“Asino Vola” il film, reggino nell’anima, che invita a credere nei propri sogni!

yescalabria_asino_vola_03Un evento fuori concorso che in Calabria rappresenta una “prima” assoluta. Dopo aver presentato il proprio film a livello internazionale a Locarno in Svizzera (estate 2015 – prima mondiale), in Albania, in Canada, in Egitto e poi in giro per l’Italia (ha partecipato al 17° Festival del Cinema Europeo di Lecce e ha vinto il Concorso Rivelazioni del Cinema Italiano visto da Milano), finalmente “Asino Vola” è arrivato a Reggio Calabria, dove il film tra l’altro è ambientato.

L’opera dei registi reggini, Paolo Tripodi e Marcello Fonte, ha inaugurato la X edizione del Pentedattilo Film Festival durante la matinée dedicata alle scuole elementari, che si è svolta in un luogo simbolo della cultura cittadina: il teatro Francesco Cilea.

Il Pentedattilo Film Festival rappresenta per noi l’opportunità di far vedere il film nella nostra città”. Suona un po’ tra l’amaro e il malinconico la dichiarazione di Tripodi che svela di essere curioso di vedere “come reagisce un pubblico che è connesso con il film”.

Ottima l’impressione! Occhi puntati allo schermo, sembra che i giovani reggini abbiano colto il messaggio del film: sognate l’impossibile, potete farcela!  yescalabria_asino_vola_02

Girato tra Bologna, al teatro comunale e Reggio, nel quartiere di Archi, dove la storia nasce, “Asino Vola” è un film ancorato alla vita reale. Lì, tra la fiumara abbandonata della zona periferica reggina connotata da disagio sociale ed economico, il protagonista (Francesco Tramontana) riesce, tra forze avverse – Mosè, il suo amico asino che lo sprona e la bisbetica gallina Angiulina che cerca sempre di buttarlo giù – a raggiungere il suo sogno.

Un film autobiografico, come svela Tripodi, che nel quartiere di Archi ci ha vissuto. Anche lui, per “farcela”, tra mille sacrifici, a diciotto anni è andato a studiare e formarsi fuori (ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e si è diplomato in Regia).

Tripodi sembra abituato a guardare il bicchiere “mezzo pieno” e quando alludiamo al quartiere scelto per il film, che nell’immaginario collettivo reggino rappresenta “una zona periferica ad alta criminalità”, ci lancia uno sguardo di ammonizione: “Archi non è più la zona degradata di una volta”. Il regista ci racconta degli importanti scavi archeologici avvenuti nella zona, dove, oltre alla mandibola attribuita a un bambino neandertaliano di cinque-sei anni, ritrovata da Adolfo Berdar ed oggi conservata  presso l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma, sono stati effettuati importanti ritrovamenti come resti di animali e uccelli preistorici. Un invito a guardare oltre e diversamente, dando una connotazione differente al territorio che viviamo (perché, ci chiediamo, non farci un film!…magari proprio il suo prossimo docu-film).

Del resto la pellicola, nel suo realismo estremo, è un invito alla speranza. yescalabria_asino_vola_01

Asino Vola non è solo un film. Abbiamo vissuto quella storia”, rivela Marcello Fonte. “Sono venuto qui da Roma perché ci tenevo a partecipare al debutto del film a Reggio: è emozionante poter aprire i giornali locali e vedere che si parla della Calabria bella”.

I sogni sono di tutti – ha concluso – ed è giusto che ognuno lotti per conquistarli”.