Ecco il bando per valorizzare il Parco archeologico dell’antica Kaulon

Messa in sicurezza e miglioramento della fruizione del parco archeologico, costituito da terreni di proprietà statale e da terreni di proprietà comunale”: parte da qui il progetto per riconsegnare vivo e “vivibile” l’antico e suggestivo Parco archeologico di Kaulon alla collettività.

Sul sito di Invitalia Spa è stato, infatti, pubblicato il bando di gara per l’esecuzione dei lavori di valorizzazione del bellissimo Parco di Monasterace (Reggio Calabria), famoso per i suoi draghi e i suoi magnifici delfini.

Non solo un intervento infrastrutturale, comunica il Segretariato calabrese del Ministero della Cultura, guidato da Salvatore Patamia e soggetto attuatore dell’intervento, ma un provvedimento per una nuova “visione unitaria del Parco”.

Ecco allora – come si apprende dalla nota a firma di Angelina De Salvo, responsabile Ufficio stampa e comunicazione del Mic calabrese – gli interventi previsti: “l’installazione di una recinzione lungo tutto il perimetro, compreso il tratto verso la spiaggia”, da una parte. E, dall’altra, le infrastrutture di base per la fruizione, che “consisteranno in un sistema di percorsi e di aree di sosta, arredi per le piazzuole di sosta, pannelli didattici, la messa a dimora di piante di ulivo e la realizzazione di uno schermo verde formato da arbusti interrati di lentisco e di altre specie proprie della vegetazione locale e da impianti di illuminazione e di videosorveglianza”.

Il progetto è stato curato dalla Direzione regionale Musei Calabria e dalla Soprintendenza ABAP per la città di Reggio Calabria e Vibo Valentia e l’intervento è finanziato dal Mic nell’ambito del PON (FESR) “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 per un ammontare di euro 1.500.000.

Un intervento dal quale ci si aspetta, dunque, che Kaulon diventi un luogo accessibile, da visitare e nel quale poter sostare, per poter godere della bellezza del sito, a ridosso della grande spiaggia da sempre croce e delizia del Parco.

A tal proposito, bisogna chiarire come “la protezione dalla erosione costiera – così come spiegato dal Segretariato in calce alla notizia apparsa anche sui canali social dell’ente – è prevista da altro finanziamento, a completamento dei lavori effettuati dalla Regione Calabria”.

In attesa che il bando giunga in porto, ripercorriamo – allora – la storia e le bellezze che questo sito conserva.

Ricorda il Segretariato che “A Monasterace, presso il promontorio di Punta Stilo, l’archeologo Paolo Orsi identificò nel 1891 la colonia greca di Kaulonia fondata dagli Achei tra la fine dell’VIII e i primi del VII secolo a.C., un territorio già abitato dai Bruzi, antico popolo di stipe italica, inserito nelle più antiche rotte di frequentazione delle coste meridionali della penisola. Gli Achei avviarono il processo di strutturazione e monumentalizzazione della città”.

Quanto all’insediamento urbano della polis, questo “è definito dalla cinta muraria di cui si conservano lunghi tratti e che delimita ad Est un’ampia area urbana ubicata sul mare e piega poi verso l’interno includendo un’area collinare. La città conobbe un primo periodo di prosperità economica e commerciale tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. grazie allo sfruttamento delle risorse del territorio, quali le riserve boschive e minerarie che le consentirono anche di coniare moneta propria in argento al pari delle maggiori colonie magnogreche”.

Tuttavia, continua la nota del Segretariato, “militarmente debole e compressa tra le due potenti e rivali polis di Crotone e Locri, Kaulonia non fu in grado di durare a lungo come stato autonomo: nel 389 a.C venne assoggettata a Locri”.

La svolta avverrà in età ellenistica (seconda metà del IV sec. a.c.- II sec.a.C).

È in questa fase che “Si ridisegna un nuovo impianto urbano. Ciò trova riscontro nel rinvenimento di abitazioni con lussuose pavimentazioni musive, la “casa del drago” e delle terme pubbliche, dette di Nannon, caratterizzate da intonaci dipinti e da pavimentazioni musive di eccezionale pregio artistico. Il definitivo declino della polis è legato alla spedizione di Pirro contro i Romani. Nel corso del IV-V sec. d.C. gradualmente gli abitanti abbandonarono il sito. Le prime campagne di scavo furono condotte da Paolo Orsi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Seguì un lungo periodo di silenzio interrotto, infine, nella seconda metà del secolo scorso e dagli anni ’80”. Da ricordare, infine, le indagini archeologiche avviate “con la collaborazione di importanti istituti universitari italiani e stranieri che affiancano la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria”.

* Le immagini del sito sono fornite dal Mic Calabria.

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