«Si tratta di attività funzionali al rinnovamento delle sale espositive in vista della stagione estiva – commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. Ci scusiamo sin da subito con i visitatori per il disagio arrecato. Per contro, le attività culturali proseguono senza sosta, con un calendario fitto di eventi che ci vedrà impegnati per tutto il mese di maggio. Tra questi, innanzitutto l’apertura al pubblico della grande mostra “Il vaso dei vasi. Capolavori del Muso Nazionale Jatta Ruvo di Puglia”, con la quale è tornato fruibile il livello E del Museo dopo due anni di chiusura dovuta alla pandemia. Una esposizione che offriamo ai visitatori senza alcun sovrapprezzo sul biglietto».
Intanto nelle giornate di martedì 10 e mercoledì 11 maggio la sala conferenze del Museo ha ospitato gli eventi organizzati in sinergia con il Parco Ecolandia e con il Touring Club Italiano, Sezione di Reggio Calabria. Il primo, utile a illustrare le attività della struttura diretta da Gianni Pensabene e a presentare l’accordo di collaborazione firmato con il Museo; il secondo, dal titolo “Il birdwatching a Reggio Calabria: un nuovo asset turistico”, ha visto la partecipazione degli esperti della Stazione Ornitologica Calabrese (StOrCal) e delll’O.A. WWF provincia di Reggio Calabria.
Tra le altre attività, in questi giorni il Museo ha partecipato all’evento “Pint of Science”, nel quale il Funzionario Architetto Claudia Ventura ha illustrato le principali soluzioni espositive e tecniche adottate in Museo, nonché le progettualità in corso, con un focus sulla sala dei Bronzi di Riace e di Porticello.
Ma gli appuntamenti non si esauriscono qui, perché venerdì 13 maggio, in Sala conferenze, tornerà la professoressa Paola Radici Colace, in sinergia con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, presieduto da Rosita Loreley Borruto, per una conferenza dedicata a “Ione”, la celebre tragedia di Euripide.
«Questo dramma appartiene alla fase tarda di Euripide, quando il tragediografo inventò nuovi meccanismi per fare teatro. Nel corso della conferenza – afferma la prof.ssa Radici Colace – spiegherò come il tentativo di Euripide di immettere nuova linfa nelle vene esauste della tragedia finì col travolgerne i cardini fondamentali, ribaltando la definizione aristotelica della tragedia come dramma che trapassava dalla felicità iniziale dei protagonisti all’infelicità della loro distruzione totale, fino a farli diventare i reietti della società. La catastrofe finale, inevitabile e attesa, fu sostituita dal lieto fine. La comicità pervase tutta la tragedia con espedienti tipici della commedia, creando una preoccupante ibridazione con tale genere, preludio alla scomparsa di ambedue i generi teatrali da lì a poco tempo».