Ritorna con Naima “Reggio in jazz”: dodicesima edizione al via con “Sax machine” al Teatro Metropolitano

Tre date e quattro eventi imperdibili: è il jazz (“bellezza!”) che ritorna a Reggio Calabria con la firma dei “temerari” dell’Associazione Naima, nuovamente pronti a riaccendere l’emozione della buona musica in riva allo Stretto.

Dal 25 al 27 novembre, al Cineteatro Metropolitano di Reggio, sua maestà il sax è protagonista per una attesissima dodicesima edizione.

Il titolo della rassegna è “Sax machine”: quattro declinazioni dello strumento più vicino all’animo umano, che promette emozioni profonde e ricordi da rispolverare, in momenti di necessità.

Su il sipario il 25 novembre, con Daniele Scannapieco Quartet.

Sul palco Daniele Scannapieco – tenor sax, Tommaso Scannapieco – double bass, Michele di Martino – piano e tastiere, Luigi del Prete – drums.

“Daniele Scannapieco, salernitano, è uno degli esponenti di punta della scena campana del jazz, che ha prodotto molti talenti – si legge nella locandina su cui campeggia una artistica “invasione” di sax, raffinata trasposizione di questa nuovissima edizione.

Dopo il diploma al Conservatorio Giuseppe Martucci, Scannapieco “fa parte della Salerno Liberty City Band, per poi trasferirsi a Roma. Qui conosce tra gli altri Stefano Di Battista con il quale condivide in Francia un lungo tour. Con Fabrizio Bosso fonda gli High Five. Scannapieco è uno dei migliori sassofonisti italiani. Le sue collaborazioni portano i nomi di Danilo Rea, Flavio Boltro, Dado Moroni, Greg Hutchinson, Dee Bridgewater, Giovanni Tommaso, Henri Salvador, Eric Legnini. E, ancora, Enzo Pietropaoli, Dino Piana, Roberto Gatto. Tra i suoi attuali progetti, il Daniele Scannapieco Quartet è la formazione in cui suona con il fratello Tommaso al contrabbasso, Michele Di Martino al piano e Luigi Del Prete alla batteria. Un ensemble affiatato che riserverà emozioni indimenticabili”.

Si continua il 26 novembre: Opus Trio con Ralph Moore (Ralph Moore – tenor sax, Anthony Pinciotti – drums, Giuseppe Bassi – double bass).

Ralph Moore, nato a Londra e trasferitosi a New York negli anni ’70 per studiare al prestigioso Berklee College di Boston, ha suonato e registrato musica con un incredibile elenco di musicisti: da Dizzy Gillespie a Horace Silver, continuando con Freddie Hubbard, Ray Brown, Roy Haynes, J.J. Johnson, Cedar Walton, Bobby Hutcherson, McCoy Tyner, Willie Jones III, Roy Hargrove, Tom Harrell, Todd Coolman, Benny Green, Oscar Peterson, Kenny Barron, Bill Frisell, Lewis Nash, Buster Williams, Kevin Eubanks, Don Menza, Rufus Reid, Billy Drummond, Gary Smulyan, Billy Hart, Billy Higgins, Dave Liebman, Eddie Gomez, Eddie Henderson, Marvin “Smitty” Smith;  ma anche Paul McCartney, Al Green e Stevie Wonder, solo per citarne alcuni.

Un autentico evento.

Il doppio appuntamento del 26 novembre vede sul palco il Deep Proof Quartet: Sebastiano Ragusa – sax, Andrea Militano – pianoforte, Roberto Aricò – bass, Domenico Pizzimenti – drums.

Giovani, energici, talentuosi: la band propone “un mix di standard e brani inediti che spaziano dalla tradizione più profonda del jazz sino alle sonorità più moderne, cercando di mantenere sempre viva la lezione dei grandi maestri. Musica al servizio della musica”, scrive – giustamente -Naima.

Completa il trittico Pinturas, il 27 novembre, con Roberto Ottaviano – soprano e alto sax, Nando Di Modugno – acoustic & classical guitars,  Giorgio Vendola – double bass, Pippo “ARK” D’Ambrosio –  drums and percussions.

“Spesso indicato dalla critica come ‘il miglior sopranista italiano’ ovvero «il degno prosecutore dell’opera di Steve Lacy», Roberto Ottaviano ha il quartetto Pinturas tra i suoi progetti musicali più riusciti e celebrati, pur avendone allestito numerosi – da bandleader di comprovata esperienza e spessore – insieme a tanti artisti provenienti dai più disparati luoghi del pianeta. Col sassofonista barese (al sax soprano, in particolare) tre ‘compagni di viaggio’ in note pugliesi ‘doc’: Nando di Modugno (chitarre), Giorgio Vendola (contrabbasso) e Pippo “Ark” D’Ambrosio (batteria e percussioni).

“Ecco allora che il jazz – scrive Naima – architettura musicale qui imperniata sull’insaziabile voglia di conoscere e giocare con i suoni, diventa il “pennello” veloce con cui rappresentare paesaggi e storie immaginarie: i colori costituiscono una tavolozza infinita, con dentro tutte le musiche che amiamo profondamente e che rappresentano ancor oggi l’idea di un messaggio nella bottiglia destinato a mete lontane quanto sconosciute, eppure profondamente radicato nell’archetipo del Sud”.

«Quando non sai cos’è, allora è jazz!», scriveva Baricco nel suo Novecento.

Perché il jazz è libertà: potente, improvviso. Sempre pronto a stupire.

Proprio come l’Associazione Naima, che di jazz nutre la città di Reggio Calabria da anni, riuscendo in una impresa eroica: illuminare Reggio Calabria sotto la calda stella di quella musica che, più di ogni altra, scatena i sogni.

Superfluo ricordare che l’evento rappresenta uno degli appuntamenti più importanti del panorama jazzistico calabrese.

“La rassegna non ha mai perso di vista la propria progettualità- scrivono gli organizzatori – l’idea che la musica sia una forma di espressione e un mezzo di trasformazione e crescita culturale del territorio che, per essere efficace, deve stimolare, contraddire, spiazzare. Come tutti gli anni l’iniziativa collocata a cavallo tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno mira a incentivare l’attività turistica in un periodo di bassa stagione che è  caratterizzato dalla scarsa insistenza sul territorio di  iniziative culturali apprezzabili”.

La direzione artistica è di Peppe Tuffo e il coordinamento di Antonio Maida. Scenografo Aldo Zucco, Teatro delle Rane. Il design è di Gianni Brandolino. All’ufficio stampa c’è Mario Meliadò. Il progetto grafico di Giovanna Vadala, Fotografia Marco Costantino, Carlo Laro, Fabio Orlando, Antonio Sollazzo, Aldo Valenti. Fonico Teresa Mascianà SERVICE LM Recording.

Tutte le info su http://www.reggioinjazz.it/