Nel cuore dell’Aspromonte, salendo per Montalto e scendendo giù per la vallata, sorge il Santuario della Madonna di Polsi, uno dei luoghi più mistici di tutto il Meridione. Attorno al Santuario vivono diverse storie e leggende. Una tra queste narra che nell’XI secolo un mandriano, cercando un toro smarrito, si spinse nell’impervia contrada di Polsi e scorse l’animale inginocchiato dinanzi a una croce di ferro che lui stesso aveva dissotterrato con le zampe e le corna; gli apparve quindi la Beata Vergine col Bambino che disse: “voglio che si erga una chiesa per diffondere le mie grazie sopra tutti i devoti che qui verranno a visitarmi”. A questo miracoloso rinvenimento si fa risalire l’origine del monastero che fu, per alcuni secoli, sotto la cura dei monaci dell’ordine di San Basilio Magno che praticavano il rito greco.
La “croce di ferro” è il reperto più misterioso di Polsi, per la sua forma irregolare e non riscontrabile in nessun’altro tipo di croce. Ancora oggi è conservata nel Santuario e c’è chi sostiene che si tratti invece di un’antica spada spezzata.
Anche nelle parole di Corrado Alvaro troviamo riferimenti alla “croce di ferro”:
“Da un’umile croce ferrea
che sembra abbracciare tutti i fedeli che le s’inchinano,
sorse, là dove
facevan lor nidi le aquile
una chiesa, una fede,
un popolo rigenerato,
isolato dal mondo,
dalle lustrali acque
di due torrenti,
unito agli uomini
dal pensiero grande
dei padri e delle generazioni.”
Il Santuario è meta di pellegrinaggio da tempi antichissimi, soprattutto nel periodo che va da marzo a ottobre, Polsi si anima dei tanti fedeli che vengono dalla provincia di Reggio Calabria e Messina. Il momento più intenso del pellegrinaggio è il 2 settembre, giorno della festa della Madonna della Montagna (così è chiamata dalla popolazione locale), in cui si manifesta anche il “rito della capra”, tradizione appartenente agli antichi greci. Sul “sacrificio” della capra e dei cambiamenti che la tradizione ha subito nel tempo, ne è testimone il noto antropologo calabrese Vito Teti che ne parla anche nel suo libro “Il senso dei luoghi”.
Insomma, un luogo tutto da scoprire e di cui non vogliamo svelarvi le tante sfaccettature, ma vi suggeriamo di andare a visitare per vivere in prima persona la magia dell’Aspromonte, della sua natura, della sua storia e delle sue unicità.
Riportiamo di seguito una recensione di un utente su Trip advisor per lasciarvi l’emozione di chi ha vissuto quest’esperienza: