«Per me la fotografia è un incontro, e queste immagini sono tutto quello che ho incontrato nel Sud negli ultimi sette anni». Gregorio Patané è pronto per partire alla volta di Paola, dove, da domani e fino al prossimo 10 agosto, le sue immagini saranno esposte presso il circolo Arci Piera Bruno nell’ambito della rassegna dal titolo “Emergenza”.
Le venti immagini del fotografo crotonese sono raccolte in un lavoro dal titolo “Fotocamera a Sud”, titolo che prende chiaramente spunto dall’album di Vinicio Capossela “Camera a Sud”.
Si tratta di immagini scattate tra la provincia di Crotone e Corigliano. Immagini di donne, uomini, bambini. Immagini di migranti, ma anche ritratti ambientati, piccoli squarci di una realtà ancora alla ricerca di se stessa; come quella di una Crotone che cerca di rinascere dalle polveri delle industrie chimiche ormai dismesse da anni e che prova a capire se il proprio futuro sia il turismo, i beni archeologici, il mare. Un Sud dove la realtà è spesso amara, ma è un Sud dove pure nel foro lasciato da un proiettile sparato contro un segnale stradale può passare la luce del sole. Ecco perché le foto di Gregorio Patané avranno il compito di raccontare ai visitatori di Paola il Sud contemporaneo, perché, come lo stesso autore ha detto, sono immagini del Sud scattate da un uomo del Sud.
Patané fotografa da quasi quindici anni. La sua fotografia è semplice ma mai banale. Nessun effetto speciale tanto caro a certi sperimentalisti del genere, nessun ritocco, nessun artificio. La fotografia di Patané parla delle persone, dei luoghi dove queste persone vivono, dei rapporti che fra le persone si creano. La fotografia di quello che gli amici conoscono semplicemente come Gregorio è sempre la sintesi perfetta del momento in cui i suoi occhi incontrano qualcosa che egli stesso ritiene opportuno immortalare in uno scatto. Ma non solo perché gli altri possano vederlo dallo stesso punto di vista, ma soprattutto perché il suo desiderio più grande è quello di lasciare, nel futuro, tracce di questo presente.
Gregorio è socio del Gruppo Fotoamatori Crotone e nel 2012 ha vinto anche il prestigioso riconoscimento Fiaf nel Festival della Fotografia di Corigliano. In quella circostanza era stato eletto “autore dell’anno” grazie ad un pregevole lavoro dal titolo “Hotel Margherita”. Anche in quel caso aveva raccontato il Sud e lo aveva fatto descrivendo le condizioni di vita di un gruppo di migranti che per un periodo di tempo avevano trovato “ospitalità” in una villetta pubblica, a Crotone. Migranti fotografati innanzitutto nella loro dignità di esseri umani e poi nel contesto che in quel momento li vedeva protagonisti.
I migranti, la lotta al razzismo, l’attività delle associazioni di volontariato sono solo alcuni dei soggetti che Patané immortala nei suoi scatti, infatti tra le sue passioni c’è soprattutto la musica e poi anche il teatro.
Perché la musica ed il teatro sono forme di espressione proprio come la fotografia. Che poi si tratti anche di forme di arte a Patané poco importa, perché è chiaro che creare qualcosa di bello fa incontrare il favore della gente, ma se quel bello non è anche capace di comunicare qualcosa allora diventa altrettanto inutile.
Il mondo del volontariato non è solo nelle sue foto: nella sua vita un ruolo fondamentale lo riveste anche l’Arci, associazione nella quale oltre al suo impegno civile può esprimere anche il suo impegno politico e sociale. Nell’Arci Patané ritrova gli amici, ma in particolare ritrova un luogo dover poter sempre esprimere il proprio punto di vista, oltre che un luogo dove poter far fruttare concretamente il proprio senso del dovere verso la società e verso il prossimo.
Dunque, dopo l’impegno di Paola, il fotografo crotonese, esporrà nuovamente dal 19 al 21 agosto nell’ambito del Festival di Cleto. In quella circostanza saranno in mostra circa cento scatti che raccontano l’edizione del Festival dello scorso anno.