I Guardiani dello Stretto

I due Piloni elettrostatici dello Stretto di Messina, per la loro imponenza e per la funzione sociale ricoperta in oltre 30 anni di esercizio, hanno guadagnato nel tempo un’ immagine quasi mitologica. Viaggio nei segreti della Torre calabra di Santa Trada.

Lo Stretto di Messina è stato definito in mille modi, immortalato in mille altri, filmato anche nelle viscere. Ma pochi zoom sul braccio di mare più bello e tormentato al mondo, valgono quanto uno scattato dal Pilone di Santa Trada. Eretto fra il 1955 ed il 1958, anno in cui entrò in funzione il traliccio elettrostatico più alto del pianeta, il Pilone di Santa Trada è il gemello omologo e corrispondente del pilone di Punta Faro a Ganzirri, che ne condivide al millimetro quote dimensionali e tecniche, al contrario di quanto riporta un vecchio luogo comune che accredita la torre siciliana di una maggiore altezza.

Le misure riportano 226 metri in verticale dalle zampe d’appoggio e 75 metri di interasse della mensola più larga, quella che ospitava i pesanti cavi elettrici. Gli 8,50m di altezza in più che nella storia sono stati erroneamente accreditati alla torre siciliana, sono quelli della piattaforma d’appoggio di calcestruzzo armato, costruita sul litorale sabbioso siculo, per motivi di stabilità strutturale ed innalzamento della catenaria (parabola rovesciata) di discesa dei cavi. La base del pilone calabro, di identiche dimensioni, è invece annegata nel promontorio. Il Pilone è stato costruito in un incrocio di latitudine e longitudine strategicamente perfetto, frutto al tempo di lunghi e approfonditi studi. Già dalla mensola principale quotata a 200,40 metri esatti da terra, lo spettacolo è impressionante, con la vista congiunta dell’Etna, di tutto lo Stretto di Messina, di tutte le Isole Eolie, di Milazzo, della Costa Viola, del Porto di Gioia Tauro e di Capo Vaticano. L’affaccio dal Pilone di Santa Trada, raggiunge infatti nelle due mini mensole laterali, quelle che ospitano le luci di servizio, la quota altimetrica espressa dalle Torri Gemelle, che avevano al metro 404 dei 417 misurati alla livelletta verticale, il punto d’osservazione sulla città di New York. È come quindi se ci fosse una delle due Twin Tower sullo Stretto, con la formidabile differenza che una struttura aperta però, a visitarla incute molto più timore di una costruzione chiusa come un grattacielo. I gradini per passare dal livello terra all’ultima delle mensole in quota, quella all’apice assoluto, sono ben 2.220, tanto che salire e soprattutto scendere dal Pilone di Santa Trada, richiede un ottimo allenamento. La pendenza raggiunta dalle scale è infatti di ben 55 gradi, molto rilevante. Per farlo sono presenti dei camminamenti protetti da tubi alti 120 cm. I piloni sono stati dismessi progressivamente a partire dal 26 febbraio del 1992, dopo 34 anni in cui hanno elettrificato grandi aree della Sicilia Orientale. Fra i due tralicci correvano sei cavi da 36 mm ciascuno, di rame rivestito d’acciaio, concepiti e sistemati fra loro lontani 25 metri, per non collidere sotto l’azione del frequente e forte vento in quota. La bassa conduzione elettrica di questa soluzione mista, sostituita dal passaggio di cavi interamente in rame di spessore maggiore posati dal 1986 sott’acqua in corrispondenza del punto meno profondo di-72 metri, era da addebitare al rivestimento acciaioso, più dispersivo come conduzione energetica. Ma necessario per dare più resistenza flesso-torsionale. Anche le estremità delle mensole che portavano il carico dei cavi laterali, sono ancorate a una tiranteria molto flessibile, che flette vistosamente al passaggio a piedi. Il pilone è una struttura ideale a livello ingegneristico, perché usa lo schema della trave reticolare: snello e aerodinamico, il traliccio fa lavorare ogni singolo elemento del suo telaio, nei due soli sensi orizzontali, aspetto ideale per molti tipi di strutture che devono essere snelle e resistenti. Resta infatti una soluzione molto utilizzata nel mondo intero. Ognuna delle 4 zampe d’appoggio conta ben 16 bulloni passanti con filettatura da 108 millimetri, annegati in appoggi di calcestruzzo armato, spessi ben 155 cm: le fondamenta dei piloni sono degli impressionanti bunker. Anche la loro posizione, con il vertice avanzato, li rende più resistenti alle flessione dovuta al carico dei cavi, che si prolungavano anche dopo il passaggio sulle carrucole dei piloni, estendendosi sino alle centrali elettriche di riferimento, risultando così i più lunghi del mondo.

Il Pilone e’stato concepito per resistere a sismi fino a 7 gradi Richter, sopportando anche 5 accelerazioni nello stesso verso in senso orizzontale: un clichè di sicurezza sovrabbondante per l’epoca. Nel 2006 è stata avanzata la proposta di dichiararli Bene Architettonico dell’Umanità, presso l’Unesco. Dal 2008 appartiene a due professionisti della zona, i quali hanno concepito diversi progetti di valorizzazione delle strutture, sottoposti al vaglio delle istituzioni competenti.