Il Festival “Miti Contemporanei”

Dal 4 all’8 novembre la IV edizione dell’evento dedicato al mito tra Reggio Calabria e provincia

Monica Guerritore
Monica Guerritore

Dal 4 all’8 novembre, teatro, musica e danza si intrecciano nel Festival “Miti contemporanei”, un evento itinerante tra Reggio, Palmi, Locri, Scilla, Bova. Spettacoli, incontri, letture e visite guidate, in splendidi luoghi legati alla storia e al mito della provincia reggina.

Giunto alla sua IV edizione, l’evento è ideato e gestito dalla compagnia reggina Scena nuda, sotto la direzione artistica di Teresa Timpano, in collaborazione con il Mibact, la Provincia di Reggio Calabria e i comuni coinvolti.

Un programma ricco che si snoda tra il Museo Archeologico e il Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, il Castello Ruffo di Scilla, la Casa della Cultura di Palmi, la Casa della Musica a Bova, e ancora il Museo Archeologico di Locri e il suo Teatro comunale. Siti storici e archeologici, borghi suggestivi, che saranno valorizzati attraverso un apposito percorso di visite guidate, in occasione degli spettacoli. Un modo per scoprire il territorio, ma soprattutto, sostiene la direttrice, “un cammino di scoperta sulle tracce del Mito, un percorso semplice di ricerca e studio attraverso le rielaborazioni drammaturgiche contemporanee con un focus sulla natura dell’uomo nella sua complessità”.

Un cartellone di prestigio che ospita due prime nazionali: “Black Lights”, della Compagnia di danza Abbondanza/Bertoni, selezionata attraverso il bando nazionale “Ritorno a te stesso” indetto proprio dal Festival in occasione dell’edizione 2015; e “Odissea. Nessuno ritorna” di Matteo Tarasco, produzione GTS Teatro Quirino di Roma, dove, attraverso le donne di Ulisse, Circe, Nausicaa, Calipso, si snoda il racconto dell’ossessione amorosa che si fa “viaggio nell’intimità del dolore, nella fragilità dell’eroe”, spiega il regista.

Ed i volti femminili sembrano proprio essere protagonisti di questa edizione del Festival. Forse perché, seguendo sempre le riflessioni di Tarasco, “mettere in scena il mito dal punto di vista femminile vuole essere un tentativo di raccontare l’odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso”. Figure ambigue, ossessive, perdute, come la “Pasifae, madre di un Minotauro”, della compagnia Scena Nuda, cui presta la sua carica e il suo fascino la stessa Teresa Timpano, accompagnata dal Trio d’archi dell’Orchestra “Francesco Cilea”; nonché la “Medea”, di Corrado Alvaro, un estratto della produzione Officine Joniche delle Arti-Globo Teatro Festival, con una dirompente Maria Milasi, altro volto noto del teatro calabrese. E ancora, per la prima volta in Calabria, “L’Âge mûr nié, lettere di Camille Claudel”. Da uno studio sul mito di Medusa, di Paolo Bignamini, produzione Scena Aperta, la storia della sorella del più famoso drammaturgo Paul Claudel, amante di Auguste Rodin e scultrice a sua volta, internata in una clinica psichiatrica.

Ma anche un mito maschile, un “Icaro” folle, che “ non ricorda più il motivo che lo spinge a volare”, nel testo di Salvatore Arena, interpretato da Luca Fiorino, per la regia di Filippo Gessi, produzione Scena nuda.

Grande momento conclusivo, infine, al “Cilea” di Reggio Calabria con l’attesa presenza dell’attrice, qui in veste anche di regista, Monica Guerritore con il suo “Dall’Inferno all’infinito”. Una discesa nell’intima natura umana attraverso i versi di grandi, da Dante, Leopardi, Pasolini, Morante e altri, con “il desiderio forte di sradicare parole, testi, versi altissimi dalla loro collocazione conosciuta per restituirgli un senso originario e potente”.

Il programma completo sul sito www.festivalmiticontemporanei.it