In Calabria un centro interculturale per «il dialogo tra popoli e culture»

La Calabria, da secoli, è terra di partenze e di arrivi. Ne sono testimonianza le stratificazioni culturali che la rendono speciale nel panorama italiano. Oggi, tuttavia, i flussi di persone migranti e richiedenti asilo hanno posto le regioni italiane di fronte ad una grande sfida, quella dell’accoglienza, in assenza di una politica europea unitaria e finalizzata alla costruzione di nuove comunità. Un tema stringente, una grande questione del nostro tempo.

Ma dal basso non mancano iniziative interessanti. Come il caso che raccontiamo qui. A Terranova da Sibari, paese dell’entroterra calabrese che domina l’intera piana di Sibari, l’onlus Per un’Europa dei Popoli ha scelto di aprire un centro interculturale, dove avviare laboratori di formazione, allestire una sartoria sociale, costruire spazi di scambio e interazione umana, solidale, interculturale, aprire un punto informativo per donne. Le attività proposte saranno, infatti, rivolte a donne native, migranti e richiedenti asilo e a minori di ogni provenienza.

yescalabria_romanoAbbiamo sentito Antonia Romano, consigliere comunale a Trento ma di solide origini calabresi, promotrice dell’iniziativa, che a Yes Calabria ha dichiarato: “Le comunità locali, soprattutto se sono caratterizzate da storie di emigrazione, non possono esimersi dal dovere di accogliere nei propri territori chi chiede asilo, chi deve lasciare la propria terra per ragioni ambientali, economiche o politiche. L’accoglienza in emergenza, per salvare le vite umane, deve essere accompagnata da pratiche di integrazione nelle comunità accoglienti, superando il concetto di multiculturalismo per aprirsi all’interazione tra persone e culture, al dialogo tra popoli e religioni”.

Il centro interculturale – prosegue-, aperto e vivace, colorato e gestito dalla onlus con possibilità di rendere protagoniste attive donne migranti, è solo la prima azione che si propone di promuovere in territorio calabrese l’associazione nata un anno fa dalla necessità di tre donne di dare un contributo tangibile a una terra troppo spesso descritta e vissuta come terra di degrado, malavita e inciviltà. Con la convinzione che dal sud possano emergere interessanti e confortanti esempi di buone pratiche sociali, con la certezza che il territorio vasto e compreso tra la piana di Sibari e il massiccio del Pollino possa diventare laboratorio sperimentale in cui il capitale sociale sia l’unico capitale da valorizzare e da incrementare, l’onlus Per un’Europa dei Popoli si propone di aprire a breve un Centro di Accoglienza Straordinaria per donne vulnerabili e avviare anche un progetto di agricoltura sociale in cui saranno sempre le donne native, migranti e richiedenti asilo a essere protagoniste attive di azioni che avranno ricadute positive sull’intera popolazione locale”.

Il tutto – è la sua conclusione – senza trascurare momenti di approfondimento culturale, il primo dei quali a giugno sarà la presentazione del libro di Maurizio Alfano dal titolo Italiani Razzisti per Bene in occasione dell’inaugurazione del centro interculturale a cui è stato invitato anche il vescovo di Rossano. Lo stesso libro sarà presentato a Castrovillari, paese dove ha sede l’onlus e dove sarà realizzato il progetto di agricoltura sociale”.