Bruno Tarsia, l’architetto reggino innamorato dell’arte e del design, oggi è l’interior stylist di Marie Claire Maison

Abbiamo contattato al telefono Bruno Tarsia, interior stylist per Marie Claire Maison, con collaborazioni importanti nel design dell’arredamento, dei tessuti e del fashion. Reggino di nascita, dopo una laurea in architettura conseguita presso l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, a 26 anni è volato a Milano per realizzare i suoi sogni.  Passione per l’estetica, l’arte e il design, voglia di esplorare nuovi orizzonti e di mettersi in gioco sono gli ingredienti del suo successo.

Come hai scoperto la tua passione?

Ho sempre avuto la passione per l’arte, tanto che a Reggio ho frequentato una scuola di danza, un centro d’arte e ho imparato a suonare il pianoforte. Ho anche realizzato delle mostre. Dopo alcune piccole esperienze di lavoro nella mia città, ho capito di non essere interessato alla progettazione edilizia, ma piuttosto all’arredamento.

Mio nonno aveva una falegnameria. Io sono vissuto in quell’ambiente…ricordo che non facevo altro che sfogliare riviste d’arredamento.

Quando ho capito quale fosse la mia propensione, ho partecipato a una selezione per frequentare un corso regionale in scenografia presso la Fondazione Accademia d’Arti e Mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala. Mi ricordo di aver mandato il mio portfolio lavori “tanto per” … non credevo mi avrebbero mai preso perché i posti disponibili erano davvero pochi. Ora non rammento il numero preciso, ma si aggirava tra i 12 e i 14 partecipanti. Invece, dopo un mese di attesa, mi hanno chiamato per dirmi che ero stato selezionato. È stata un’esperienza bellissima!

Quant’è durata quest’esperienza?

Sei mesi, davvero intensi. C’erano architetti, scenografici, grafici, tutti accomunati da uno spiccato talento in un’arte. Grazie a quel corso ho potuto accostarmi al mondo del teatro, studiare la storia della scenografia e vedere tante opere teatrali – è euforico mentre parla – e sono riuscito a conoscere meglio Milano. All’inizio non è stato facile abituarsi a un ambiente diverso!

Oggi sei conosciuto sia come interior stylist sia come designer: come sei arrivato fin qui? Com’è stato il tuo percorso?

Dopo il corso in scenografia ho inviato il curriculum a vari studi, poi improvvisamente ho iniziato ad accompagnare una stylist che lavorava su un set fotografico per un servizio. Gli facevo da assistente e mi sono appassionato a questo lavoro. Ho capito che avrei voluto realizzare dei progetti per interni, creare uno stile, un’ambientazione. Quando ho saputo che uno studio di Milano cercava un interior stylist per una collaborazione fissa, mi sono subito proposto. Ho lavorato con loro per cinque  anni realizzando set fotografici per interni.

Cosa fa in concreto un interior stylist? Qual è la tua firma stilistica?

Il nostro compito è creare delle ambientazioni, comunicare uno stile attraverso delle idee estetiche. Per me, però, il nostro lavoro va oltre: diamo un’anima agli ambienti….attraverso gli oggetti ricreiamo un’atmosfera in grado di parlare della persona che li vive.  È una capacità che le persone con cui lavoro mi riconoscono. Spesso mi dicono che dentro i miei set c’è una persona che ha un’anima.

Mi piace far emergere quest’anima attraverso accostamenti inusuali…è da questi accostamenti che per me scaturisce l’armonia! In ogni mio progetto, mi circondo di ciò che per me è bello. Un vaso, un tavolino, sono per me come delle persone che stanno bene insieme.

Sul tuo sito, ti definisci eclettico e poliedrico…

Si, mi piace inventare nuovi canoni estetici e lavorare non solo con gli oggetti di design, ma anche con i tessuti, i gioielli, la moda. Oltre a realizzare degli shooting per il fashion, ho disegnato alcuni mood per tappeti (anche per Karpeta) e degli oggetti d’arredo.

Senza dimenticare mai che hai una collaborazione fissa con Marie Claire maison!

Si … anche qui la cosa è stata abbastanza casuale. Sapevo che c’era stato un cambio di direzione e ho provato a inviare il mio book, redatto in modo molto semplice. Volevo far capire quale fosse il mio stile, il mio modo di lavorare. Il direttore mi ha accolto e mi ha affidato un servizio per un’altra testata d’arredamento. Il tema era l’Africa. Ho realizzato un’ambientazione su sfondo bianco, molto particolare, piena di luce. Il progetto è piaciuto talmente tanto che Elle Decoration ha deciso di pubblicarlo su diverse edizioni internazionali, dall’Olanda alla Cina.

È stata una grande soddisfazione, ma non mi sento arrivato! Anzi, ogni giorno miro a ottenere risultati più alti. Sentirsi arrivato, significa essere alla fine. Il mio lavoro è fatto di ricerca, conoscenza, aggiornamento e gusto estetico. Nella qualità del mio lavoro metto la mia voglia di crescere.

Oggi si parla molto di crisi del mercato e di assenza di opportunità, soprattutto per chi sta al sud. Quale consiglio ti senti di dare ai giovani laureati calabresi?

I giovani devono capire prima di tutte quali sono le loro aspirazioni, avere fiducia in se stessi e voglia di provare strade nuove, senza scoraggiarsi mai. E soprattutto devono mettere in quello che fanno grande passione. Ci sono tantissimi professionisti bravi, ma la passione è il plus valore che può fare emergere uno piuttosto che un altro. È una firma esclusiva.  Spesso sento dire dai ragazzi calabresi che vorrebbero fare un’esperienza professionale, ma che non hanno i soldi. Bisogna affrontare il proprio percorso con umiltà, accettando anche di fare lavori precari e differenti dal proprio obiettivo prima di arrivare alla meta. Anch’io ci sono passato! E adesso sono contento del cammino che ho fatto. Credo che il merito sia stato anche della mia voglia di riscatto! A volte mi dico che forse, se fossi nato a Milano, non sarei dove sono. Invece il mio progetto, la mia ambizione sono state ferree anche perché volevo assolutamente affrancarmi dall’essere guardato in modo differente perché calabrese.

Qual è il tuo rapporto con la Calabria e con la tua città?

La mia terra è sempre stata e continua ad essere fonte d’ispirazione con la sua luce e i suoi colori. A volte utilizzo accostamenti cromatici importanti per trovare una nuova armonia di colori. Un’armonia che mi trasmette la Calabria con il suo sole, il suo mare. La Calabria è la mia famiglia, è la mia origine e non potrei farne a meno.

Bruno Tarsia è un  talento calabrese ormai riconosciuto a livello internazionale come dimostra la pubblicazione di due suoi lavori nell’ultimo libro Kaleidoscope: Living in Color and Patterns pubblicato dalla Gestalten. Un’ opera importante che raccoglie i lavori d’interni di designer di tutto il mondo. Nell’ultimo numero, è Bruno la firma che rappresenta la Milano del design.