Pentedattilo, uno dei borghi più suggestivi della costa jonica reggina

320px-Pentedattilo_-_View_from_train_-_5_March_2011_-_(1)Pentedattilo, un paese fantasma intorno al quale ruota un’antica leggenda. Una ciclopica mano con cinque dita che si erge contro il cielo, come per gridare le urla di dolore di Lorenzo Alberti, marchese di Pentedattilo, ucciso ferocemente nel proprio castello, nel lontano 1686. Una storia di amore e tradimenti che vede protagoniste due nobili famiglie del ‘600: gli Alberti e gli Abenavoli, baroni di Montebello Ionico, paesino vicino.
Il barone Bernardino Abenavoli a cui fu negata la mano di Antonietta Alberti, appresa la notizia che la sua amata era stata concessa in sposa a Don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli, si prese talmente tanto d’ira che, la notte di Pasqua del 1686, entrò nel castello e si vendicò di tutti gli Alberti, tranne dell’amata e del futuro sposo che prese in ostaggio.

La storia della “strage degli Alberti” nel corso dei secoli ha dato origine a varie dicerie. Una di queste dice che le torri in pietra che sovrastano il paese rappresentino le dita insanguinate della mano del barone Abenavoli e per questo motivo Pentedattilo è stata più volte etichettata come “la mano del Diavolo”.

Il suo fascino irresistibile è raccontato anche dal viaggiatore inglese Edward Lear che, nel 1847, viaggiò per la provincia reggina.

La visione – scriveva in Diario di un viaggio a piedi– è così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla: selvagge e aride guglie di pietra lanciate nell’aria, nettamente delineate in forma di una gigantesca mano contro il cielo (…) mentre l’oscurità e il terrore gravano su tutto l’abisso circostante.Pentedattilo_-_Il_paese_fantasma_2

Pentedattilo, il cui nome  deriva dalle parole greche “penta” e “daktylos”, cioè cinque dita, sorge a 250 metri dal livello del mare. Arroccato sulla rupe del Monte Calvario, in Aspromonte, e a pochi chilometri dalla bellissima spiaggia di Melito Porto Salvo (provincia di Reggio Calabria), è un borgo ricco di storia, un fiorente centro economico della zona per tutto il periodo greco-romano e un importante centro militare per la sua posizione strategica durante il dominio romano.

Per molto tempo è rimasto un borgo fantasma, abbandonato, per effetto dei fenomeni migratori e per le continue minacce naturali, terremoti e alluvioni. Negli ultimi anni, Pentedattilo, ha ritrovato però il suo splendore: le casette in pietra sono state recuperate e trasformate in laboratori artigianali e alloggi di ospitalità diffusa, dando occupazione a diversi giovani artigiani e artisti della provincia reggina. Tutto questo grazie al lavoro sinergico di diversi enti, dall’Associazione Pro Pentedattilo, all’Agenzia dei Borghi solidali con il sostegno di Fondazione con il Sud, alla Comunità europea e a centinaia di ragazzi che arrivano ogni anno attraverso i Campi della legalità Arci e Libera.

Nei mesi caldi, vi si concentrano pregevoli eventi legati alla musica (il Paleariza), al teatro, alla fotografia e al cinema, tra cui il noto Festival Internazionale di cortometraggi, il Pentedattilo Film Festival, che si ripete ogni anno dalla prima edizione del 2006.

Insomma, un luogo ricco di fascino, bellezza paesaggistica e cultura, un vero e proprio gioiello dell’area grecanica dell’Aspromonte.

Per info su come raggiungere Pentedattilo, qui https://goo.gl/yr6FyM