Nido di Seta punta al crowdfunding per finanziare il progetto della prima Filanda del Sud d’Italia

Al lavoro sulla filanda silk reeling machneIn Calabria siamo abituati a sentire di giovani che vanno via per trovare lavoro e realizzarsi professionalmente. Può accadere però anche il contrario…giovani che, dopo essersi formati fuori, tornano a casa con una valigia piena d’idee e tanta voglia di fare! È questa ad esempio la storia di tre ragazzi originari di San Floro, un piccolo borgo in provincia di Catanzaro, un tempo dedito all’arte della sericoltura, che, uniti dalla passione per le proprie radici, dall’amore verso l’ambiente e dal desiderio di dare nuovo slancio all’economia del luogo, hanno deciso di tornare in Calabria e realizzare un progetto, di lavoro e di vita. Nasce così “Nido di Seta”. Definirla semplicemente una cooperativa ci sembra riduttivo: è un vero e proprio modello di sviluppo sostenibile e alternativo che integra risorse naturali, artigianato e turismo culturale. Miriam, Giovanna e Domenico – questi i nomi dei tre caparbi e avanguardisti imprenditori– sono partiti da ciò che offriva il luogo natio per tessere insieme le loro idee creando un tutt’uno che possiamo definire un unicum. Lo stesso nome è un omaggio alla bellezza del luogo: le 3.000 piante di gelso che i giovani imprenditori hanno avuto in gestione dal Comune, sono circondate da un percorso naturalistico a cerchio. “La valle dei gelsi, all’interno del cerchio, è come un nido dove tutto prende forma”.

190508 (19)La loro attività principale è la gelsicoltura, seguita in tutte le fasi, dalla coltivazione dei gelsi fino alla produzione del prezioso filato. Non si sono però fermati a questo! Nel rispetto del principio di valorizzare le risorse del luogo, hanno sviluppato una serie di attività correlate. Oltre ai prodotti tessili unici per qualità e finitura, tinti con coloranti naturali, ci sono i particolarissimi gioielli della linea Nicò bijoux, creati dall’incontro tra la seta di San Floro e la ceramica di Squillace.  Nulla si butta, tutto va adeguatamente sfruttato. E così dal faticoso lavoro di coltivazione dei gelsi,  Miriam, Giovanna e Domenico ricavano anche le more che vendono sia fresche sia trasformate in deliziose confetture biologiche.  Le competenze diversificate dei tre ragazzi in lingue, in sociologia e in arte, hanno permesso loro di maturare un’altra idea vincente: costruire un percorso di sviluppo del territorio facendo leva sulla bellezza paesaggistica. Ecco quindi i pacchetti turistici esperienziali: i visitatori possono provare in prima persona l’attività della gelsibachicoltura e godere di un tour storico – naturalistico  a tappe che  prevede la visita al Museo della Seta (sempre gestito dalla cooperativa) e la camminata lungo il percorso naturalistico ad anello.  E per sensibilizzare i giovani alla sericoltura non mancano progetti didattici destinati alle scuole.

HPIM1266.JPG

Incuriositi dalla loro storia, che ormai spopola sul web, abbiamo chiesto e ottenuto un’intervista telefonica con Domenico Vivino, presidente della cooperativa. Una piacevole chiacchierata che ci ha illuminato sulle opportunità che l’arte della seta può offrire in Calabria grazie anche a un nuovo importante progetto made “Nido di seta”.

Buongiorno Domenico e complimenti per l’iniziativa. In pochi anni siete riusciti a dare vita a un’iniziativa di valorizzazione integrata del territorio a basso impatto ambientale. Qual è stata l’idea vincente?

Nel 1998 il Comune di San Floro aveva avviato un progetto sperimentale di recupero della tradizione dell’arte serica. In quell’occasione erano state piantate circa 3.000 piante di gelso.  La nostra idea è stata quella di recuperare il gelseto, ormai trascurato e di riavviare l’arte della gelsibachicoltura per cui San Floro una volta era famoso. Volevamo concentrarci sulla terra e valorizzare tutto quello che offriva. La nostra è un’idea nuova di fare impresa. Abbiamo ripreso l’allevamento del baco da seta, ma ci siamo dedicati anche all’agroalimentare acquisendo le nozioni per realizzare una coltivazione biologica  – i gelseti sono certificati bio – e creare prodotti di alta qualità. In più, ci siamo collegati al turismo eco-esperenziale. Grazie alle competenze di Miriam – esperta nel settore turistico e delle corrispondenze estere, parla correttamente tre lingue– siamo riusciti a collegarci a tour operator internazionali ottenendo richieste dall’Europa e dall’America. E poi ci sono le scuole. L’anno scorso è stato un boom di visite: 3500 presenze in un paesino di 600 abitanti.

E per la seta, avete richieste?Nido

La nostra produzione per adesso è artigianale: lavoriamo a mano su antichi telai a quattro licci. Non riusciamo a produrre grandi quantitativi, ma è sufficiente per soddisfare il nostro fabbisogno. Realizziamo articoli come scialli, coperte, tovaglie, tutte in seta greggia, rispettando il concetto di sostenibilità ambientale.

Il vostro prodotto è bio e di ottima qualità. In futuro pensate di espandere la produzione della seta?  La Cina, da sempre leader nell’esportazione di questa fibra, sta attraversando un momento di crisi e  non rispetta gli standard di qualità richiesti dagli europei.

In effetti, abbiamo un progetto in mente. Vorremmo creare la prima filanda in Calabria che rappresenti un punto di riferimento per tutto il Sud. Le filande sono tutte chiuse. Almeno, sinceramente, non ne conosco nessuna attiva nel mezzogiorno. Abbiamo già individuato il terreno: dovrebbe sorgere vicino al gelseto e la lavorazione rispettare i principi di sostenibilità ambientale. Sarebbe una grande opportunità lavorativa per tanti! La nostra idea è di rivolgerci alle aziende attente all’etica del lavoro e alla qualità e avvicinare i consumatori critici. Crediamo fondamentale sviluppare questo tipo di consumo.

Un bel progetto. Quando pensate possa prendere vita?

Ovviamente creare una filanda ha un costo e non riusciamo a sostenerlo da soli. Per questo abbiamo pensato a una campagna di crowdfunding che dovrebbe partire a febbraio. Ci occorre il sostegno della collettività! Quello che ci preme sottolineare è che il nostro è un prodotto di qualità a impatto zero, 100% made in Italy. Le richieste che ci pervengono sono tante sia a livello nazionale sia internazionale, ma al momento non riusciamo a evaderle. Abbiamo bisogno di  meccanizzare il lavoro, mantenendo gli stessi standard di qualità. Per portare avanti il progetto della filanda siamo andati anche in Tailandia, rinomata per la sua seta, per confrontarci con le maestranze asiatiche. Ci siamo formati e adesso abbiamo anche l’attestato per la gestione di una filanda meccanizzata.

Domenico conosce già il costo e ha bene in mente come sviluppare l’attività della filanda. Del resto cosa riescano a fare questi tre giovani imprenditori è sotto l’occhio di tutti. Miriam, Giovanna e Domenico sono la mente e il braccio di una cooperativa che in poco più di 4 anni è riuscita, senza sovvenzioni, studiando, formandosi e soprattutto imparando sul campo, a dare alla Calabria un progetto di sviluppo alternativo di qualità. A dirlo sono anche i numerosi riconoscimenti ricevuti, tra cui il  premio “We Green” nell’ambito dell’ Oscar Green 2016, l’iniziativa promossa da Coldiretti Giovani Impresa con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e il premio Siberene, ricevuto direttamente dalle mani dell’orafo di fama internazionale Gerardo Sacco.

766A0615Vi invitiamo a visitare il sito Nido di Seta www.nidodiseta.com per scoprire quante cose è possibile realizzare partendo da un semplice filo, benché tanto prezioso, dotati di determinazione e spirito propositivo. Potrete pure prenotare una visita in azienda www.nidodiseta.com/it/attivita/servizi-turistici.

Nell’attesa di maggiori dettagli su come sostenere il progetto di crowdfunding non dimenticate di seguire la pagina Facebook della cooperativa https://www.facebook.com/nidodiseta/?fref=ts