A Laino Borgo si cerca l’antica Laos

Una grande città con una maglia viaria regolare attorno alle abitazioni, muri tutti perfettamente allineati, una serie di reperti (figure fittili, testine, oggetti di ornamento) e soprattutto tracce di intonaco parietale in stile rosso pompeiano, così come il pavimento con uno strato di calce (presente, per capirsi, solo nelle case di Pompei) sono i risultati evidenti della prima campagna di scavi archeologici compiuta a Laino Borgo in località San Gada dall’equipe del professore Fabrizio Mollo dell’Università degli Studi di Messina.

Se poi si aggiunge che all’interno dei quasi 200 metri quadri di saggio è stato rinvenuto lo scheletro di un uomo sicuramente schiacciato dalle pareti di una casa crollata durante un sisma (la storia ci dice che Laos fu distrutta da un forte terremoto), e più in là altri segni evidenti di crolli di dispense con cocci di vasi da bere e per mangiare disseminati lungo il campo sondato dagli archeologi, e che questo sito si trovi in posizione baricentrica, nella valle del Lao, tra la Calabria e la Campania a poca distanza dalle tracce dell’antica via Annia Popilia le suggestioni per presupporre che quella ritrovata sia l‘antica Laos ci sono tutte.

La città subcolonia di Sibari fondata dai Greci dopo che il sito costiero fu conquistato da Crotone nel 510 «si è sempre pensato potesse essere verso il mare senza mai cercarla invece nell’entroterra – ha dichiarato ieri presentando i lavori di ricerca il professore Mollo – Qui a Laino Borgo nei primi dell’800 furono trovate le monete antroposofiche (nel mondo ce ne sono una decina) ma nessuno se n’è mai occupato con grande rilevanza. Su questo sito – attraverso studi con strumenti avanzati – abbiamo rilevato circa 40 ettari cosparsi di materiale archeologico per questo bisogna continuare a fare ricerca e dare la certezza di ciò che oggi è solo una forte suggestione».

Fabrizio Mollo
Innocenzo Donato

Nel corso della presentazione degli esiti di ricerca del primo campo di scavi archeologico finanziato dal Parco Nazionale del Pollino, che ha «creduto da subito nell’alto valore culturale e scientifico di questo sito» – ha ribadito ieri il Presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra -, è stato anche annunciato da Luigi Bloise, responsabile dell’Ufficio Geoparco del Parco Nazionale del Pollino, che un poster scientifico sui dati archeologici ritrovati a Laino Borgo verranno presenti e discussi nel corso della 15ª conferenza europea dei Geoparchi Unesco «segno evidente della grande attenzione internazionale di cui gode questa sensazionale scoperta».

Soddisfatta l’amministrazione comunale di Laino Borgo che attraverso il Sindaco, Mariangelina Russo, ha ringraziato il professor Mollo e la sua equipe per il prezioso contributo offerto alla comunità per «riappropriarsi della propria identità storica e culturale e rilanciare Laino Borgo nel campo del turismo culturale ed esperienziale didattico che ora deve essere messo al centro di un sistema più complesso e organizzato per la fruizione degli scavi e dei reperti rinvenuti». Gli ha fatto eco il vice sindaco, Innocenzo Donato, uno dei membri dell’amministrazione che ha seguito da vicino gli scavi, il quale ha ribadito che ora serve realizzare una «prima esposizione per mostrare la mondo gli oggetti recuperati» e pensare nel prossimo futuro alla creazione di un museo che possa custodire nella maniera più degna possibile questo «grande tesoro culturale e storico» che Laino Borgo ha recuperato anche grazie alla attiva partecipazione di tanti cittadini che si sono coinvolti nella ricerca.

Presente alla serata anche Giovanni Soda (l’assessore regionale alla cultura era assente per motivi di salute) che ha ribadito la vicinanza della Regione alla valorizzazione di questo sito archeologico. Infine Mariangela Barbato, dell’Ufficio della soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio della provincia di Cosenza, ha ribadito che questa scoperta va inserita nel quadro di un’offerta territoriale ampia che potrà portare turismo e valorizzazione per Laino Borgo e tutta la Valle del fiume Mercure.

«Fu giusta – ha ribadito ancora il Sindaco Russo – l’intuizione del compianto sindaco, Francesco Armentano, di prendere contatti con l’Università di Messina per avviare una prima ricognizione sul terreno nel 2018. Oggi noi siamo qui convinti a continuare quell’esperienza di ricerca che potrà far parlare di Laino Borgo nel mondo. Da parte nostra c’è l’impegno istituzionale a valorizzare, con tutte le nostre risorse e la stretta collaborazione con gli enti che oggi sono al nostro fianco, questo importante sito archeologico».