In ricordo di Michele Prestipino, l’artista – architetto che contibuì alla ricostruzione di Reggio

yescalabria_prestipino_06Sono diverse le figure del passato che pur avendo reso lustro al nostro territorio, oggi non sono  ricordate. Tra queste siamo riusciti, per fortuna, a riscoprire il talento artistico di Michele Prestipino. Pittore, ritrattista, decoratore, restauratore reggino, vissuto a cavallo tra la fine dell’ottocento e il Novecento (1887/1975), Prestipino rappresenta un’eccellenza artistica che ha avuto il merito di ritrarre, decorare e valorizzare l’immensa ricchezza monumentale e paesaggistica della Reggio Calabria di allora.

Uno spaccato della sua vivacità artistica è stato messo in mostra durante il gran galà di beneficienza “La notte del cuore” organizzato dalla Fondazione “Con il cuore – Uniti per la ricerca sul cancro” nella splendida cornice del Casale 1890 a Reggio Calabria. L’esposizione temporanea, curata dall’architetto nonché nipote dell’artista, Sabrina Prestipino, ha “raccontato” alcuni momenti salienti della sua produzione: dai nudi in carboncino realizzati durante gli  studi  presso l’Accademia di Belle arti a Napoli – allora Istituto Regi –  la Scuola di Nudo a New York e nel corso della permanenza a Parigi, ai ritratti e agli autoritratti,  un’anticipazione questi ultimi dei moderni selfie, di notevole interesse per l’attenzione ai dettagli e per l’uso dei colori. E ancora, le nature morte dove, nella composizione cromatica, risulta evidente il richiamo agli ambienti artistici partenopei e l’arte sacra che stupisce per la luce che irradia i volti delle Madonne.

Un amore per il linguaggio pittorico e decorativo che accompagna il poliedrico artista fin da giovanissimo, come si legge nell’approfondimento “Michele Prestipino, pittore-restauratore reggino” a cura di Giuseppina De Marco, Professore di Elementi di Architettura e Urbanistica presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Il “piccolo disegnatore” già in terza elementare aveva stupito insegnante e compagni, dilettandosi a ritrarre i monumenti della città. E non solo: a tredici anni aveva già eseguito ritratti di personaggi autorevoli e popolari, lasciando tutti esterrefatti per la bellezza dei suoi pastelli esposti agli angoli delle piazze e qualche volta anche nelle vetrine dei vari negozi. Una bravura largamente riconosciuta, tanto da essere invitato, in quegli anni, a esibire i suoi quadri a Messina, in una mostra allestita presso il Palazzo della Camera di Commercio (tra questi il ritratto della mamma del 1897).

Ad assecondare l’estro artistico del piccolo artista tanti autorevoli maestri come Gennaro De Franco e personaggi di spicco come il deputato Biagio Camagna che lo aiutò ad arrivare a Roma e a entrare in contatto con l’ambiente artistico della capitale. Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico di Reggio Calabria e conseguito il diploma in Disegno Architettonico al Regio Istituto di Belle Arti di Napoli, nei primi del novecento Prestipino si trasferisce in America. Qui l’artista frequenta le Scuole di Nudo newyorkesi e contemporaneamente lavora per la U.S. Army, disegnando le medagie dell’esercito americano. Per affinare il suo estro viaggia tra New York, Parigi e Londra entrando in contatto con gli ambienti della Belle Époque. yescalabria_prestipino_03

Il terremoto del 1908, che distrusse le due città dello Stretto, segna il futuro dell’artista, che decide di rientrare per partecipare alla ricostruzione della Reggio bella e gentile.

Oltre a realizzare opere pittoriche, scultoree e affreschi per i più eleganti edifici storici della città come Palazzo De Salvo, Reitani, Nesci, Scordo e il villino Calabrese in via Villini Svizzeri, Prestipino ha realizzato interventi di restauro e dipinti di arte sacra. Sue opere si trovano tutt’oggi nel Duomo (“Sacro Cuore di Gesù” – 1958 e “Sant’Antonio di Padova con Bambino” – 1933) e nella Chiesa della Cattolica dei Greci (“Sant’Antonio”, 1959). Tantissimi i restauri portati a termine per la Curia, tra cui quello della tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna della Consolazione. Suoi anche i disegni di diversi progetti per la nuova vara.

Unico restauratore ufficiale del Museo Nazionale per oltre vent’anni, ha riportato all’antico splendore tantissime opere tra cui il dipinto di Luca Giordano raffigurante Cristo e l’adultera e un dipinto a olio su rame attribuito, dopo l’intervento, a Scipione Pulzone da Gaeta. A conferma delle sue capacità e dei suoi meriti artisti, dal 1945 e per un trentennio ha ricoperto l’incarico di Ispettore Onorario alle Antichità e alle Belle Arti.

Della sua opera ha scritto anche Placido Olindo Geraci, sulla rivista Brutium evidenziando come  “particolari ed opere rivelano una dote non comune: quella di saper riprodurre in modo magistrale l’opera d’arte nella tecnica e nella coloristica, interpretandone correttamente i valori plastici e spaziali, talché queste riproduzioni suscitano l’emozione degli originali”.

yescalabria_prestipino_10Professore di disegno, la sua poliedricità lo porta a provare sempre nuove forme espressive, realizzando lavori di scenografia per il Teatro Siracusa, allestendo i presepi dell’Istituto Magistrale “Tommaso Gullì” e partecipando anche al concorso per lo Stemma della Repubblica di cui rimangono le memorie dei vari calchi in gesso.

Un artista di indubbio carisma che si è speso per la città natale, di cui, purtroppo, rimane memoria solo grazie alla collezione privata della famiglia.

Mi auguro – ci rivela il suo desiderio Sabrina – che la sua memoria storica e il suo merito vengano finalmente riconosciuti, visto che non solo è stato un grande artista poliedrico, ma anche un’importante personaggio dell’epoca. Per amore della sua città  ha rinunciato, dopo tante fatiche, al suo sogno avverato di vivere tra New York, Parigi e Londra per partecipare alla ricostruzione  post terremoto di Reggio. La stessa città che oggi l’ha dimenticato. Eppure, potrebbe essere un esempio per le nuove generazioni del sud. Lui è riuscito ad affermare i suoi sogni partendo dal nulla, dotato solo del suo talento”.