La Calabria propositiva parte dalla valorizzazione del territorio

borgorosso 10 05 2005 055Sabato scorso, 14 Maggio 2016, presso il Museo delle Arti Contadine di Pietrarotta, Guardavalle (CZ), si è tenuto un incontro sul tema “Escursionismo Botanico e Valorizzazione del Territorio – Ipotesi di lavoro e sinergie possibili” che ha visto la partecipazione di figure istituzionali, del sindaco del centro ionico Giuseppe Ussia con diversi assessori e di numerosi rappresentanti delle due associazioni che hanno promosso l’incontro, l’Associazione Punta Stilo e la Cooperativa Un orto in ogni Cuore.

Ha introdotto il Dott. Francesco Quaranta, agronomo e presidente dell’Associazione Punta Stilo, con un intervento sul tema “Turismo, territorio e servizi connessi”. L’associazione Punta Stilo, ha ricordato Quaranta, è impegnata nella valorizzazione e promozione del territorio, ritenendo cruciale il legame tra promozione dei prodotti locali di qualità e promozione e fruizione del territorio giacché i prodotti locali, in assenza di uno stretto legame con il territorio, appaiono poco competitivi rispetto alle analoghe produzioni nazionali ed internazionali. L’unicità delle condizioni climatiche e la diversità di ambienti consente produzioni di alta qualità, ma questo non sembra essere sufficiente. Per questo è importante far conoscere il territorio, tanto ai visitatori quanto agli stessi calabresi. Questo percorso richiede un lavoro di valorizzazione e creazione di servizi che permettano di viverlo, che accompagni le persone a conoscere le tante sfaccettature del nostro patrimonio storico e ambientale. L’incontro con i colleghi della cooperativa Un orto in ogni cuore, ha ribadito Quaranta, ha promosso l’attivazione di una serie di servizi ambientali, tra cui quello presentato in questo incontro, relativo alla realizzazione di percorsi botanici, ovvero l’organizzazione di una serie di escursioni in occasione delle quali turisti, famiglie, scolaresche vengono accompagnati alla scoperta del ricchissimo patrimonio floristico autoctono dei nostri luoghi, spesso a poche centinaia di metri da casa nostra. Occorre conoscere per apprezzare e amare e quindi la divulgazione diventa imprescindibile. I calabresi devono essere più orgogliosi della Calabria e conoscerla meglio.

La consapevolezza come antidoto al degrado e come leva di riscatto sociale, culturale ed economico. s caterina 21 03 2005 265

A tale proposito, – suggerisce il relatore – il libro di Giuseppe Caruso, Andar per piante tra terra e mare, escursioni botaniche sulle coste della Calabria – fornisce una dimostrazione di come sia possibile, coniugando la conoscenza ed il rigore scientifico con la passione civile, fornire gli strumenti per la valorizzazione concreta del territorio in cui si vive e si opera. Attraverso un poderoso e splendido repertorio fotografico delle aree costiere della Calabria, ricche di variegati e rari ecosistemi e di numerose piante endemiche spontanee, Caruso realizza una straordinaria ed originale operazione culturale, fornendo le motivazioni necessarie per il recupero del senso di appartenenza a questa terra bellissima e dell’orgoglio di riaffermare i migliori caratteri identitari delle comunità locali. Un recupero che si attua attraverso la conoscenza e la consapevolezza dello stato attuale delle coste, che si acquisisce percorrendo con lo sguardo e con l’emozione di continue scoperte, le immagini ed i testi delle 25 schede escursionistiche contenute nel libro. Il recupero possibile solo se si porranno in atto azioni mirate alla conservazione delle condizioni di naturalità residue ed alla loro fruizione rispettosa e sostenibile. Fruizione che dovrà tener conto, si legge ancora nel libro, della vulnerabilità ecologica intrinseca di molti siti costieri dovuta alle ridotte dimensioni che comprimono la biodiversità, alla frammentazione, alla pressione antropica e perfino ai rimboschimenti litoranei che, utilizzando specie arboree esotiche, danno vita a fenomeni di inquinamento biologico, ad una sorta di ecomostri vegetali. È dunque ancora e sempre l’uomo, ciascuno di noi, a decidere da che parte stare e a farsi carico o meno del messaggio che Giuseppe Caruso ci consegna con il suo libro e che ci mostra una natura che parla all’uomo, alla politica ma soprattutto alle nuove generazioni ricordandoci che, se è vero come è vero che l’uomo è natura, difendendo il patrimonio naturalistico esistente e ponendo in atto processi di rinaturazione, sarà possibile prospettare una società in grado di generare un reale progresso culturale e sociale ed una valorizzazione, anche economica, del territorio.

dune guardavalle 16 05 2005 077Durante l’incontro, tra gli interventi quello del Dott. Giuseppe Tallarico, agronomo e esperto di permacoltura, su temi di grande attualità come “Integrazione tra Agricoltura sostenibile, Flora locale e Turismo responsabile” parte dalla considerazione che i vitigni autoctoni di Guardavalle sono stati diffusi in diversi contesti territoriali per finalità produttive, come avvenuto anche col lavoro del Prof. Orlando Sculli che, nella Locride, da molti anni ha recuperato antichissimi vitigni, alcuni dei quali sono oggi coltivati nel Podere Forte in provincia di Siena, il cui proprietario, Pasquale Forte, si è dato l’ambizioso obiettivo di produrre il miglior vino del mondo. Ebbene l’obiettivo che sta perseguendo sarà realizzato con l’uso del patrimonio genetico viticolo calabrese e con l’impiego dei metodi dell’agricoltura biodinamica e della permacultura. Forte – ha continuato Tallarico – sta sviluppando attività produttive assieme ad altre turistico-culturali, cercando di intercettare quella domanda in crescita di quanti, nei 5 continenti, intendono condurre una vita salubre anche attraverso il ripristino del rapporto con la natura e la terra. Per soddisfare questa esigenza, intorno agli anni ’70 fu sviluppata una disciplina, la permacultura, che propone lo sviluppo di aziende modello, indipendenti dal mercato e dai finanziamenti pubblici, produttive sia in termini qualitativi che quantitativi, grazie all’impiego di metodi progettuali e di tecniche agronomiche esclusivamente naturali. Il ciclo chiuso al quale i sistemi permaculturali tendono consente anche di ridurre i costi produttivi. L’integrazione tra sistemi progettuali permaculturali, tecniche agronomiche naturali e uso di piante autoctone migliora enormemente l’ecologia dei sistemi in quanto piante evolutesi in milioni di anni in un determinato territorio hanno ridotte esigenze e maggiori capacità di resistere agli shock climatici ed a quelli determinati da eventuali parassiti o altri agenti di danno. La chiave della permacultura – ha proseguito Tallarico – è la permanenza delle produzioni e la stabilità ecologica raggiungibile attraverso l’imitazione della natura.

La stagione turistica ormai alle porte vedrà pertanto l’originale e stimolante possibilità, per residenti e turisti che trascorreranno le vacanze in questo territorio, di usufruire, ad un costo assolutamente accessibile, di un servizio di guida botanica professionale che consentirà di visitare alcuni dei siti naturalistici più interessanti dell’area costiera medio ionica apprendendo, direttamente sul campo, informazioni riguardanti ovviamente la flora autoctona, ma anche la geologia, la geodinamica dei sistemi costieri e l’ecologia dei luoghi visitati. Non mancheranno neanche informazioni sui possibili usi di gran parte delle specie osservate. Tra i siti menzionati per effettuare le escursioni, luoghi dall’indubbio fascino paesaggistico come le Dune di Borgorosso (SIC e geosito), i Calanchi di S. Caterina (geosito), i Calanchi di Sicì (geosito).

Dunque, una Calabria che unisce le sue competenze per dare un nuovo slancio al territorio!