La Rassegna del giornalismo agroalimentare. Tre giorni dedicati ai prodotti tipici della Calabria e del Sud

Il patrimonio agroalimentare del sud, una risorsa unica da valorizzare a livello internazionale per contribuire alla ripresa economica del meridione.

Questa la sfida colta dalla Rassegna del giornalismo agroalimentare e agroindustriale pro sud, organizzata presso il Museo del Bergamotto di Reggio Calabria il 10, l’11 e il 12 settembre 2020 dall’Accademia Internazionale del Bergamotto, dalla Fondazione ITS RC e dal Museo del cibo.

Il progetto, nato dall’idea del responsabile Marketing dell’Associazione Calcistica Vibonese, Daniele Cipollina, e sostenuto con fondi della Fondazione e dell’Accademia del Bergamotto, è il risultato di un’instancabile macchina organizzativa che ha coinvolto diverse risorse.

È lo stesso Vittorio Caminiti, presidente della Fondazione ITS e presidente e fondatore dell’Accademia del Bergamotto e del Museo del Bergamotto a citarli a uno a uno.  Il personale amministrativo della Formazione ITS, capitanato dall’avv. Giovanna Barreca, che si sono occupati  di rintracciare consorzi, associazioni, aziende, istituzioni e rappresentati di categorie;  l’Accademia del Bergamotto e il Museo del Bergamotto e del Cibo, guidati dall’amministratrice Karine Thierry, che hanno pensato alla logistica, all’organizzazione dell’ospitalità e al controllo affinché venissero rispettate le misure anticovid. La preparazione ed il recupero delle materie prime, per i laboratori esperienziali, le ditte intervenute, come le cuoche e cuochi amatoriali, sono stati curati per il primo giorno dalla gastronoma, sommelier e personal food coach Anna Aloi, che ha anche realizzato un programma dedicato all’evento. Il secondo giorno, invece, i laboratori esperienziali sono stati curati dal presidente Vittorio Caminiti con la speciale collaborazione della sommelier ed esperta di cucina, Giovanna Pizzi. La terza giornata, il laboratorio esperienziale, è stato seguito dell’esperto di gastronomia Corrado Rossi.

I premi, sono stati creati dal Maestro Gerardo Sacco, che ne ha curato personalmente la realizzazione.

Un lavoro certosino e instancabile che si è tradotto in un evento di successo!

Tre giorni dedicati ai prodotti tipici del sud d’Italia protagonisti di incontri, laboratori esperienziali e esposizioni, ai quali hanno partecipato  esponenti istituzionali e organizzazioni del settore, istituti di formazione, fondazioni scientifiche, giornalisti, produttori e piccoli artigiani provenienti da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Un meltingpot  di colori, profumi, sapori, un inno all’identità meridionale che a tavola porta l’allegria, la gioia, la convivialità insita nel loro carattere antropico.

Il fil Rouge della manifestazione è stata la buona comunicazione. Perché solo con un’informazione capillare e puntuale è possibile diffondere e dare visibilità alle eccellenze del nostro territorio. Tra i momenti clou, da evidenziare il riconoscimento alla carriera di 4 giornalisti che con il loro lavoro hanno contribuito a diffondere la cultura dell’agroalimentare nel mondo. Nino Amadore, inviato del Sole 24 Ore con il quale è nato una sorta di gemellaggio, essendosi reso promulgatore in Sicilia di un evento simile alla rassegna agroalimentare pro Sud; Andrea Radic, coordinatore de Le Guide de l’Espresso; Lorenzo Sandano, il più giovane critico giornalista enogastronomico; Veronica Gatto, giornalista e conduttrice RAI.

Nel centralissimo Museo del Bergamotto di Reggio Calabria, un via vai di professionisti e non ha celebrato non solo la buona cucina del mezzogiorno, ma il lavoro dei produttori che, spesso in sordina, si dedicano con passione a dedizione alla produzione e alla valorizzazione di queste eccellenze.

Accolti da un caffè al bergamotto, creazione della torrefazione Romeo di Gallico, ci siamo addentrati in questa celebrazione del gusto: il primo piano è stato consacrato agli incontri B2B e ai convegni; il secondo piano, invece, è stato allestito come un’officina del piacere, con una parte dedicata alla preparazione del cibo da parte di chef professionisti e amatoriali e alla presentazione e dimostrazione degli ingredienti e una alla degustazione.

Tante le aziende produttrici che hanno aderito all’evento. A celebrare la Calabria, oltre alle già famose aziende Tramontana e Statti, emblemi della viticoltura calabrese, altrettante realtà quali Maria Eleonora Acton di Leporano, Frantoio del Borgo,ARAN-C, Bergold, BioSmurra, Sergio Arcuri, Barone G.R. Macrì, Ioppolo, Benedetto, Molina, Perrone, Palumbo, la masseria Detursi, Francesco Gangemi, Delizie Vaticane Tropea, Edulè.  Piccole grandi imprese che hanno il merito di non restare ferme, ma di adoperarsi per creare prodotti capaci di esaltare il gusto dei prodotti tipici del territorio.

Nell’ebrezza dei profumi dei fornelli accesi e tra i colori degli ingredienti esposti per far bella mostra di sé, abbiamo incontrato Giovanna Pizzi, coorganizzatrice della rassegna.

Entusiasta del successo di questa prima edizione, ci ha contagiato con la sua grande passione: mettere in evidenza il territorio partendo dal cibo.

Una scoperta nella scoperta di questa straordinaria rassegna dedicata al buono del sud.

Amante del cibo, del vino e dei viaggi, dopo essere stata eletta migliore sommelier della Calabria nel 2011, Giovanna ha cominciato a organizzare corsi di cucina e tour enogastronomici, ribattezzati “Le domeniche gourmet”.

Un’occasione per andare alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze, visitando le aziende produttrici, finendo con assaggiarne le prelibatezze del luogo e gustarne la bellezza con una visita al centro storico. Un tour dei sensi a 360 gradi!

Il successo dell’iniziativa, l’entusiasmo dimostrato da chi ha partecipato agli eventi, mi hanno convinto a fare un passo avanti per far conoscere il nostro territorio”. Giovanna, farmacista di professione, ci coinvolge nel suo progetto. Si chiama Il Gusto della Passione – lei ne ha da vendere! – e presto diventerà realtà. Coniugherà i suoi interessi, per trasformarli in pacchetti esclusivi rivolti a un target anche internazionale.

Mi piacerebbe far cogliere la bellezza innata della nostra terra attraverso i suoi profumi, ma anche comunicare la dedizione dei piccoli produttori che cercano di rendere i prodotti tipici protagonisti, trasformandoli al fine di creare nuovi prodotti che possano conquistare i consumatori”.

Ho avuto il piacere di lavorare con turisti americani – ci spiega – che mi hanno fatto capire quanto sia apprezzata l’enogastronomia calabrese”.

E quando gli chiediamo quale sia il prodotto più conosciuto, non esita: “la nduja”. L’insaccato calabrese vanta però anche un altro primato:è il più prodotto al mondo. Mancando un marchio che lo tuteli, è facilmente riproducibile. Nel rivelarcelo, Giovanna non nasconde un po’ d’amarezza, ma subito si riprende, per evidenziare come la rassegna agroalimentare ed eventi simili siano fondamentali proprio per promuovere e tutelare i prodotti, non solo calabresi ma del sud.

È raggiante per il successo della manifestazione e con orgoglio ci rivela l’importanza di nomi simbolo della gastronomia italiana, arrivati in riva allo Stretto proprio per prendere parte alla manifestazione. Tra le eccellenze premiate nel corso dell’ultima sera da Gerardo Sacco, presidente onorario dell’Accademia del Bergamotto, si esalta al nome di  Don Alfonso Iaccarino, patron del Don Alfonso 1890, due stelle Michelin a Sant’Agata sui Due Golfi (Na). Tra gli chef italiani più famosi al mondo, è un simbolo della cultura culinaria del sud.

Giovanna è attenta a tutto e mentre parla con noi si accorge della presenza del rappresentante di una delle imprese che hanno aderito alla rassegna. Si tratta di Giulia Alberti, che, insieme alla madre Francesca, porta avanti l’ azienda agricola di famiglia Frantoio del Borgo dedicandosi alla produzione esclusiva di olio extra vergine biologico. Un’azienda storica, che sorge in un luogo incantato, tra Bagnara e Sant’Eufemia, baciato dalla Costa Viola e abbracciato dall’Aspromonte, a circa 700 mt s.l.m. Giulia e Francesca presiedono alla cura di 22 ettari di uliveto, contraddistinto da alberi secolari di due cultivar tipiche, Ottobratica e Sinopolese e da un impianto giovane, da cui ricavano un blend dal profumo e dalle caratteristiche organolettiche uniche.

La bellezza del luogo, la caparbietà e la passione della madre che si è dedicata alla tradizione di famiglia prendendo le redini dell’azienda, hanno spinto Giulia Alberti a lasciare la sua professione di stilista e dedicarsi a questa attività, faticosa, ma “che dà grandi soddisfazioni”consentendo di recuperare un contatto autentico con la natura.

Un’impresa rosa, quindi, che grazie alla creatività di Giulia, all’esperienza della madre e alla dinamicità e professionalità dei loro collaboratori oggi riesce a raggiungere un mercato nazionale e estero.

La storia di questa azienda è appassionante (ci piacerebbe ascoltarle tutte).

Per noi non si tratta solo di vendere un prodotto – ci dice Giulia Alberti – “ci teniamo a valorizzare il nostro territorio”. Non a caso l’azienda partecipa annualmente al Merano Wine Festival, un evento internazionale e un punto di riferimento culturale nel mondo del vino. Qui, nella culla enologica, le imprenditrici hanno portato non solo l’olio di Calabria, ma il bergamotto.

Il 95% dei visitatori non sapeva cosa fosse”, chiosa l’Alberti. Del resto, per diffondere la cultura agricola endogena, le due donne hanno aperto, al centro di Reggio Calabria, un punto vendita – vetrina di prodotti artigianali come gli cioccolatini all’olio o al bergamotto e il panettone artigianale, sempre al bergamotto.

Plauso alla loro passione e dedizione e a quella di tutti quanti gli imprenditori agricoli che si dedicano a portare  le eccellenze della nostra terra nel mondo.