Una suggestiva escursione verso Monte Montea

La Montea, o Monte Montea. Una delle cime più meridionali del massiccio del Pollino e più precisamente della zona cosiddetta “dell’Orsomarso”, compresa  tra il valico di Campotenese a nord, che la distingue dal “massiccio centrale” dove si trovano anche le cinque cime più alte, e tra il passo dello scalone, oltre il quale più a sud iniziano i monti della Catena Costiera. “La Regina” (così viene spesso identificata dai frequentatori delle montagne calabresi) non sempre si concede facilmente a chi aspira a raggiungere le sue vette, vuoi per le condizioni meteo, che qui sono piuttosto bizzarre per la relativa vicinanza del Mar Tirreno, e vuoi per la sua conformazione. L’aspirante scalatore, qui deve fare i conti con una montagna che, anche non essendo tra le più alte del massiccio, (1825 m.) è molto aspra da qualsiasi lato la si voglia prendere. Per fare la via di salita cosiddetta “normale” o “classica,” che è la più facile (relativamente) delle possibilità di salita, bisogna raggiungere il paesino di Sant’Agata D’Esaro, arrivando o dalla A3 dopo essere usciti allo svincolo di Spezzano Terme/Tarsia Nord, o dalla SS 18 Tirrenica, lasciandola all’altezza di Belvedere Marittimo in direzione Cosenza. Dal centro abitato, poi, una sinuosa stradina, dapprima asfaltata e poi sterrata, porta alla fontana di Cornìa. (La strada nella parte alta necessita quasi sempre di un fuoristrada o di una macchina alta).

Da qui il sentiero passa inizialmente da due abbeveratoi con fontane e poi dopo una breve diagonale a destra, porta direttamente ad impegnare la cresta su terreno che diventa via via più ripido. Il sentiero è evidente a tratti solo all’inizio, poi è tutto su cresta. Quando la salita spiana, non ci si deve illudere, già qui è come aver fatto una bella e faticosa escursione, ma attenzione: siamo ancora a metà dell’opera! Iniziano i famosi “saliscendi spezza gambe” della seghettata cresta della Montea. Ogni cima sembra essere quella più alta, ma non lo è; dopo ce n’è sempre un’altra! Tuttavia, ad un certo punto si giunge su un cocuzzolo dove sono collocati una colonnina trigonometrica dell’IGM e i resti di un traliccio in metallo piegato dagli elementi. Questa viene identificata sulle cartine come cima della Montea (1785 m.) ma in realtà per giungere sulla vera e propria vetta, c’è ancora da faticare. Altri saliscendi, qualche passaggio un po’ più esposto e qualche altra emozione, e ci si trova su di una sommità stretta e allungata… al di là si può solo scendere… questo è il punto più alto. Naturalmente ci si può fermare anche alla prima cima avendo comunque goduto di paesaggi straordinari e potendosi comunque ritenere soddisfatti, anche perché l’impegno fisico richiesto non è poco. Si consiglia comunque di farsi accompagnare sempre da persone esperte e mai avventurarsi da soli, in special modo su questa montagna dove la nebbia è di casa e le condizioni meteo possono cambiare ancora più bruscamente che su altre cime.

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Foto di Franco Formoso

Di seguito il racconto dell’ascesa invernale alla Montea guidata da me e da Franco Formoso per la nostra sezione del CAI di Castrovillari.

CAI Castrovillari, uscita alpinistica invernale del 10 marzo 2016… Ma quest’anno è stato molto avaro per quanto riguarda le precipitazioni nevose, tant’è che ormai ci eravamo rassegnati a fare una semplice escursione “a secco”. Ma finalmente l’amica bianca decide di fare la sua comparsa!!! Ok, è caduta solo da pochi giorni… a noi serviva già trasformata per fare quello che avevamo preventivato… ma va bene anche così, meglio che niente!

Giustamente i canali sono da evitare: pericolosi con neve fresca e presenza di cornici in alto, quindi una cresta… mmm… una cresta… Montea!! E che cresta!!  Con la “Regina dell’Orsomarso” si va sul sicuro, lei regala sempre emozioni e scorci indimenticabili.

Eccoci all’appuntamento. Peccato che il tutto coincida con la settimana bianca che la nostra attivissima sezione organizza ogni anno, questo fa si che i soci siano divisi tra le due attività, ma la partecipazione è comunque notevole. Con molto piacere ritroviamo tra di noi alcuni amici del CAI di Reggio Calabria ed altri amici pugliesi, questo a dimostrazione, anche se è cosa bella e risaputa, che la montagna unisce, la passione per le alte quote spinge a fare chilometri e chilometri, per ritrovarsi a scalare insieme verso un intento comune e a percepire insieme tutto il bello che l’ambiente in cui ci si trova ci regala.

Un bel gruppo… tutti sono ansiosi di ricevere i doni della “Regina”, e allora via!

Non disponiamo di mezzi fuoristrada, e quindi ci dobbiamo fermare prima della fontana di Cornìa, classico punto di partenza. Un chilometro circa di cammino in più, ma non importa! Passiamo per il nuovissimo rifugio in legno apprezzandone l’utilità come punto di appoggio per future ascensioni specialmente invernali, e giunti alla fontana, poco sopra, cominciamo a valutare le possibilità di salita. Non bisogna nemmeno pensarci tanto, si decide per la Serra del Finocchio! Questa è una cresta secondaria molto panoramica e a tratti affilata che va ad intersecare la cresta principale, cioè la via normale per la Montea, qualche centinaio di metri prima della cima del pilastrino IGM, (1785 m.) cioè la seconda della montagna come altezza. Il gruppo procede affiatato sul sentiero che dapprima attraversa in direzione O-NO la base della montagna, e poi altrettanto motivato affronta la dura erta che ci deposita sulla cresta della Serra, dove le nuvole, che fino a poco prima non c’erano, fanno la loro comparsa creando un ambiente molto bello e suggestivo. Il filo di questa cresta rocciosa, in questo caso parzialmente innevata, è stupendo. Secondo me la via di cresta più bella per salire su questa montagna. Alcuni passaggi simpatici sulle roccette innevate del tratto più affilato ci portano poi nel pieno inverno del crinale principale: qui la neve è tanta, ma anche le nuvole ci avvolgono. Ma è bello anche così, la montagna va vissuta in tutti i suoi umori, non si può pretendere di trovare sempre il cielo terso… basta coglierne l’essenza ogni volta e anche con il tempo non bello essa ci dà qualcosa da riportare a casa, custodita nei nostri cuori. Chi fa la traccia fatica non poco, qui ormai la neve è alta e fresca, ma dopo un po’ siamo al pilastrino, che ahimè, troviamo riverso a terra, vittima del vento fortissimo che c’è stato circa una settimana prima. Immagino che quassù debba essere stato immane, se penso che quasi staccava una persona da terra nei posti più bassi e meno esposti dove viviamo di solito… d’altronde, per spezzare un pilastro triangolare in ferro, anche se nel punto in cui è saldato, ce ne vuole!

Bene! Da qui adesso c’è da raggiungere la vetta vera e propria! Si cambia assetto, se finora abbiamo usato i bastoncini, adesso si tira fuori la picca, ma non c’è bisogno di ramponi, che restano negli zaini. Il tratto che unisce le due  cime è più tecnico e presenta alcuni passaggi più esposti, che oggi però saranno facilitati dalla presenza di tanta neve morbida. E si va! Giù dalla cima del pilastrino per aggirare il precipizio che presenta verso nord-ovest, e poi di nuovo in cresta. Qui cambia tutto. I pini loricati, veri padroni di questi posti, adesso si presentano galavernati… uno spettacolo, una meraviglia…

Procediamo in un ambiente da sogno… e poi eccoci al passaggio esposto: facile oggi, se la cavano tutti bene. E’ sempre più duro fare traccia, ma siamo determinati, e quindi eccoci sotto la cuspide della cima (1825 m.) la cui risalita presenta un tratto di una ventina di metri un po’ più ripidi con alcuni simpatici passaggi. Tutti bene anche qui, e ci siamo! Potremmo essere in qualsiasi parte del mondo, non si vede nulla intorno, le nuvole ci hanno inghiottito, ma noi siamo consapevoli di essere sulla cima di “The Queen”, e le sensazioni che si provano, lo fanno capire anche a quelli che oggi sono qui e che non c’erano mai stati… impossibile non emozionarsi quassù.

Bravi tutti, ma una persona è doveroso citarla: Lucia, nuova socia della nostra sezione. Per lei prima volta  sulla cima più alta della Montea e prima sua salita in assoluto con la piccozza in mano… niente male!!!

A presto, per emozionarci ancora insieme…