Premio Sila ‘49: tre giorni di eventi a Cosenza

Grande attesa per la Lectio magistralis di Stefano Rodotà che sarà insignito del Premio Speciale alla carriera

Tre giorni di eventi, dal 19 al 21 novembre, nella cornice di Palazzo Arnone a Cosenza, per la IV edizione del rinato Premio Sila ‘49.

Il premio letterario, tra i più importanti e i più antichi d’Italia, ritorna ad animare la città di Telesio con i grandi nomi del panorama culturale.

La giuria del Premio Sila ‘49 – presieduta da Amedeo Di Maio e composta da Piero Bevilacqua, Francesco Maria Greco, Renato Greco, Romano Luperini, Marta Petrusewicz, Anna Salvo, Emanuele Trevi, Massimo Veltri – ha annunciato i vincitori: Leonardo Colombati con “1960” (Mondadori), Premio Letteratura; Chiara Saraceno con “Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi” (Feltrinelli), Premio Economia e Società; Jason Pine con “Napoli sotto traccia. Camorra, «zona grigia» e arte di arrangiarsi. Musica neomelodica e marginalità sociale” (Donzelli), Premio Speciale “Sguardo da lontano”; e Stefano Rodotà, Premio Speciale alla carriera.

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Stefano Rodotà

Il prestigioso riconoscimento intitolato alla Sila nasce nel 1949, dall’intuizione e dalla volontà dei suoi fondatori: Raffaele Cundari, Mauro Leporace e Giacomo Mancini, nella Cosenza del secondo dopoguerra, in una città ferita ma viva, ricca di fermenti politici e di spinte ideali che il ventennio fascista aveva solo sopito, pronte a manifestarsi attraverso l’attivismo e la vivacità di intellettuali e politici decisi a intervenire nel processo di rinascita della nazione e a riportare, da protagonista, la Calabria nel dibattito culturale nazionale.

Frutto di una attenta riflessione sulla situazione complessiva della cultura italiana, il Premio si proponeva di “aiutare, stimolare, incoraggiare, promuovere un’arte nuova ed una cultura nuova che trovi la sua ispirazione nel conflitto spirituale ed ideologico moderno e lo superi agganciandosi e protendendosi verso l’avvenire e verso le concezioni di un mondo migliore”.

Lo scopo e le ambizioni del Sila furono, da subito, quelle di andare oltre la sola diffusione della cultura letteraria, e di fare del Premio “il generatore di nuovi bisogni culturali, e di nuove risposte ai bisogni di sempre, proiettato, dunque, non verso il passato o un presente sterile, ma verso un futuro che registri la creazione cosciente di un mondo migliore da parte dell’uomo”.

Per la prima edizione venne chiamato a presiedere la Giuria il letterato calabrese Leonida Répaci, animatore culturale del Premio Viareggio, che, ben lieto di operare nella sua terra e di affrontare una nuova avventura intellettuale, lavorò alla costruzione di una giuria di altissimo valore intellettuale, ricca di significative personalità protagoniste del dibattito culturale dell’epoca, basti ricordare tra loro Carlo Levi, Concetto Marchesi, Corrado Alvaro, Luigi Russo.

Sin dal suo esordio il Sila si segnalò come manifestazione intellettuale di alto profilo, che ebbe vasta eco nella stampa nazionale e durante la quale si produssero eventi significativi, come la conferenza di Giacomo Debenedetti su Alfieri e quella di Carlo Muscetta su Padula.

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L’edizione 2014

La storia del Premio Sila è complessa e discontinua. L’evento seppe però ritrovare vitalità, guadagnare spessore e significato, essere rivoluzionario e anticonvenzionale.

Rinato nel 2012, dopo tre edizioni, si è affermato per l’impegno a promuovere le opere di rilievo civile, l’analisi e la critica sociale.

La cerimonia di premiazione, che si terrà sabato 21 novembre alle 18.00, a Palazzo Arnone e che sarà condotta dal giornalista Paride Leporace, sarà il momento conclusivo di una serie di appuntamenti importanti, tra cui l’attesa Lectio magistralis “La vita nella Rete” del giurista cosentino Stefano Rodotà, venerdì 20 novembre alle 18.00, e l’incontro con l’autrice Chiara Saraceno, coordinato da Ritanna Armeni, sabato 21 novembre alle ore 11.00.

Il Premio alla Carriera a Stefano Rodotà, che l’anno scorso è stato assegnato ad un altro insigne calabrese, Salvatore Settis, – si legge nella motivazione – “è il riconoscimento al giurista dei diritti costituzionali fondamentali e al giurista pioniere innovativo (…) Stefano Rodotà ha interpretato, anche con ruoli istituzionali, e sempre in maniera autorevole, il diritto del nostro tempo con un pensiero lucido e coerente, nutrito da un forte senso dello Stato ma mai accomodante, anzi, talvolta controcorrente. Un percorso di impegno politico e culturale che si incrocia bene con la linea del Premio Sila ‘49”.

L’edizione di quest’anno si caratterizza per una novità importante: la nascita della collaborazione con l’artista Mimmo Paladino.

Pittore, scultore, incisore e uno dei rappresentanti più affermati della Transavanguardia, Mimmo Paladino è l’autore del manifesto del Premio Sila 2015 e ha realizzato il bronzetto che, a partire da questa edizione, sarà consegnato ai vincitori durante la Cerimonia di Premiazione. Questa collaborazione non casuale indica le affinità fra la storia del premio e le sue origini e l’arte arcaica e mediterranea di un artista le cui opere oniriche hanno come punto di riferimento il tema della memoria e del frammento. Le opere sono donate dal maestro Mimmo Paladino, che conferma con questo atto la particolare attenzione riservata a Cosenza e l’enorme contributo alla sua crescita culturale.