“Primavera dei Teatri”: il fiore all’occhiello del teatro contemporaneo italiano

È il 1999. Due giovani attori calabresi, Saverio La Ruina e Dario De Luca, decidono di dare vita a un progetto ambizioso, un sogno, un’utopia: portare il teatro in Calabria. Da allora fino ad oggi ben sedici edizioni del rinomato festival teatrale “Primavera Dei Teatri” si sono susseguite, tutte nello stesso suggestivo scenario, tra i chiostri illuminati del Protoconvento Francescano nel centro storico di Castrovillari, una cittadina della provincia di Cosenza posta ai piedi del Monte Pollino, facendo appassionare intere generazioni di ragazzi e adulti del comprensorio e accogliendo un pubblico di amatori proveniente da ogni parte d’Italia e dall’estero.

Una scommessa vinta, dunque, dai direttori artistici del festival La Ruina e De Luca, già fondatori nel 1992 della compagnia teatrale “Scena Verticale”, vincitrice del prestigioso “Premio Ubu” nel 2009 e con sede attuale presso il Teatro Morelli di Cosenza. Dello stesso premio è stato insignito proprio La Ruina per Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria, La Borto e Italianesi, testi di cui è autore, regista e interprete, rispettivamente nel 2007 come Migliore attore italiano e Miglior testo italiano, nel 2010 come Miglior testo italiano e nel 2012 come Migliore attore italiano. A partire dal 2001 la compagnia si è avvalsa della collaborazione di Settimio Pisano, al quale è stato affidato il ruolo di manager organizzativo.

La rassegna punta a portare sulla scena il teatro sperimentale contemporaneo delle compagnie emergenti presenti su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione verso quelle locali e proponendo una vasta serie di prime e anteprime nazionali. Le tematiche trattate sono spesso i mali della nostra società, le nevrosi e le paure, i disagi dei giovani italiani, ma anche la malapolitica, i retaggi culturali del Mezzogiorno, le difficoltà dell’essere artista in un tempo come questo. Tali tematiche vengono di volta in volta sciorinate non soltanto nell’ambito degli spettacoli, ma anche durante i numerosi workshop, laboratori, mostre, dibattiti e performance che ogni anno arricchiscono la manifestazione.

Tra gli ospiti delle passate edizioni spiccano nomi illustri del teatro italiano quali Ascanio Celestini, Roberto Latini, Peppino Mazzotta, Nino Racco, Fanny&Alexander, I Motus, Mario Perrotta, Oscar De Summa, Gianfranco Berardi, Davide Iodice di “Libera Mente”, Michele Santeramo, Scimone&Sframeli, solo per citarne alcuni, oltre alla moltitudine di critici teatrali, giornalisti, blogger, tecnici e addetti ai lavori che ogni anno accorrono da ogni dove per seguire l’evento.

Anche quest’anno l’appuntamento ormai consolidato con “Primavera dei Teatri”, giunto alla sua XVI edizione, si è rinnovato nei giorni dal 29 maggio al 2 giugno 2015 con un programma ricco di novità e sorprese, ma anche di conferme, tra cui l’atteso ritorno di Mario Perrotta che, con il suo spettacolo Milite ignoto. Quindicidiciotto, ha conquistato ancora una volta il pubblico castrovillarese dopo il successo nelle ultime due edizioni degli spettacoli Pitùr e Un bés sulla vita e l’opera del pittore Antonio Ligabue. E ancora, in anteprima nazionale, La beatitudine della compagnia “Fibre Parallele” di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, il toccante spettacolo Polvere. Dialogo tra un uomo e una donna, scritto e interpretato da Saverio La Ruina in coppia con Cecilia Foti, lo Scannasurice di Enzo Moscato, storia del “femminiello” napoletano dei Quartieri Spagnoli, il debutto di Peppino Mazzotta nel ruolo di regista con Ombretta Calco, il riadattamento in chiave originale dei due classici La bisbetica domata di William Shakespeare e Sei personaggi in cerca d’autore ad opera rispettivamente delle compagnie “Factory Compagnia Transadriatica” e “Vicoquartomazzini”, il laboratorio teatrale “Musica in te(atro)” a cura di Tindaro Granata e molto, molto altro.

Arrivederci al prossimo anno, dunque, per una nuova edizione del festival tra i vicoli della “Civita” di Castrovillari, dove la primavera è sempre in fiore, dove si gettano i semi per una Calabria diversa, viva, fatta di cultura, dove fare teatro non è più il desiderio folle di qualche visionario. È realtà.