Il 24 e 25 marzo 2022 il MArRC ospiterà la rassegna, ormai giunta all’VIII edizione, “Arte e (ʹ) Scienza”.
L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Italiana di Archeometria (AIAr), rappresentata dal Presidente Mauro Francesco La Russa, sarà un’occasione per riflettere sul “gemellaggio” fra arte e scienza per la diffusione della conoscenza e la promozione del patrimonio culturale.
In tale occasione, sull’intero territorio nazionale, si apriranno le porte di musei e siti archeologici, offrendo al pubblico l’opportunità di vedere al lavoro i ricercatori di Università ed altri enti di ricerca a stretto contatto con coloro il cui mestiere è comprendere, restaurare, conservare e far conoscere le opere d’arte.
«L’iniziativa organizzata al MArRC – dichiara il direttore Carmelo Malacrino, ospiterà i ricercatori Istituto per i processi chimico fisici del CNRdi Messina e del dipartimento STEBICEF dell’Università di Palermo. Il museo, quindi, si conferma, ancora una volta, non solo un luogo in cui ammirare le bellezze del passato, ma un centro in cui è possibile fare ricerca e divulgazione didattica».
«Anche quest’anno – spiega Rosa Ponterio, ricercatore del CNR di Messina -nonostante le limitazioni ed i ritardi imposti dalla pandemia, ci stiamo preparando per la nostra consueta rassegna Arte e(ʹ) Scienza. Questo è diventato un appuntamento fisso al MArRC, dove siamo infatti presenti come CNR-IPCF Messina sin dal 2016. Durante le giornate previste saranno allestite delle postazioni con strumentazione portatile per condividere con visitatori e studenti informazioni e delucidazioni riguardo all’utilizzo di metodologie scientifiche applicate allo studio dei beni culturali. Questa manifestazione – aggiunge- costituisce un’importante occasione per riflettere sul rapporto vitale tra i beni culturali e le metodologie scientifiche nella diagnostica e nella conservazione del nostro patrimonio artistico-culturale».
Per Maria Luisa Saladino, professoressa del dipartimento STEBICEF di Palermo «Arte e(ʹ) Scienza è un momento per mostrare ai cittadini e agli studenti come la scienza possa contribuire allo studio dei reperti archeologici in sinergia con gli esperti di altri settori come gli archeologici, i conservatori e i restauratori. La tutela dei beni culturali non è più soltanto una responsabilità degli esperti del settore ma di tutta la società e della comunità scientifica – sostiene. Oggi, le nuove generazioni hanno a disposizione strumentazione avanzata, ma soprattutto portatile e non invasiva, tramite la quale è possibile rispondere in maniera ottimale ai quesiti posti dalle diverse professionalità legate al mondo della tutela».
La giornata di studi è organizzata con il coordinamento scientifico dei funzionari archeologi del MArRC Daniela Costanzo e Maurizio Cannatà e del funzionario restauratore Barbara Fazzari.
«Presso la sala conferenze del Museo- dichiara quest’ultima- saranno allestite delle postazioni che accoglieranno dei veri e propri laboratori di spettroscopia Raman e XRF e di ricostruzione tramite laser scanner 3D. Le indagini avranno come oggetto alcuni manufatti bronzei provenienti dall’antica Locri Epizefiri. In particolare lo studio diagnostico permetterà un approfondimento della tecnica esecutiva mediante spettroscopia e un confronto tipologico tramite ricostruzione 3D».