Pennac ai giovani: «Siate attenti, creativi, visionari e lucidi». Alla vigilia dello spettacolo amabile pourparler con il grande scrittore francese

Daniel Pennac

Il prossimo weekend a Cosenza è da vivere nei teatri – Rendano e Morelli – che ci attendono in una dimensione internazionale.

Pronto alla scena del teatro di tradizione cosentino Daniel Pennac, uno degli scrittori più letti del mondo (24 febbraio, matinée per le scuole/25 febbraio, ore 18.30); un ritorno al Morelli, nel progetto More, per i Motus, gruppo cult della scena artistica contemporanea (24 febbraio, ore 20.30).

Alla vigilia dell’esclusiva tappa calabrese del suo originale spettacolo “L’amore esemplare” (che lo vede in scena), omonimo del graphic novel che ha da poco inaugurato la collana Comics di Feltrinelli, Daniel Pennac si concede volentieri ad uno scambio di battute. E’ lo scrittore, ma forse ancora di più il professore, il Pennac entusiasta per la scelta di “Cosenza Cultura” – progetto culturale di partenariato, punta di diamante dell’Assessorato alla cultura – di riservare una recita dello spettacolo agli studenti. «Sono molto contento che degli studenti vengano a Cosenza a vedere “Un Amore esemplare”. Il teatro è qualcosa di naturale per l’infanzia e l’adolescenza. La teatralità è l’espressione naturale di queste età dell’uomo.  Non possiamo lamentarci se i giovani non vanno a teatro perché è il teatro che non frequenta la scuola. Secondo me tutte le scuole dovrebbero avere delle compagnie teatrali». 

“L’Amore esemplare” che ci racconta Pennac, nell’adattamento teatrale dello stesso autore e di Clara Bauer, è uno spettacolo che tocca diversi piani linguistici, non tanto e non solo perché danza su due lingue, il francese e l’italiano, ma soprattutto perché coinvolge il linguaggio del fumetto che prende vita sul palcoscenico nella matita di Florence Cestac, straordinaria disegnatrice e coautrice del romanzo. «Sono assai felice della regia di Clara Bauer – e ancora Pennac – che con quest’opera ha fatto qualcosa di mai realizzato prima d’ora. Associare il fumetto ad un’opera teatrale. È la prima volta che accade, una vera prima in senso assoluto».

Riveliamo allo scrittore francese la presenza a Cosenza di un Museo del Fumetto, il primo a sud e il solo in Italia, per parlare di una creatività che potrebbe trasformarsi in una opportunità di lavoro. «Siate sempre più curiosi, più aperti, più resilienti, più creativi!è il suo messaggio ai giovani. Non siate consumatori di gadget o di idee preconfezionate, non siate gli esseri meccanici che questa società vorrebbe voi foste. Osservate attentamente tutti quelli che intorno a voi incarnano il potere. Apprezzate chi è degno della vostra stima e trascurate chi non merita la vostra considerazione. Insomma siate attenti, creativi, visionari e lucidi».

Un amore lontano dalle convenzioni sociali e per questo esemplare – quello tra Jean e Germaine in un paesino della Costa Azzurra –  è nel racconto di Pennac, che ha accanto gli attori Ludovica Tinghi e Massimiliano Barbini, la complicità delle musiche di Alice Pennacchioni e delle luci di Ximo Solano.

Benjamin Malausséne, protagonista della fortunatissima saga tragicomica uscita dalla penna di Pennac e letta in tutto il mondo, ci riporta al ‘ruolo’ di capro espiatorio che appartiene al geniale personaggio. Pensiamo ad una Beleville immaginaria del sud Italia ma Pennac non ha dubbi «in Italia, come in Francia e in tutta Europa, oggi questo ruolo è rappresentato dai rifugiati. Il nostro pauroso egoismo li configura come vittime sacrificali dei nostri irragionevoli timori».

Á bientôt, Monsieur Pennac!, così per farlo sentire a casa, ma scopriamo che anche l’Italia per lui è casa. «Questa corrispondenza d’amorosi sensi tra me e l’Italia è tra le fortune più grandi della mia vita. E spesso è l’amicizia il legame tra me e alcune regioni italiane : l’ammirazione per Ettore Scola che collego alla Calabria dove l’ho incontrato; l’amicizia con Stefano Benni o Silvia Avallone che mi lega molto a Bologna; la magia in cui Fellini mi ha immerso per tutta la vita ha fatto di Rimini e Roma le capitali del mio cuore; la collaborazione col centro culturale di residenze artistiche il Funaro di Pistoia mi collega con la Toscana, e poi il legame forte con Napoli, dove i miei amici Ludovica Tinghi e Roberto Roberto stanno per aprire il Centro delle Arti della Scena e dell’Audiovisivo, un progetto che mi affascina molto».

A presto, allora. Lo vedremo Daniel Pennac, e non soltanto in teatro, magari in giro per la città, chissà non diventi un po’ come la sua Belleville, uno di quei posti in cui sentirsi a casa.