«A causa dell’emergenza Coronavirus – commenta Magarò –, nelle dure settimane di marzo e aprile, ho convertito la produzione di abiti sartoriali in quella di dispositivi di protezione. In un momento cruciale per la salute di tutti, mi è sembrato doveroso contribuire, nel mio piccolo, a supportare la comunità di cui faccio parte, dare un piccolo segno di speranza. E adesso, con la conclusione del periodo di isolamento forzato e al pari di molte altre aziende del territorio – prosegue Magarò -, è arrivato il momento di far ripartire Palazzo dei Sarti, nel rispetto, naturalmente, di tutte le misure precauzionali contro il rischio contagio».
C’è da dire che, oltre alla creazione dei vestiti, il laboratorio amplia pure la sua attività: è già attivo il servizio di riparazione sartoriale, tramite cui esperti sarti daranno una seconda vita ai capi da modificare e, ancora, quello di camiceria, che prevede una concreta collaborazione con una camiciaia professionista.
«Prima della pandemia – rende sempre noto Magarò – Palazzo dei Sarti avrebbe dovuto cambiare sede, ingrandire i suoi spazi, rimanendo sempre nel cuore del centro storico bruzio. Ciò non è stato possibile per ovvie ragioni, ma lo faremo prossimamente e i nostri clienti potranno trovarci in via Campagna, vicino, cioè, a piazzetta Toscano. Credo che sia fondamentale, soprattutto ora – conclude -, non abbandonare la città vecchia e far rivivere in essa quell’antica arte sartoriale che rievoca i lavori del passato».
Da ottobre 2020, si potrà, infine, effettuare l’iscrizione all’accademia di Palazzo dei Sarti che, coi suoi corsi di alta sartoria maschile, forma le nuove generazioni che vogliono imparare l’arte della tradizione.