La terra e i corpi, l’arte di Lara Riccio

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Lara Riccio

Abbiamo intervistato Lara Riccio, giovane coreografa calabrese, originaria di Saracena (CS). Il suo progetto attuale è La Trilogia della Parola in Corpo, portato in tour già nell’estate 2016. 

Iniziamo da lei, chi è Lara Riccio?

Lara Riccio è una coreografa indipendente, una coreografa indipendente calabrese. Questi sono i tre termini che mi identificano: la mia professione, il mio stato, la mia provenienza. Non è una questione di etichette, cerco realmente di fare della mia passione il mio lavoro, senza preoccuparmi di dover soddisfare le esigenze di un pubblico troppo vasto e attingendo dal meridione, e dalla Calabria in particolare,  il materiale per le mie creazioni.

Sembra di capire che il suo rapporto con l’arte, con la danza, inizi molto presto. Passione innata, o cosa?

Sì, molto presto. Questa è una storia di passione e di opportunità. Negli anni 90 il paese da cui provengo non offriva molto a un bambino, si poteva scegliere tra una scuola di danza o una di musica, a questa circostanza si è unita la passione di mia madre per la danza, la sua passione ha coltivato la mia facendola diventare sempre più grande. Devo a lei  il sostegno durante i molti anni di studi, la costanza con la quale li ho intrapresi e i risultati che ho raggiunto.

Arriviamo all’Officina Teatrale de’Maicontenti. Teatrodanza, sperimentazione. Parliamo di questa esperienza e del suo ruolo…

L’Officina è l’incubatrice delle mie idee, il luogo che mi permette di testarle e svilupparle, il mio porto sicuro a Bologna. Qui è avvenuto il mio primo approccio al teatro in seguito al quale, dopo qualche anno, ho generato l’idea di unire questa nuova arte a quella che avevo sempre praticato. Da qui è nata l’esigenza di addentrarmi nel mondo del teatrodanza e di intraprendere una sperimentazione sui linguaggi del corpo.  Sperimentazione che compio anche grazie al mio ruolo di insegnante e di coreografa della compagnia Sipario di Vetro, posizione che mi permette di lavorare con molte persone, di conoscere molti corpi.

Sul suo sito si legge che il suo lavoro “è improntato sulla sperimentazione dei linguaggi del corpo fuori da quelli che sono i più rigidi codici della danza di natura yescalabria_Lara-Riccio_04-minaccademica”. Vogliamo esplicitare questo concetto?

Per qualche anno della mia vita ho completamente abbandonato la danza, ne ero insoddisfatta, l’essere imbrigliata nei codici accademici, per lo più estetici e poco comunicativi, non mi permetteva di esprimermi al meglio. Cercavo qualcosa di più originale e originario allo stesso tempo, e l’ho trovato in ciò che avevo sempre visto ma di cui non avevo mai notato la portata espressiva, la gestualità femminile meridionale. Da questa intuizione è nata la mia cifra stilistica e il mio modo di lavorare improntato, appunto, alla sperimentazioni di linguaggi corporali pre-linguistici, originari. La tecnica la uso, certo, ma non ne faccio il fine del mio lavoro.

Qual è il suo rapporto con la Calabria?

Come succede a molti, mi sono accorta di essere calabrese solo dopo essere andata via dalla Calabria. L’identità costruita nella mancanza. La Calabria è molto più del mio luogo di provenienza, è il luogo della mia identità personale e anche di quella professionale. Da essa attingo energia e materiale per il mio lavoro,  per questo e con l’intento di rivalutarla spero, per il mio prossimo progetto, di coinvolgerla in maniera più concreta trasferendo il lavoro di messa in scena nel mio paese di origine.

Yes Calabria le augura buon lavoro e una brillante carriera..

Grazie!

 

www.larariccio.com