Organizzato dalla sezione calabrese di Confagricoltura, si è svolto a Lamezia Terme un interessante convegno sul ripensamento delle nostre città e delle relazioni socio-economiche a livello territoriale, secondo una logica integrata, inclusiva, moderna, sostenibile. “Smart land, un modello di sviluppo integrato tra aree urbane e aree rurali” il tema dell’incontro moderato dal giornalista Ugo Floro, al quale hanno partecipato anche gli studenti dell’Istituto Agrario di Falerna (CZ).
L’ idea è quella della “città intelligente” (smart city), declinata anche in chiave territoriale (smart land), nuova frontiera delle politiche di rigenerazione urbana e di sviluppo integrato dei territori. In linea di massima, una smart city è una città in cui si riscontra un’elevata qualità della vita, dove gli spazi sono razionalmente utilizzati e la tecnologia aiuta a risparmiare tempo, facilitando l’accesso ai servizi, rendendo più efficiente il sistema della mobilità. Su scala territoriale, parliamo di un sistema che, basandosi sull’utilizzo intelligente delle nuove tecnologie – internet in primis – e su una rete funzionale tra attori economici e sociali, può, come ha sottolineato una delle relatrici del convegno, la dott. Paola Castello, che di Confagricoltura è responsabile web, «garantire la produzione di più servizi con meno risorse».
Per questa ragione, tra l’altro, quando si parla di smart city o smart land si è portati a sottolinearne anche la sostenibilità sul versante ambientale (green city). Per l’agricoltura, in particolare, un sistema basato su relazioni più strette tra attori economici – ma anche tra questi e le istituzioni – e su un uso razionale, efficace, delle nuove tecnologie potrebbe costituire un ambiente molto favorevole alla crescita del settore, alla nascita di start-up innovative, al miglioramento del rapporto tra domanda ed offerta di prodotti e servizi.
In Calabria, poi, dove negli ultimi anni sono fiorite molte esperienze interessanti, positive, nel comparto agro-alimentare e vitivinicolo, un sistema smart di relazioni territoriali aiuterebbe senz’altro le stesse ad emergere, ad affermarsi su scala più ampia, oltre i confini della regione.
Nell’ambito dell’incontro, è stato presentato anche il laboratorio pubblico-privato AlforLab, iniziativa finanziata nell’ambito del Programma PON Ricerca e Competitività 2007-2013, che vede come ente capofila il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo di Rende (CS).
Nella sua relazione il dott. Giorgio Matteucci, co-coordinatore scientifico del progetto, ne ha illustrato la struttura e le finalità, affermando che lo stesso ha come «l’obiettivo generale del progetto è quello di favorire lo sviluppo e l’integrazione di tecnologie innovative per la valorizzazione delle risorse ambientali e forestali della regione Calabria, e prioritariamente del legno, materiale ad elevata sostenibilità ambientale, attraverso azioni di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in tutte le diverse fasi della filiera foresta-legno-energia, dalla produzione, alla trasformazione, all’impiego delle nanotecnologie».Un progetto che potrebbe dare un contributo importante allo sviluppo della filiera legno in Calabria, ancora troppo debole nella sua dimensione organizzativa e commerciale.
Gli altri interventi sono stati quelli di Walter Placida (Confagricoltura Catanzaro), Raffaele Maiorano (Presidente ANGA), Emilio Mastroianni (Smart land strategist), Giorgio Scarpelli (Società Nttdata), Alberto Statti (Presidente Confagricoltura Calabria).