Karpeta, l’azienda reggina che racconta in modo nuovo il tappeto di design

Un viaggio in Tailandia, l’incontro con l’arte della tessitura e la trama del loro progetto di vita prende forma. Così i reggini Daniele Morabito e Simona Scollica, coppia nella vita e nel lavoro, hanno plasmato la loro idea professionale e, nodo dopo nodo, hanno creato una realtà produttiva oggi affermata non solo a livello nazionale, ma anche all’estero. Si chiama Karpeta, la loro prima creazione, nata dalla volontà di trasformare il tappeto da semplice complemento d’arredo a nuovo linguaggio esperienziale capace di coniugare artigianalità, sapienza laboratoriale, innovazione dei materiali e design originale.
A 10 anni dalla loro nascita, il Fuorisalone di Milano 2016 consacra la tenacia della coppia reggina che ha saputo partire dal basso, mettersi in gioco e trovare la propria strada.
Abbiamo incontrato Daniele e Simona in azienda, per parlare della loro creazione e dei progetti futuri.
Karpeta è ormai una realtà riconosciuta nel panorama delle giovani aziende di design, ma com’è stato lo start up? Essere un’azienda made in Reggio Calabria cosa significa?
Possiamo dire che quello che ci caratterizza e ci ha sempre contraddistinto è la caparbia – ci risponde Simona, con uno sguardo tra il compiaciuto e il perplesso. Perplesso quando pensa alle mille difficoltà che lavorare dalla Calabria comporta. Quando abbiamo deciso di lanciarci in questa avventura, innamorati dell’arte della tessitura, della bellezza di poter creare dal nulla qualcosa di nostro, non sapevamo ancora cosa ci aspettasse. Non è facile, ad esempio, accedere a un finanziamento per le imprese giovani che partono da zero! Noi siamo stati fortunati, ma non è sempre così. Sulla nostra prima collezione abbiamo lavorato in tre: abbiamo sviluppato tutto noi, dalla scelta del disegno alla realizzazione del prototipo, al controllo della produzione. Non avevamo nulla intorno! Poi piano piano abbiamo strutturato anche la rete vendita. E così siamo partiti…
Perché la scelta di produrre in India? La Calabria non ha una tradizione antichissima nella tessitura?
Si esatto, antichissima – ci rispondono insieme. Ci piacerebbe valorizzare la tecnica calabrese e ci abbiamo pure provato agli inizi, ma non abbiamo trovato realtà predisposte ad aggiornarsi… non puoi rimanere immobile, nel 2016 è necessario adeguare il prodotto alle nuove esigenze estetiche. Creare un prodotto made in Italy rimane comunque uno dei nostri obiettivi. Al momento in Italia non si produce nulla sul tappeto.
Io sto studiando per questo – ci confessa Simona. Per capire il tappeto occorre imparare a guardarlo da dentro. Ogni intreccio è un motivo d’ispirazione. Per comprendere fino in fondo quest’arte sto andando a lezione da una signora di 84 anni che vive a Milano e che possiede una grande cultura del tappeto. È un passo obbligato. Questo ci ha permesso ad esempio di passare dai tappeti taftati (tufted carpets) a quelli intrecciati a mano, con fibre naturali. Mi piacerebbe scommettere sulle fibre naturali.
Hai citato le fibre. So che nel vostro background c’è la ricerca continua di materiali nuovi…se non erro uno dei vostri tappeti è realizzato con le camere d’aria di bicicletta
Si, esatto – è Daniele questa volta a rispondere – Il tappeto si chiama Rubber Tube e rappresenta la nostra scommessa sull’ambiente: abbiamo deciso di unire il design alla filosofia del minimo impatto ambientale e del recupero.
Lavorare sulle materie prime è la nostra scommessa – aggiunge Simona – ad esempio abbiamo creato un tappeto in canapa. È stata una grande soddisfazione – mi dice mostrandomi il tappeto – è stato lavorato su telaio verticale e arrotolato manualmente …mi fa vedere l’intreccio dall’interno (una sensazione che dalla vista si propaga al tatto e in un batter d’occhio capisci il lavoro di progettazione e realizzazione che ci sta dietro).
Ci piacerebbe realizzare altri tappeti in canapa, stiamo cercando di attivare delle sinergie sul territorio, per riuscire a trovare una materia prima di qualità. Abbiamo pensato anche alla ginestra, ma il processo di lavorazione è troppo lungo … e anche alla lana delle pecore … insomma siamo aperti e ben predisposti, la difficoltà è di trovare persone/aziende disposte a mettersi in gioco con noi, per provare a creare prodotti nuovi partendo dalle materie prime del territorio.
Sto pensando – ci confessa Simona – anche a creare un corso di formazione qui. Ci piacerebbe davvero creare un prodotto completamente italiano.

Parlare di voi come semplice azienda di tappeti a questo punto mi sembra riduttivo. Mi sembra che i fili dei vostri prodotti siano le idee!

È la nostra filosofia: crediamo in quel che facciamo e vogliamo che ogni nostro prodotto non risponda semplicemente alle mode, ma trasmetta un’emozione che abbia un significato più profondo. Le nostre idee prima di tutto! – è tenace Simona. È così ad esempio che nasce Kleos: non è un semplice tappeto, ma è il nostro impegno verso il prossimo. Kleos è il nome dell’unica squadra calabrese di basket in carrozzina, una squadra che è arrivata a competere a livello nazionale, in serie B, superando tante barriere. Karpeta e Kleos sono unite in questo messaggio attraverso un intreccio di simboliche K che s’incontrano.

Karpeta è anche la forza di una squadra. Simona e Daniele non dimenticano i loro collaboratori Beatrice Barillà e Pietro Fortugno e i giovani, talentuosi designer che li aiutano a realizzare i loro progetti. Dalla Calabria a Milano, sono tanti i talenti che hanno firmato le creazioni Karpeta, ma un messaggio Daniele lo rivolge a tutti i creativi calabresi che vogliano proporre all’azienda i propri progetti creativi. “Siamo aperti a nuove idee”.
Intanto, Daniele non si ferma e insieme all’imprenditore Dario Pulitanò crea una nuova realtà produttiva made in Calabria: Texturae, nuovo brand di carte da parati di design, completamente italiano, che sotto la guida dell’art director Serena Confalonieri realizza nuove espressioni artistiche e di design in cui il progetto estetico incontra la tecnologia più d’avanguardia. Il tutto prodotto e stampato a Reggio Calabria.

Questa è la Calabria delle idee! Quella che ci piace raccontare!