Amerigo Vespucci a Reggio Calabria: il respiro della storia e l’incontro tra i popoli sulla nave più bella del mondo

Una festa gioiosa e colma di meraviglia, popolata da bimbi, associazioni, scolaresche. Migliaia di persone sono accorse al porto di Reggio Calabria, dove è rimasta ormeggiata dal 5 al 7 maggio, maestosa e solenne, la “nave più bella del mondo” – appellativo guadagnato negli anni Sessanta, quando la portaerei americana USS Independence la salutò con questa celebre frase incrociando tra le onde dell’Oceano la regina del mare: l’Amerigo Vespucci.

Ad accogliere tutti, con il sorriso sulle labbra e la disponibilità ad avvicinare grandi e piccini per una foto o un aneddoto, il comandante della nave scuola della Marina Militare italiana, capitano di vascello Giuseppe Lai, autore nel 2024 – con il proprio equipaggio – di un’autentica e leggendaria impresa: condurre la nave oltre Capo Horn, superando uno dei tratti più ardui e temuti della navigazione a vela.

Alzare gli occhi, per ammirare il vascello che tanta storia ha portato nel mondo, anche in questo ultimo giro del pianeta avviato nel 2023, sfiorare con le dita i legni antichi e luccicanti del ponte e delle scale, specchiarsi negli ottoni scintillanti che costellano l’imbarcazione, riempie di stupore e orgoglio.

Una traversata mondiale, quella che ha fatto tappa a Reggio Calabria, nata su iniziativa della Marina Militare e resa occasione speciale per “portare in giro per il mondo tutta l’Italia”.

Undicesima sosta del Tour Mediterraneo, l’ormeggio reggino è avvenuto poco prima delle 8 del 5 maggio alla banchina di Levante del porto, da cui è ripartita la mattina presto del 7 maggio per navigare verso Palermo.

 Il Villaggio IN Italia è stato la cornice nella quale la Nave Amerigo Vespucci si è animata di iniziative, incontri, musica. Da un’idea del ministro della Difesa Guido Crosetto, sostenuta dalla Difesa e da 12 ministeri, la manifestazione ha previsto a Reggio Calabria la welcome ceremony, con numerose autorità civili e militari, la banda delle forze armate, ministri e alti rappresentanti di Difesa Servizi Spa, la società in house del ministero della Difesa che realizza e supporta tutte le fasi dell’iniziativa.

Elegante, nella sua livrea bianca e nera, con le sue vele di canapa che si stagliano possenti sullo sfondo dello Stretto, la Nave Scuola Amerigo Vespucci si conferma lo straordinario ambasciatore dell’Italia in ogni angolo del pianeta.

Basti ricordare che, dopo aver solcato mari e oceani per 20 mesi, la nave sta concludendo il suo “Tour Mondiale 2023-2025” che l’ha vista toccare cinque continenti, 30 Paesi e 35 porti, percorrendo oltre 46.000 miglia nautiche.

Una missione duplice: formativa per gli Allievi Ufficiali della Marina Militare e diplomatica, come ambasciatrice del Made in Italy e dell’UNESCO nel mondo.

Il capolavoro che solca i mari del mondo da quasi cento anni, con i suoi 101 metri di lunghezza e 28 di larghezza (trevo di maestra), è un gioiello dell’architettura navale. L’attrezzatura velica è “armata a Nave”, con tre alberi verticali – trinchetto, maestra e mezzana – tutti dotati di pennoni e vele quadre, oltre al bompresso inclinato a prua. Gli alberi si elevano fino a 56 metri sul livello del mare, mentre la superficie velica totale, composta da 24 vele in tela olona, raggiunge i 2.635 metri quadrati.

Lo scafo, caratterizzato dal distintivo colore bianco e nero, richiama i vascelli ottocenteschi: le fasce bianche in corrispondenza dei ponti di batteria e corridoio ricordano le due linee di cannoni del passato, in un perfetto connubio tra estetica e storia.

A bordo prestano servizio 264 membri dell’equipaggio, tra cui 15 ufficiali, affiancati da circa 130-200 allievi in base all’anno accademico. Un equipaggio di eccellenza.

Tutto fa sentire di essere parte di una grande storia e ogni dettaglio racconta il meglio della navigazione italiana, a bordo della Amerigo Vespucci: dalle campane che scandiscono i ritmi della vita di bordo, alle curiosità, come il giardinetto di poppa – un tempo usato per coltivare piante medicinali contro lo scorbuto. Ogni motore prende il nome da vini pregiati italiani.

Particolarmente suggestiva la polena, un busto in legno dorato raffigurante Amerigo Vespucci, l’esploratore fiorentino nato nel 1454 che diede il nome al continente americano. E, come vuole la tradizione marinara, sul retro della polena sono posizionate delle corna di toro, simbolo scaramantico.

 Non il solo, per la verità: tra le curiosità più affascinanti legate alla superstizione marinara, spicca la testa d’aglio appesa all’interno della campana dell’abbandono nave a poppa. Questa antica usanza, tramandata nei secoli tra i marinai, rappresenta un potente talismano contro la malasorte. La campana stessa, di origine misteriosa e datata 1868, viene utilizzata esclusivamente nella drammatica ipotesi dell’abbandono nave.

Made in Italy, storia, imprese, leggenda. Ma, anche, impegno sociale e ambientale. Da oltre trent’anni, la Nave Vespucci è impegnata nella salvaguardia e tutela dell’ambiente, collaborando con organizzazioni come UNICEF, WWF e Marevivo. Significative anche le partnership con istituzioni scientifiche come l’Università di Genova, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Superiore di Sanità.

Non il famoso “Chi comincia è a metà dell’opera”, bensì la risposta attribuita a Leonardo da Vinci: “Non chi comincia, ma quel che persevera”: è questo il motto che continua a ispirare generazioni di marinai italiani e impresso sulla Amerigo Vespucci.

Mentre si avvia a concludere questo straordinario viaggio planetario, questo simbolo di eccellenza, con le sue vele spiegate, continua la sua magnifica, avvincente navigazione tra passato, presente e futuro.