“Turandot” ai Ruderi di Cirella

Dopo la tappa locrese, il Calabriae Opera Musica Festival propone  nuovamente “Turandot”, dramma lirico in tre atti su libretto di Giuseppe Adami, nella versione originale di Giacomo Puccini, il 5 agosto alle 21.00 presso i Ruderi di Cirella/Diamante con la regia di Renato Bonajuto, regista di fama internazionale e Segretario artistico del Teatro Coccia di Novara, e la direzione dell’Orchestra del Teatro Cilea di M. Manuela Ranno, già apprezzata in Calabria per “Il barbiere di Siviglia” (agosto 2018), “La traviata” (settembre 2019) e “L’arca di Noè” (aprile 2019).

Sosterranno i solisti il Coro del Teatro Cilea, istruito dal M. Bruno Tirotta, e il Coro delle voci bianche IC De Amicis-Maresca, composto da quindici alunni della scuola secondaria di primo grado, istruito dal M. Alessandro Bagnato e diretto dal M. Giuseppe Galluzzo.

Il cast prevede Zvetelina Vassileva nel ruolo del titolo, Davide Ryu che sarà Calaf e Francesca Romana Tiddi che interpreterà Liù.

Affiancheranno i protagonisti, Antonio De Gobbi (Timur), Salvatore Grigoli (Ping), Massimiliano Silvestri (Pong) e Raffaele Feo (Pang).

L’assistente alla regia è Sofia Lavinia Amisich che firmerà anche le coreografie. Il direttore di scena sarà Annunziato Gentiluomo e Domenico Camera il Maestro Accompagnatore. Le scene e i costumi sono della S.O.L.T.I di Ermanno Fasano mentre le luci sono di Matteo Service. Il trucco e le acconciature sono curati da Alfredo Danese.

“«Qui finisce l’opera perché a questo punto il Maestro è morto».  Sono le parole pronunciate dopo aver deposto la bacchetta, alla prima esecuzione del 25 aprile 1926, dal direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Era appena risuonato il Mib funebre che sanciva il compimento del rito: Puccini era morto infatti a Bruxelles il 29 novembre 1924, insieme a Liù, incarnazione del sacrificio per amore, lasciando sul suo capezzale pagine di abbozzo e di schizzi per la conclusione di Turandot. Ma se era difficile per lui, che aveva concepito un progetto tanto ambizioso, figuriamoci per un collega onesto come Franco Alfano, ma del tutto estraneo alla drammaturgia e al linguaggio che dominano lo stile musicale del Puccini maturo. In questa nostra rappresentazione di “Turandot” cercheremo di rendere omaggio a uno dei più grandi orchestratori e uomini di teatro del ’900 e abbiamo ritenuto più corretto non terminare l’opera con un’aggiunta estranea, quanto piuttosto rappresentarla così come avvenne in occasione della première”, precisa il M. Manuela Ranno.

“Turandot”, l’opera incompiuta di Puccini, rimane un capolavoro. Fino all’ultima nota si conferma una delle più belle espressioni della lirica mai scritte. Portare in un contesto come quello calabrese questo melodramma è una sfida, un’operazione molto coraggiosa. “Turandot”, infatti, è una di quelle opere dette colossal poiché richiede un grande organico di orchestrali, di coristi, di figuranti e anche di cantanti. Essendo una favola, è giusto, a mio avviso, lasciare emergere il senso di immaginifico che è anche il bello di questa storia. Mi sto molto concentrando registicamente su Ping, Pong e Pang che sono i tre personaggi che giostrano la narrazione. Su di loro sto facendo un grande lavoro, senza trascurare i tre protagonisti che, in questo allestimento, hanno voci realmente interessanti e che sono sicuro saranno ben accolti dal caloroso pubblico di questa terra. È la prima volta che collaboro con Zvetelina Vassileva, soprano bulgaro di cui ho già avuto modo, durante le prove, di constatare la grande vocalità che, a mio avviso, è adatta al ruolo di Turandot che richiede un lirico spinto, dal sapore tedesco, wagneriano e straussiano. Davide Ryu, allievo di Raina Kabaivanska, sarà Calaf. Ho lavorato con lui in “Norma”, lo scorso novembre al Cilea di Reggio Calabria, notando grandi doti e una potenza vocale sicuramente conforme al ruolo. In quella produzione c’era anche Francesca Romana Tiddi che interpretò con grazia e precisione Adalgisa. Lei sarà Liù e sarà capace di portare in scena con attenzione tutto il dramma del personaggio”, precisa il regista Renato Bonajuto.

“L’immagine della principessa Turandot è multistrato e misteriosa. In genere è una donna così piena di amore da averne paura ed esserne molto gelosa. È un ruolo complesso e la partitura è tra le più impervie del repertorio pucciniano. L’esperienza qui in Calabria è veramente meravigliosa. Ho incontrato molte persone di talento e grandi professionisti. L’impegno è tanto e stiamo realizzando qualcosa di bello che, a mio avviso, farà vivere al pubblico intense e indimenticabili emozioni”, afferma Zvetelina Vassileva.

“Parto dalla fine, da quel finale che coraggiosamente si metterà in scena così come l’ha scritto, lasciato e fortemente amato Giacomo Puccini. La morte di Liù anticipa di poco quella del Maestro, ed è un finale apparentemente triste, ma racchiude in sé un messaggio di speranza, luce e liberazione, così come sottolinea quell’ottavino che si stacca dall’orchestra, acuto e leggiadro, nelle ultime battute. Quell’ottavino è, secondo me, lo spirito di Liù, che non soltanto muore per non rivelare il nome dell’amato (“perché egli vinca ancora”), ma muore insegnando a Turandot una lingua a lei sconosciuta, quella dell’Amore, e perdonando tutti, compreso il popolo e i suoi aguzzini. Timur tuona “l’anima offesa si vendicherà”: non Liù. Il suo è un messaggio rivoluzionario di Amore e Perdono, che forse Turandot farà suo, liberando finalmente il suo popolo e sposando il Principe Calaf. Nel finale di Alfano tutto ciò si verifica puntualmente: nel finale di Puccini si deve scorgere la luce tra le tenebre, perché nella musica del Maestro tutto è meravigliosamente godibile, ma nulla risulta mai palese e scontato. Felice di interpretare questo ruolo e contenta di farlo in Calabria in un allestimento così ben strutturato”, precisa Francesca Romana Tiddi.

“L’anno scorso questa magnifica organizzazione mi invitò a cantare in “Norma”. Affiancai Marily Santoro come Pollione. Era la prima volta in Calabria. Questa volta al Calabria Opera Festival realizzo il sogno di tutti i tenori del mio repertorio. Sarò Calaf, il principe ignoto del regno tartaro, che nel vedere la gelida principessa Turandot si innamora di lei. Dopo aver assistito alla risoluzione dei tre enigmi da parte di Calaf e soprattutto al suicidio di Liù, la principessa scopre l’amore. Per interpretare questo ruolo, dalla partitura impervia, è necessaria una grande dose di drammaticità vocale in linea come la natura del personaggio. Sono grato di lavorare con grandi registi e direttori, come Bonajuto e Ranno, e ringrazio i miei colleghi, il coro e l’orchestra per il bel clima con cui si sta procedendo. Sarà un imponente allestimento che colpirà i presenti”, dichiara Davide Ryu.

Si ricorda che il progetto del Calabriae Opera Musica Festival è frutto della sinergia tra l’Associazione Traiectoriae, l’Orchestra e il Coro del Teatro Cilea di Reggio Calabria, e che la direzione artistica porta la firma di Domenico Gatto e Orlin Anastassov.

“Una tappa obbligata data la magnifica location e dato il bel rapporto che si è venuto a creare col tenore diamantese Massimiliano Silvestri che, dopo Nemorino, sarà in questa produzione Pong. Mi auguro che sia solo l’inizio di un proficuo e duraturo sodalizio, che spero coinvolgerà anche l’amministrazione di Diamante molto attenta alla cultura e all’opera lirica”, conclude Domenico Gatto.

I biglietti, il cui costo è 40 euro, sono acquistabili presso Suoni e Ultrasuoni (Diamante), Edicola da Rossella (Cirella), il Lido Caporena (Praia a Mare), il Candy Sweet Jewelry (Scalea) e il Romano Multistore (Cetraro), e on line su Inprimafila all’urlwww.inprimafila.net.