Questo lo spirito che ha animato l’incontro di ieri pomeriggio, 26 gennaio 2021, presso il Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, a Reggio Calabria. Un appuntamento voluto dall’amministrazione comunale e dal direttore della sede regionale RAI Calabria, Demetrio Crucitti, per parlare del tema “L’industria calabrese ieri, oggi domani”. Lo spunto alla discussione è stato fornito dal programma Calabria 80’. Una docu-inchiesta realizzata dalla sede decentrata di RAI 3 Calabria, girata a febbraio del 1980 da due trentenni calabresi, oggi intellettuali e professionisti affermati. Il sociologo ed economista Tonino Perna, oggi vicesindaco, autore del servizio e la giornalista Annamaria Macrì, che ne ha curato la regia.
Sette incredibili puntate “cucite su misura” in km di pellicola, creando uno storytelling singolare, che fotografa uno spaccato della situazione economica, industriale, sociale e culturale della regione in quel periodo. Un reportage di valenza anche antropologica, perché ogni inquadratura, ogni elemento segnico, denota una realtà oggi lontana.
Crucitti ha rammentato la funzione educativa svolta in quegli anni dalle sedi decentrate della RAI le quali, dando lavoro anche a tanti giovani proprio in un settore oggi in crisi, quello della cultura, hanno creato fiction, programmi e inchieste che rappresentano la” nostra memoria storica”.
Una missione culturale e pedagogica della RAI regionale che Crucitti vorrebbe intensificare con la produzione e la diffusione di programmi e servizi in italiano e in lingua dedicati alle minoranze linguistiche storiche presenti in Calabria.
“ È fondamentale curare il patrimonio immateriale, rappresentato dai programmi culturali e dalle inchieste, per continuare a mantenere viva la storia”, chiosa il direttore.
Il risultato, però, è attualissimo. Con dovizia di dati, immagini esemplificative della società del tempo e della crisi industriale, un giovanissimo Tonino Perna affonda le lame dei suoi perché in un territorio che trasuda crisi ma anche speranza, asfissia delle istituzioni e creatività, forza e coraggio di alcuni imprenditori. Nati piccoli, oggi grandi, come Callipo e Capua.
Gli agrumi calabresi negli anni 80’ perdono terreno a causa della concorrenza di altri mercati esteri che riescono a garantire buona qualità e prezzi inferiori. E allora? Nasce in Calabria l’Aranca, il succo di arancia puro in lattina. Un prodotto simbolo della ricerca condotta dall’imprenditore Capua che non si arrese alla difficoltà di trovare sul mercato locale la qualità di arance che servivano per realizzare la bevanda. E ancora, nell’inchiesta, si parla del mercato promettente dei pannelli solari e si cita l’inventiva di un piccolo imprenditore agricolo che, dopo aver rinunciato al lavoro sicuro da impiegato, si è lanciato nella produzione dei lavorati del miele, promuovendoli attraverso l’antenato dell’e-commerce: la vendita per corrispondenza.
Due puntate, un’ora di storie intervallate tra agricoltura e industria, di successi e insuccessi.
Il ritmo lento del montaggio, l’incedere del parlato diventano un tutt’uno, e il tempo sembra arrestarsi. Ne discende una situazione di turbamento, come evidenziato dalla professoressa Flavia Martinelli, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria che, dati alla mano, mostra il perdurare ai giorni nostri dell’asfissia del settore. Alla prima sensazione, di smarrimento, di rinuncia, si contrappone, però, l’atteggiamento di resilienza. L’energia della migrazione imprenditoriale di ritorno, l’atteggiamento eroico di alcuni imprenditori e l’emergere costruttivo di un tessuto di aziende di nicchia che riescono a dare valore aggiunto alle ricchezze della nostra terra, fanno pensare a un futuro di prospettive.
“La resilienza – è l’invito della professoressa Martinelli – andrebbe accolta e sostenuta; le produzioni di nicchia dovrebbero essere un trampolino di lancio”.
Sulla stessa scia anche Perna. Secondo l’autore dell’inchiesta il declino di alcuni settori produttivi è stato bilanciato dall’emergere di altri, come quello del vino, del bergamotto e dell’olio d’oliva.
“Ciò che è decaduto è invece l’amore per questa terra” – esprime nostalgia il professore, aggiungendo come nota dolente la diminuzione negli ultimi vent’anni degli investimenti in ricerca e sviluppo in ambito regionale.
La Calabria, comunque, è viva. E mentre Annamaria Macrì svela che è stata questa terra a regalarle il sogno di diventare una giornalista professionista, il sindaco Giuseppe Falcomatà ammicca alle opportunità, come la commessa Hitachi per la costruzione dei tram di Torino e la centralità che le città metropolitane possono giocare rispetto al passato nello scenario politico.
Tra rassegnazione e propositività, siamo certi di una cosa: il viaggio nel passato può essere un booster per affrontare meglio il presente.