Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, un tesoro restituito alla collettività

palazzo della culturaLo scorso sabato a Reggio Calabria è stata inaugurata un’esposizione permanente, presso il Palacultura, dei 104 quadri sequestrati a un noto imprenditore “ndranghetista” di Reggio Calabria. Si tratta di un vero e proprio tesoro per un valore di svariati milioni di euro. Da Dalì a Fontana, da Sironi a De Chirico, da Ligabue a Carrà, erano le opere che arredavano le diverse dimore e stanze dell’imprenditore (persino il bagno!), una collezione unica che torna alla collettività e diventa il fiore all’occhiello del grande Palazzo della Cultura.

Potrà sembrare un fatto marginale, ma questa operazione fortemente voluta dall’assessore provinciale alla cultura Edoardo Lamberti e condivisa dalle altre istituzioni locali, ha un significato che va al di là della contingenza: una ricchezza privata, posseduta da una esponente della nuova borghesia mafiosa, viene espropriato e diventa un bene fruibile gratuitamente da tutta la collettività, un Bene Comune.”-  afferma l’economista reggino Tonino Perna (Il Manifesto) – e aggiunge “Non basta. Nella stessa giornata, il direttore Umberto Postiglione dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, ha consegnato al comune di Reggio 21 immobili da utilizzare per finalità sociali, 19 unità immobiliare da destinare ad attività commerciali con i proventi dell’affitto da destinare a progetti nel campo sociale, 24 immobili da abitazione da destinare alle fasce sociali più svantaggiate.” (..) “Sappiamo bene che il sistema di destinazione sociale di questi beni, grazie alla Legge 109/96 voluta da Libera che raccolse all’epoca un milione di firme, è ancora poco efficiente e farraginoso, ma quello che conta è la direzione. Stiamo andando, infatti, verso una redistribuzione della ricchezza che passa dalle mani della borghesia «mafiosa», la nuova classe sociale emergente, a quella delle cooperative di giovani che coltivano le terre confiscate, a spazi pubblici , servizi sociali, enti locali.”  – e conclude – “Da queste confische di beni/aziende può nascere un’Altreconomia, basata sui principi del fair trade e sulle reti dell’economia solidale. In poche parole: dalla putrefazione del capitalismo, di cui l’economia criminale è parte costituente, possono nascere i fiori di un socialismo possibile nel XXI secolo.”

Un’analisi lucida quella di Perna che pone la giusta enfasi alla Calabria delle buone pratiche e ci dà la speranza di essere sulla giusta strada.

Una sfida vinta, quindi. E non la sola. Perché nel bellissimo Palacultura che si affaccia sullo Stretto sono tante le sorprese, un intero piano è stato dedicato alla strepitosa collezione ‘San Paolo’, con una serie di icone russe di inestimabile valore e il San Michele Arcangelo e il drago una volta attribuito ad Antonello da Messina, con il volto sfregiato come si ritrova in tante effigi di santi in una terra bersagliata dalle invasioni turche.

“Un segnale e un monito, il simbolo del recupero di un patrimonio restituito alla comunità”, ripete l’assessore Lamberti, precisando che l’ingresso sarà gratuito come anche il servizio prestato dalle giovani guide che sono state preparate per raccontare in inglese, francese e spagnolo, oltre che tedesco e arabo, la nostra cultura ai visitatori stranieri.

A dimostrazione che arte e cultura sono l’arma più forte della lotta per la legalità!