Chi lo dice che non possa esistere una app in grado di provare sensazioni? La smentita a questo preconcetto arriva da un gruppo di professionisti che, dopo anni di studio e di lavoro sul territorio calabrese, hanno dato vita, ciascuno attraverso le proprie competenze, a “Sensappzionale”, l’app con il sesto senso, così come è stata ribattezzata dai suoi creatori, una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere il turismo ed il tempo libero in Calabria. I coraggiosi startupper in questione sono Massimiliano Capalbo, imprenditore eretico e product manager di Orme nel Parco, scrittore e interprete motivazionale, Francesco Sinopoli, imprenditore informatico, Francesco Paradiso, UI/UX designer e developer freelance ed Emanuele Scozzafava, software freelance.
L’applicazione, dotata di un website e al momento disponibile solo per Android (anche se si sta già lavorando alla versione per dispositivi Apple), è in grado di geolocalizzare gli utenti in modo da suggerire loro le esperienze sensoriali da vivere nei posti più vicini: gustare un piatto tipico, ammirare un panorama o un’opera d’arte, assistere a un concerto, scattare una foto, eccetera. Tali proposte esperenziali non sono rivolte soltanto al turista tout court, ma anche al residente, spesso inconsapevole delle innumerevoli bellezze e dei tesori nascosti proprio dietro l’angolo; la Calabria, infatti, possiede «tutte le carte in regola, ovvero le condizioni potenziali, per poter offrire a chi sceglie di visitarla la possibilità di vivere esperienze di viaggio uniche e variegate e, ai suoi abitanti, le risorse economiche per vivere», afferma Capalbo il quale, dopo aver percorso in lungo e in largo la regione, si è reso conto di avere tra le mani un database di centinaia di attrattive da far invidia ai migliori tour operator.
«La storia ci dimostra – continua Capalbo – che l’oblio non ha contribuito a preservare questa regione, semmai ad impoverirla e a renderla preda di neocolonialisti senza scrupoli». Da qui la necessità e la voglia di mostrare con orgoglio e condividere con quante più persone possibili le meraviglie di una terra che aspettano solo di essere scoperte e valorizzate.
Perché si parla di “sesto senso”? Perché gli ideatori della app non hanno previsto di coinvolgere solo i cinque sensi attraverso i quali percepiamo la realtà (vista, udito, olfatto, tatto e gusto), ma di aggiungerne un sesto che, nel turismo, sta diventando sempre più l’elemento in grado di fare la differenza: l’empatia, ovvero la capacità di entrare in relazione con le persone che possiamo conoscere nel corso di queste esperienze. Non a caso, la piattaforma prevede due tipi d’interazione diversi: la guida o l’esperto è candidato a far parte della redazione, il cittadino può invece diventare parte attiva della community segnalando delle esperienze da vivere.
E per le prossime versioni è in programma anche l’introduzione di un meccanismo di gamification, proprio allo scopo di aumentare la partecipazione dei fruitori. Quel che è certo, per ora, è che sarà un viaggio sensazionale, o meglio, sensappzionale!