), Antonello Lucisano (Padre Leppo), Francesco Patrizio (Frà Catonto), Mariarosa Scafarti (Sacrestana),Franca Lucisano (Contessa Taitù), Salvatore Levote (Frà Ciro), Damiano Viteritti (Frà Giustino), Rosamaria Spina (Rosinedda), Anastasia Rizzo Striano (Titinedda) Daniela Lucisano (Marietta) e Roberto Lucisano, autore delle canzoni della commedia.