Il museo del bergamotto di Reggio Calabria, l’essenza di una storia preziosa tra cultura contadina e modernità

C’era una volta. Iniziare il nostro articolo così è una vera tentazione. Sì, perché oggi siamo andati ad approfondire la storia del bergamotto, l’oro verde di Calabria. Oltre alle innumerevoli proprietà benefiche, conosciute e apprezzate nel mondo dell’arte profumiera, della cosmetica e della farmaceutica, questo prezioso agrume racchiude un’affinità di sensi con la provincia di Reggio Calabria, tale da esserne emblema e scrigno della sua storia agreste.

Basta varcare la soglia del Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, situato nella centralissima via Filippini di Reggio Calabria, per ritornare indietro nel tempo. Quanta cura, dedizione e attenzione necessitava il principe degli agrumi calabresi. Ad accompagnarci in questo tuffo nel passato, Francesca Casciano dell’associazione Miranturhegium che, insieme alle sue colleghe, collabora con il museo nelle visite guidate.

Rapiti dagli strumenti, dalle ampolle e dagli innumerevoli utensili che arricchiscono l’esposizione, ci siamo lasciati guidare in un percorso che parte dalla “raccolta e dalla lavorazione a mano” del bergamotto per arrivare ai giorni moderni (un racconto che attraversa circa 300 anni di storia).

Seguiamo Francesca fino alla zona centrale del museo. Ci invita a fare attenzione a una stampa sulla destra raffigurante un momento della raccolta, affidata solitamente a donne e bambini, perché avevano le mani più delicate e non rischiavano di rovinare il picciolo.

Mi piace sottolineare che quello che conosciamo a livello nutraceutico del bergamotto lo abbiamo appreso dall’esperienza dei contadini”, ci dice Francesca evidenziando come i contadini facessero “esperienza diretta” delle proprietà del bergamotto. Le loro scoperte sono utili ancora ai giorni nostri. Basti considerare le proprietà disinfettanti e antibatteriche. Era uso comune macerare le foglie di bergamotto con l’acqua piovana, filtrare il liquido ottenuto e spruzzarlo sugli alberi con delle macchine rudimentali (le potete vedere presso il museo).

I contadini bevevano pure il succo di bergamotto, oggi considerato troppo aspro, per proteggersi dalle malattie infettive come la peste e il colera. Addirittura i marinai  lo usavano contro lo scorbuto (ricordiamoci che il bergamotto è ricco di vitamina C).

Addentrandoci nella storia, scopriamo gli strumenti per l’estrazione a mano come ‘u rrasteddu, una specie di cucchiaio in ferro particolarmente affilato che serviva per separare il frutto dalla buccia, senza danneggiarla; la concolina (alcune risalgono a 200 anni fa), un recipiente con un beccuccio dove lo “spiritaro”, il maestro di questa professione di estrazione, poggiava la spugna naturale intrisa di essenza. Questa veniva lasciata decantare in bottiglie e poi filtrata e conservata nelle ramiere, grossi contenitori di rame.

Un lavoro faticoso! Se si pensa che da un quintale di bergamotto le macchine moderne riescono a ricavare un litro di essenza, si capisce perché è considerato l’oro verde di Calabria. Tanto prezioso che le contadine che portavano i bergamotti nelle ceste in vimini sulla testa, dato che l’essenza viene subito rilasciata con il contatto tra i frutti, si strizzavano i capelli per riuscire a ricavare un po’ d’essenza da rivendere.

Il pregio dell’essenza di bergamotto e il costoso lavoro di estrazione hanno fatto sì che, nel tempo, si escogitasse come contraffarlo, tagliandolo con essenze di arancia e limone. Ma i produttori sono riusciti a proteggerne la qualità e garantirne l’immagine e la commercializzazione (per scoprire come facevano vi invitiamo a visitare il museo).

Quanti dettagli e curiosità. Non dimenticate di osservare le foto sui muri! Troverete l’ultimo spiritaro e una mappa della coltivazione del bergamotto risalente al 1930. E ancora, all’ingresso, una vetrina contenente le tabacchiere realizzate in buccia riversa di bergamotto, le bambole, le caramelle al bergamotto provenienti da tutto il mondo. Un’altra chicca:  l’incenso indiano a base di bergamotto. Qui è considerato una pianta sacra.

Il Museo del Bergamotto rappresenta un vero e proprio tesoro per la memoria collettiva dei calabresi e dei reggini in primis. Vi invitiamo a visitarlo.

L’indirizzo completo è Via dei Filippini, 50, 89125 Reggio Calabria.

Telefono 388 129 9103

Pagina Facebook