L’arte barocca a confronto: Mattia Preti e Guercino a Taverna

Cristo risorto appare alla Madonna

Quando si parla di Taverna, splendido borgo in provincia di Catanzaro alle porte della Sila Piccola, il pensiero corre subito al suo più illustre cittadino, ossia Mattia Preti (Taverna 1613 – La Valletta 1699), da tutti conosciuto come il Cavaliere Calabrese per la nomina a Cavaliere dell’Ordine di Malta da parte di Papa Urbano VIII.

Il Preti nella sua vasta produzione pittorica, come ricorda Vittorio Sgarbi, “riparte da Caravaggio nel momento in cui la parabola caravaggesca declina e finisce la febbre che aveva contagiato tutta l’Europa pittorica”. Infatti, il caravaggismo di Mattia Preti, sostiene sempre Sgarbi, “è sempre recitato, non è mai preso dalla realtà, ma trasferito sulla scena teatrale con tutti gli effetti speciali richiesti, prediligendo le ambientazioni notturne e le luci strisciate che drammatizzano anche lo sguardo”.

In realtà, dopo le prime influenze stilistiche e il primo percorso artistico, il Preti, da esponente degli ultimi caravaggeschi, intraprende un secondo cammino estetico più legato alla maniera del Guercino. Proprio per questo, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione, il Museo Civico di Taverna, insieme al Comune di Taverna, al Comune di Cento e al Centro Studi Internazionale “Il Guercino”, ha inteso promuovere l’allestimento della 1° tappa di una mostra – un percorso esplorativo che si snoda tra il Museo e le Chiese di San Domenico e Santa Barbara, che in seguito si sposterà in II tappa proprio a Cento, cittadina natale del Guercino – dal titolo “Guercino e Mattia Preti a confronto. La nuova linea dell’arte barocca che terminerà il prossimo 16 novembre.

Questa esposizione si propone di mettere in parallelo l’opera pretiana con quindici, tra dipinti e disegni, dell’altro grande maestro del Seicento Italiano, Giovan Francesco Barbieri detto, per l’appunto, Il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666).

Seppellimento di Santa Petronilla
Patrocinio di Santa Barbara

In particolare, la mostra vuole accrescere la conoscenza dell’opera del Guercino facendo uno studio comparativo tra la grande tela  tavernese del “Patrocinio di Santa Barbara” (1688 circa) e il “Seppellimento di Santa Petronilla” (1623), sottolineando lo stretto legame tra i due pittori, durante la prima formazione artistica del Preti. È documentato, infatti, che il Preti, innamoratosi delle opere del Guercino durante il suo primo soggiorno romano come allievo presso la bottega del fratello maggiore Gregorio, decise di recarsi a Cento per conoscerlo di persona e che venne da lui accolto nella sua casa e nella sua bottega, riconoscendogli doti di grande disegnatore e pittore.

Difatti, fu proprio il Guercino a chiamare il Preti a Modena, dove, tra il 1651 e il 1652, affrescò la cupola della Chiesa di San Biagio in quanto lui non poteva esaudire la commissione dei frati carmelitani. Del Guercino, il Preti conserva alcuni tratti specifici riconoscibili nei contrasti di luce, nelle ombreggiature ampie e nei contorni vellutati. Nello specifico delle due opere messe a confronto emergono anche elementi di comunanza nella composizione, in particolare la divisione del dipinto in una parte superiore e in una inferiore e per le figure del Cristo e della Santa inginocchiata.

Una magnifica iniziativa che vede, oltre alla comparazione tra due fra i più grandi maestri dell’arte barocca italiana, l’incontro tra due territori che, interagendo fra loro in termini culturali, turistici, sociali e economici portano alla valorizzazione e alla promozione dei loro eccellenti patrimoni artistici.

Sicuramente una tappa da segnare in agenda.