Cesare Basile in concerto per rifugi d’aria:BORDER

A quasi due anni di distanza dal precedente “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più” che gli è valso una seconda Targa Tenco per il miglior disco dialettale del 2015, ecco tornare in Calabria, nell’ambito di rifugi d’aria:BORDER, una tre giorni multiculturale promossa da Ex Convento a Belmonte Calabro (Cs), il songwriter siciliano Cesare Basile.

Sabato 7 ottobre, l’autore presenterà dal vivo, un nuovo album di storie e canzoni: “U fujutu su nesci chi fa? ”, un canto dell’anima buia e profonda in cui Basile dà forma e sostanza a un pugno di canzoni che si materializzato immediatamente in altrettanti pugni nello stomaco di chi ascolta.
Ancora una volta la scelta ricade sul dialetto siciliano, che si fa lingua e suono, oscuro e vivo, arcaico e contemporaneo al tempo stesso.
E’ il suono del disco a marcare un fluire musicale totalmente inedito: è un mantra
mediterraneo fatto di blues e di musica africana, di brani ipnotici spesso basati su un solo accordo, di polifonie vocali e di controcanti femminili, di ossessive poliritmie percussive.

L’album esprime voglia di raccontare e di essere raccontato: come se le canzoni fossero pre- esistenti al momento in cui Cesare Basile è stato da loro trovato, nella sua veste di cantore dei “crocicchi” dell’anima scura e delle storie disperate in perenne ricerca del loro racconto.
Sono storie che parlano della volgarità del potere politico-economico che ci vorrebbe tutti schiavi e silenti a condurre una vita sana e regolare, senza responsabilità nelle scelte e con un mare di stronzate da consumare.
La vera vita da desiderare.
Quella per cui addirittura dovremmo ringraziare.
Il punto di vista umanista è in linea di continuità con il pensiero del cantautore siciliano: si tratta di storie e di canzoni che raramente trovano chi le canti, e che narrano, da una diversa visuale, della proiezione amara che tutti noi siamo oggi costretti a subire nelle lacrime e nel sangue degli oppressi e dei vinti, sopraffatti dalla brutalità del potere costituito che sempre più spesso e palesemente opera In barba alla vita umana e al suo sacro utilizzo, che viene così
stravolta e calpestata, barbaramente umiliata, triturata e sputata fuori alla fine della catena di montaggio del dolore e del castigo.Che ben paga i potenti.

Il concerto, si inserisce all’interno della II edizione di rifugi d’aria_Border, festa di comunità che dal 6 all’8 ottobre indagherà il tema dell’oralità che diventa fiaba e racconto, in diversi luoghi del borgo di Belmonte Calabro (Cs).
Il progetto promosso da Ex Convento, con la direzione artistica di Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, rinnova la propria riflessione sul fare cultura ai margini, declinandola in questa tre giorni in una programmazione eterogenea ma fortemente coesa intorno al tema scelto da sviluppare: l’importanza della narrazione come detentrice di saperi, tradizioni e memoria e allo stesso tempo come pratica comunitaria di costruzione culturale e sociale.

Programma completo su www.exconvento.it