Tonino Perna candidato al Premio Grifone d’Argento 2018

Dopo personaggi di levatura internazionale quali l’etologo Danilo Mainardi, il giornalista ambientalista Fulco Pratesi, l’economista-filosofo Serge Latouche, l’aviatore e deltaplanista Angelo d’Arrigo, l’apneista Enzo Maiorca, l’attivista indiana Vandana Shiva, la giornalista Donatella Bianchi, quest’anno ad essere designato al premio Grifone d’Argento è stato il professore reggino Tonino Perna.

Intellettuale d’eccezione, Perna è soprattutto una personalità eclettica che rifugge da qualsiasi “attillato” appellativo. Docente in pensione di Sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Messina, presidente del Parco Ludico Tecnologico Ambientale Ecolandia, la sua “carriera” è un lungo percorso accumunato da un impegno costante su temi caldi quali lavoro minorile, questione meridionale, cooperazione internazionale, modelli di sviluppo sostenibile e ambiente.

La sua appassionata “militanza” in campo ambientale gli è valsa il prestigioso riconoscimento che riceverà a fine ottobre a Noto, capitale del barocco siciliano nonché città patrimonio dell’Unesco.

Il Premio “Grifone d’Argento”, intitolato alla memoria del Prof. Marcello La Greca, zoologo naturalista ed emerito scienziato impegnato in difesa dell’ambiente, è stato istituito nel 2011 su iniziativa dell’Associazione Ente Fauna Siciliana, presieduta da La Greca per un decennio e dal Comune di Noto per avvalorare l’impegno di personaggi di particolare spicco sul piano nazionale e internazionale, portatori di messaggi di alto valore culturale in ambito scientifico e ambientale.

Valore che il Consiglio scientifico del premio riconosce in Perna, votato all’unanimità, per “proporre, soprattutto alle giovani generazioni, la testimonianza del suo impegno nel dibattito critico sugli effetti della globalizzazione e nella ricerca delle compatibilità tra tutela delle risorse naturali ed esigenze socio-economiche delle comunità in relazione alle aree protette, coniugati in un quadro di rispetto dei valori espressi dal territorio” – come si legge  nella comunicazione di candidatura inviata al professore.

Una designazione appresa con entusiasmo, stupore e ovviamente compiacimento da Perna che, in modo modesto, ha commentato: “non mi aspetto dei premi per quello che faccio”.

Cercando di capire il perché, dopo nomi illustri, la scelta sia ricaduta sulla sua persona, il professore è risalito al suo impegno per l’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei. Un progetto che langue da anni, nonostante l’interesse dimostrato da diversi ministri dell’ambiente e che merita, a detta del professore, una svolta. Si tratta, infatti, di un parco che, diversamente da quelli già istituititi delle Madonie, dei Nebrodi e dell’Etna, presenta un’immensa ricchezza storica oltre che naturalistica, trovandosi nel cuore dell’area barocca siciliana.

Non potevamo accomiatarci dal professore senza chiedergli un giudizio sul futuro dell’ambiente. Le sue parole sono state, ovviamente, di denuncia per una crisi economica che ha spinto “sottoterra” la problematica ambientale. Quello che ci vuole è un “ripensamento globale”, che includa, oltre un cambiamento degli stili di vita, “la voglia di andare alla radice della questione”. E per farci capire il senso, Perna cita il “caso-plastica”: “non bisognerebbe produrne più, invece di pensare a come riciclarla”.

Un piano di governo che punta sulla salute però non prende voti – è sincero il professore – che presto interverrà in un convegno internazionale sull’impatto del mutamento climatico in agricoltura.