Natale 2019 al MArRC, con il fuoco acceso della memoria

La magia del Natale colora di emozioni l’“appetitoso” programma di eventi al MArRC, per tutti i “gusti” culturali, in un’alleanza tra arti e scienza, tra sapere e divertimento, tra memoria e immaginazione del futuro. Il suggestivo scenario di Piazza Paolo Orsi, “vestito a festa”, ospiterà tanti appuntamenti, da non perdere per grandi e piccini, in un connubio tra ricerca, cultura e tradizione.

Giovedì 12 dicembre, la mattina, dalle ore 9.00 alle 13.00, i visitatori del Museo potranno scoprire l’arte di restituire bellezza e valore – e dunque vita – ad oggetti che sono parte di un unico grande racconto sulla storia comune degli abitanti nella Calabria.

I restauratori del MArRC, Barbara Fazzari e Virgilio Vecchio, infatti, cureranno un laboratorio di restauro aperto al pubblico in Piazza Paolo Orsi. Mostreranno praticamente la delicata arte del recupero, del ripristino, della manutenzione, della conservazione dei beni culturali del patrimonio museale, elemento essenziale e imprescindibile della loro valorizzazione nell’esposizione al pubblico. I funzionari del MArRC lavoreranno “a vista” su reperti di diverso materiale (in ceramica, bronzo e pietra).

Nella stessa giornata di giovedì 12, alle ore 17.30, l’appuntamento è sempre in Piazza Paolo Orsi, nel meraviglioso addobbo natalizio, in compagnia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria e della professoressa Paola Radici Colace, docente di Filologia classica all’Università degli Studi di Messina, presidente onorario e direttore del Comitato scientifico del CIS e delle Cattedre di Teatro Antico e Moderno e di Mitologia Antica e Moderna. La conferenza “Il mito di Epimeteo e Prometeo”, con il supporto di video-proiezioni, è organizzata in collaborazione con il Centro Studi sul Mito (CISM) di Ancona e con l’Accademia Siciliana dei Mitici di Palermo, per il terzo incontro del Ciclo “Mito ed ermeneutica in Platone. Dal mito della caverna al mito di Atlantide”.

Interverranno per i saluti: il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, e la presidente del Cis della Calabria, Loreley Rosita Borruto.

Le festività natalizie sono tempo di doni e un’occasione per riflettere sul grande dono della vita e dei talenti umani, ripercorrendo, con la filologa, il mito raccontato dei due fratelli – Epimeteo e Prometeo –, cui si devono all’origine i beni e i mali dell’umanità. Sono gli archetipi di modi di essere dell’uomo e del suo rapporto con la realtà, con il futuro, con le donne, con la natura, con la tecnica, con la politica, con la religione. Il mito racconta che i due fratelli titani furono incaricati da Zeus di distribuire le qualità e le doti naturali utili per la sopravvivenza tra tutti gli esseri viventi. Epimeteo, però, attribuì tutte le facoltà agli esseri senza ragione e quando toccò il turno degli esseri umani non vi era più nulla da dare. Prometeo, allora, rubò agli dei il fuoco e l’arte e la scienza per gli uomini, e perciò fu condannato all’eterno supplizio. Ragione e sentimento, astuzia e ingenuità, preveggenza e impulsività: sono impersonate nei due fratelli le caratteristiche duali degli esseri umani, per raccontare la storia del mondo.

«La narrazione dello statuto ontologico dell’umanità, che gli dei plasmarono, come le altre stirpi mortali, mescolando terra e fuoco e tutto ciò che si amalgama con questi elementi basilari, è raccontata nel Protagora di Platone attraverso una ristrutturazione profonda del ruolo dei Titani-fratelli Epimeteo e Prometeo», spiega la professoressa Radici Colace. «Queste due figure mitologiche sono entrambe simbolo dell’uomo, due facce della stessa medaglia, di una sola caratteristica tipicamente umana, che è il pensiero. Epimeteo è “colui che pensa dopo (epi-)”, il “ritardato”, mentre Prometeo è “colui che pensa prima (pro-), il “previggente” – continua Colace –. Prometeo, inoltre, rappresenta la caratteristica fondamentale dell’uomo: quella di avere il senso del tempo e di proiettarsi avanti nel tempo pensando, e così superando i limiti angusti della condizione ontologica iniziale dell’uomo».

A conclusione, si svolgerà la cerimonia di donazione al Museo dell’opera pittorica “Il cavaliere e il santo” (cm 180×140) dell’artista Tina Parisi.

Uno tra i capolavori più preziosi della collezione del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la cosiddetta Testa del Filosofo, è tra gli ospiti d’eccellenza alla mostra di archeologia subacquea “Thalassa. Meraviglie sommerse del Mediterraneo”, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, aperta al pubblico dal 5 dicembre 2019 al 9 marzo 2020.
L’esposizione accoglie reperti provenienti dalle collezioni dei più importanti istituti museali del bacino mediterraneo, per raccontare la storia comune attraverso i ritrovamenti del ricco patrimonio archeologico sottomarino. La Testa, che faceva parte di una statua bronzea del V secolo a.C., fu ritrovata nel 1969, insieme ad altri resti di un’antica imbarcazione, nel mare di Porticello (nei pressi di Villa S. Giovanni), vicino alla spiaggia. Pur mancante di alcuni elementi, come l’occhio sinistro, ciocche di capelli e il cordone che doveva un tempo cingere la nuca, questa scultura di testa maschile senile, di pregiata forgiatura, è di un fascino straordinario, per la cura e verosimiglianza dei dettagli, densi di vigore umano – come il naso aquilino o le rughe profonde sulla fronte –, in particolare la folta e lunga barba, in morbidi riccioli che scendono disordinati dal volto, quasi direttamente dai baffi che lasciano appena scoperte le labbra.

In sezioni diverse del percorso espositivo della mostra al MANN, dedicate a temi del Mediterraneo antico – il mare, il mito e il sacro; l’esplorazione; la navigazione; la guerra; il commercio; l’otium; le risorse; la vita di bordo –, saranno presentati al pubblico altri affascinanti reperti del patrimonio del MArRC provenienti dallo stesso relitto di Porticello, come: un frammento del panneggio della statua del cosiddetto Filosofo; un ceppo dell’àncora, uno specchio in bronzo con manico configurato a sirena; un askos (contenitore per unguenti) e alcune ceramiche sempre ispirati all’immagine delle misteriose creature marine con il busto di donna e la coda di pesce; un modellino di imbarcazione; una coppa a vernice a nera; una scatolina; un mortaio; una serie di calamai.