“Cambiamenti climatici e sviluppo rurale. Gestione attiva per la multifunzionalità delle foreste calabresi”. É il tema del simposio svoltosi a Castrovillari presso la sede del Parco Nazionale del Pollino di Palazzo Gallo, su iniziativa dell’ente di formazione Infolife.
L’evento, che ha avuto il patrocinio dello stesso Ente parco del Pollino e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Cosenza, rientra nelle attività di formazione e di trasferimento di conoscenze in ambito agricolo e forestale finanziate dalla misura 1 del Psr Calabria, lo strumento di programmazione comunitaria basato sul fondo FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), che permette alle singole regioni italiane di sostenere e finanziare gli interventi del settore agricolo – forestale e accrescere lo sviluppo delle aree rurali.
Tra i relatori dell’importante appuntamento anche il direttore del CNR-Isafom Giorgio Matteucci, al quale è toccato di trattare un argomento di grande attualità, mai come adesso al centro del dibattito scientifico e politico in Italia e in Europa: “La gestione attiva delle foreste per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
“C’è bisogno – ha detto Matteucci – di uno sforzo di mitigazione del fenomeno, riducendo i gas serra, avvalendosi della funzione di assorbimento del carbonio da parte delle foreste. Allo stesso tempo è necessario porsi il problema dell’adattamento ai cambiamenti climatici, che sono già in atto, già hanno prodotto i loro effetti, agendo, ad esempio, sulla fisiologia delle piante, che significa cambiare la loro tipologia laddove è possibile”.
“Una gestione attiva delle foreste – è stata la conclusione di Matteucci – significa anche aumentarne la redditività. Oggi nel nostro Paese le foreste coprono una superficie di 11 milioni di ettari, con un aumento del 72% dal 1936 ad oggi. Nondimeno, solo il 9% delle stesse gode di una certificazione, mentre negli ultimi anni si è assistito ad un crollo del 25% dell’economia forestale, con tante imprese che hanno chiuso battenti. Credo che ci sia molto da fare su questo terreno, soprattutto in Calabria”.
Prima del direttore del CNR-Isafom, Pasquale Marziliano, ricercatore presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si era soffermato sul rapporto tra cambiamenti climatici e incendi boschivi, con particolare riferimento ad esperienze di prevenzione e tecniche di spegnimento.
Argomenti che hanno trovato spazio anche nella relazione di Raoul Romano, ricercatore presso il Centro Politiche e bioeconomia del CREA e Coordinatore del Gruppo Foreste della Rete rurale nazionale e del Gruppo normativa forestale del Mipaaft, che ha affrontato la questione dello stato di attuazione del nuovo Testo Unico forestale.