Ambiente e benessere, convegno scientifico al CNR di Rende

Antonella Veltri
Antonella Veltri

Grande successo per il  convegno scientifico che si è svolto a Rende (CS), presso l’Area della Ricerca del CNR, sul tema dell’ambiente e del benessere sui luoghi di lavoro. Alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, composto da studenti liceali e di istituti tecnici, da professionisti ed amministratori, ricercatori ed accademici, si è discusso per un’intera mattinata di grandi questioni che afferiscono al rapporto tra uomo e ambiente, inteso sia come ambiente naturale che come ambiente lavorativo.

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Sonia Vivona

«Il convegno – hanno scritto gli organizzatori -è volto a mettere in luce sia le potenzialità che i rischi ambientali soprattutto rispetto alla risorsa bosco al fine della valorizzazione delle esperienze positive per favorire condizioni di benessere nel giusto equilibrio sistemico naturale e sociale». Da qui la domanda: «Da dove proviene il ‘benessere collettivo’?». Risposta: «Dallo studio dei rischi e dalla loro prevenzione contro le patologie organizzative anche in ambito lavorativo; da un uso prudente delle risorse rinnovabili e non rinnovabili; dalla loro tutela con tecnologie non invasive e di salvaguardia; con il rispetto della legalità e la lotta agli abusi.»

L’evento, organizzato dal Comitato unico di garanzia (Cug), organismo che promuove la cultura delle pari opportunità ed il rispetto della dignità della persona nel contesto lavorativo, e dall’Istituto dei sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (Isafom) del CNR, aveva per titolo “Ambiente: Rischi, Risorse, Opportunità per costruire benessere” e si inseriva in una serie di incontri che il Cug ha avviato su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con altri soggetti partner, all’insegna della tematica denominata: ‘Ricercatori di verità e legalità’. Il significato e le finalità dell’incontro sono state esposte, all’inizio dei lavori, da Antonella Veltri, ricercatrice CNR -Isafom, Sonia Vivona, tecnologa CNR-Isafom, e Gabriella Liberati, presidente Cug-CNR.

Antonella Veltri, nel suo intervento ha sottolineato, in particolare, che il convegno è stato concepito «per coniugare benessere organizzativo e ambientale», affrontando tali temi «in una unica cornice». Un approccio “olistico”, per certi versi, nel quale possa prevalere «la consapevolezza della centralità del senso etico nell’agire umano», secondo Sonia Vivona. Teso a specificare il ruolo del Comitato Unico di Garanzia e ad analizzare nelle sue varie sfaccettature il tema della violenza, invece, la relazione, molto densa ed appassionata, di Gabriella Liberati.

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Giorgio Matteucci

Nel prima sessione, dedicata all‘ambiente come spazio fisico di rischi, risorse e opportunità, hanno dialogato con Luigi Pandolfi, giornalista, Carlo Tansi, responsabile della Protezione Civile della Regione Calabria, Giorgio Matteucci, direttore dell’Istituto per i Sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del CNR, e Sonia Ferrari, nella sua veste di Commissario del Parco Nazionale della Sila.

Il confronto si è sviluppato sulle criticità e sulle potenzialità della Calabria, dalla fragilità del territorio alla risorsa bosco, fino alla valorizzazione dei borghi e delle aree interne. «Una corretta ed innovativa gestione del bosco – ha sottolineato Matteucci – può aiutare a prevenire e a mitigare il rischio idrogeologico». Un concetto condiviso dal capo della Protezione Civile regionale, che ha aggiunto: «Non sono i terremoti e le alluvioni che uccidono, ma gli interventi scellerati dell’uomo sul territorio». Dal sua canto, il commissario straordinario del Parco Nazionale della Silla, ha posto l’accento sulla piaga dello spopolamento delle aree interne, ricordando le iniziative del suo ente volte ad invertire questa tendenza.

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Giuseppe Scarascia Mugnozza

La seconda sessione ha riguardato, invece, l’ambiente come valore in sé e valore percepito. Ambiente come sistema naturale, con le sue risorse, e ambiente come insieme di relazioni: una tematica sulla quale sono state incentrate le relazioni di Ombretta Ciapini, direttrice Ipae Cosenza, di Bruno Bonvecchi, psicoterapeuta e antropologo, e di Giuseppe Scarascia Mugnozza dell’Università degli Studi della Tuscia.

Quest’ultimo, in particolare, ha svolto una relazione sull’importanza del capitale naturale, a cominciare dalle foreste, per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Egli, inoltre, ha sottolineato come il pianeta Terra sia entrato in una nuova era geologica, nota come “Antropocene”, segnata dall’impatto dell’azione dell’uomo sui sistemi naturali. Un esempio, per descrivere, tra l’altro, l’impatto delle attività umane sui sistemi forestali. La sua conclusione è stata che «investire in ricerca ed in innovazione nel settore forestale, significa contribuire all’ottimizzazione della filiera foresta-legno-energia. Un presupposto fondamentale per migliorare le performances economiche del settore. E’ paradossale che in Calabria si importi legno dall’Austria, per fare un esempio, quando la regione possiede una superficie forestale di grandi proporzioni».

L’incontro si chiuso con la presentazione, da parte di Alessandro Paletto del CREA, dei risultati della indagine sulla percezione sociale del paesaggio in Calabria svolta nel 2015, nell’ambito del Progetto PON R&C 2007-2013 – AlforLab, il laboratorio pubblico-privato sorto per avvicinare la ricerca scientifica al settore forestale e del legno.

 

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