Il Museo della Certosa a Serra San Bruno

certosa-serra-san-bruno«Un legame e una connessione tra la vita monastica e il mondo», così viene definito il Museo della Certosa, istituito nel 1993 all’interno dell’abbazia certosina di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. Stante l’inaccessibilità del complesso monastico, dove vige una rigida regola di clausura, il Museo costituisce, infatti, un tramite con la vita e la storia del monastero; un’occasione, per i visitatori, di entrare in “contatto” con una realtà spirituale tra le più antiche e più importanti d’Europa. E’ utile ricordare, a tal riguardo, che l’Eremo di Santa Maria di Turri (o del Bosco), come fu chiamato allora il convento, fu fondato da Bruno di Colonia nel 1091, sul modello del primo ritiro certosino istituito in Francia nel 1084, nei pressi di Grenoble. La chiesa dell’abbazia fu consacrata, invece, il 15 agosto 1094 in presenza di Ruggero I d’Altavilla, che, per l’occasione, arricchì la donazione in favore di Bruno con ulteriori appezzamenti di terreno, in territorio di Stilo, Bivongi e Arunco.

Il Museo della Certosa è ubicato proprio all’interno dell’abbazia, in un’ala cui si accede attraverso un’entrata indipendente. 1432130715_percorso2Organizzato in 20 ambienti, per circa 1200 metri quadrati, il suo percorso è stato pensato come «itinerario spirituale e storico» sulla presenza dell’ordine certosino in Calabria. Invero, si tratta di una visita guidata supportata da un ricco apparato iconografico, da pannelli didattici, foto, racconti e descrizioni audiovisive. Apprezzabili anche alcune ricostruzioni di ambienti dell’abbazia (la cella dei certosini e la biblioteca, tra gli altri). Tra i pezzi di maggior pregio, sono da annoverare alcuni dipinti del XVI e XVII secolo, un tronetto del Santo del XVIII secolo ed una statua in steatite raffigurante S. Stefano. Nel percorso, molto importante è anche l’itinerario lungo la storia dell’iconografia di San Bruno, un’esperienza non solo “spirituale” ma anche “didattica”, attraverso i meandri della storia dell’arte religiosa dal Medioevo ai giorni nostri.

Tronetto settecentesco di San Bruno

In particolare, i visitatori possono ammirare, oltre al calco del busto argenteo di San Bruno, il “tronetto processionale” (varia, in dialetto calabrese), realizzato nel 1797 dall’artista napoletano Luca Baccaro. I quattro lati della varia sono rivestiti di lamine d’argento lavorate a sbalzo con motivi fitomorfi. Al centro di ogni lato c’è un medaglione d’argento incorniciato con rami di palma di bronzo. Il lato A raffigura una scena con i monaci certosini risparmiati dal terremoto del 1783. Nel lato B si vedono i monaci che ringraziano Dio per lo scampato pericolo. Nel lato C è riprodotto lo stemma della famiglia Taccone di Sitizano, donatrice della varia, e nel lato D lo stemma della Certosa. L’originale del busto reliquiario, risalente al 1516, è conservato nella chiesa conventuale della Certosa.

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Medaglione raffigurante San Bruno

Altri pezzi importanti sono i sedici medaglioni che raffigurano i santi dell’Ordine certosino, realizzati dallo scultore serrese Giovanni Scrivo (1868-1933) nel 1908 per la Certosa di Calci (Pisa). Quando il complesso di Calci fu chiuso, i medaglioni vennero portati a Serra, dove sono attualmente conservati nelle sale del Museo della Certosa. Giovanni Scrivo, in ogni caso, aveva già lavorato per la Certosa di Serra San Bruno, per la quale eseguì le due statue di San Bruno e del Beato Lanuino collocate sull’altare della chiesa conventuale.

Il Museo della Certosa offre anche un’articolata proposta alle scuole, al fine di far conoscere a bambini e ragazzi la storia della Certosa ed il «senso e le caratteristiche della storia e dell’esperienza monastica». La proposta si articola in tre diversi livelli di approfondimento: la visita; la visita guidata; i laboratori didattici.

La durata del percorso varia dai 45 ai 90 minuti, considerando che la durata del programma audiovisivo è di 10 minuti.