Lo Sci Club di Saracena. Intervista col presidente Fabio Alfano

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Fabio Alfano

Abbiamo incontrato Fabio Alfano, presidente dello Sci Club Saracena “Leone Viola”, associazione che da anni promuove nello splendido scenario delle montagne di Saracena (Cosenza), nel cuore del Parco nazionale del Pollino, la pratica dello sci di fondo ed altre attività escursionistiche, valorizzando il territorio a fini turistici.

Presidente, iniziamo da lei, dalla sua esperienza personale. Come nasce la sua passione per la montagna? 

La mia passione per la montagna nasce con me, sono stato da sempre affascinato dalla natura e dal territorio che ci circonda, dalla sua trasformazione durante le stagioni, dai colori che ci regala e soprattutto dalla pace che alcuni paesaggi mozzafiato ci riescono a donare. Amo la natura in ogni sua aspetto e partecipo con interesse e curiosità a tutte le attività che il territorio ci consente di svolgere: dalla semplice passeggiata alle escursioni più avventurose, dall’uscita di gruppo alla sciata solitaria accompagnato soltanto dalla bellezza e dai ritmi della natura.

Passiamo a spiegare che cos’è lo Sci Club Saracena “Leone Viola”. Quando nasce? Quali sono le sue finalità? 

SciClub_Yrs Calabria4L’amore per la montagna, per la natura, per il territorio del Pollino e la passione per gli sport invernali sono stati i catalizzatori che hanno favorito la nascita dello Sci Club Saracena “Leone Viola”. Nato nel 2009, prende il nome dal compianto ingegnere Viola, uno tra i primi promotori dello sviluppo territoriale e montano, nonché già socio dello sci club Novacco fin dagli anni ’80. Oggi quell’eredità viene presa in custodia, per essere valorizzata e promossa al meglio, da un gruppo di giovani appassionati della montagna che riescono ancora a vedere tutte le potenzialità che la nostra terra offre. Mossi dal grande desiderio di percorrere sentieri incontaminati nel profondo rispetto della natura e alla scoperta di un parco vivo e ancora troppo poco conosciuto, viviamo un comune senso di appartenenza ad un luogo che riconosciamo come unico e prezioso.

Descriviamo ora le sue attività…

Le nostre attività vogliono sensibilizzare la popolazione di tutto il circondario ad una conoscenza consapevole del territorio, finalmente visto come un bene comune da valorizzare, riqualificare e ammirare, esportando il concetto che è possibile vivere la montagna pienamente senza deturparne in alcun modo la bellezza. Le basse temperature sono quelle che più ci piacciono e molte delle nostre attività associative si svolgono nelle stagioni invernali: sci escursionismo e sci alpinismo ci accompagnano durante le nostre avventure e ricalcano gli itinerari che proponiamo. Nelle stagioni più calde l’associazione non si ferma e si dedica alle attività escursionistiche di riscoperta territoriale organizzando uscite tra le meravigliose vette che spiccano nel Parco del Pollino…e non solo. Sciclub_YesCalabria

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Tra gli obiettivi dello Sci Club c’è sicuramente la crescita dell’associazione stessa. Speriamo che le nostre attività possano riuscire a vedere sempre più partecipanti attivi e consapevoli, vorremmo che soprattutto i nostri conterranei riuscissero ad apprezzare al meglio il territorio e le bellezze che ci circondano. Ci rendiamo conto che spesso l’abbandono deriva proprio da una non conoscenza delle risorse stesse, dunque vorremmo rendere più conosciuto questo nostro pezzo di mondo che nulla ha da invidiare al territorio montano nazionale e/o estero.

Da molti anni a Saracena si stanno sperimentando politiche di promozione turistica basate sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico montano. Possiamo fare un bilancio? Cosa resta da fare?

Molte sono state le politiche sperimentate a Saracena per cercare di valorizzare il patrimonio naturalistico e paesaggistico montano. Sicuramente il nostro territorio inizia a farsi sentire, inizia a sussurrare agli altri che c’è e che, come dicevo prima, non ha nulla da invidiare in bellezza ad altre zone turistiche montane ben più famose. La strada da percorrere è ancora lunga, e siamo lontani da un modello turistico montano che possa autosostentarsi, ma crediamo che il sentiero intrapreso possa essere quello giusto se aiutato anche dalla consapevolezza e dalla caparbietà dei singoli oltre che delle istituzioni.