La nduja di Spilinga, i filetti di peperoncino al tonno di Pizzo Calabro, l’olio extravergine sinopolese e la cipolla rossa di Tropea: sono solo alcune delle eccellenze enogastronomiche calabresi approdate domenica 15 aprile a Verona in occasione della 52° edizione del Vinitaly, la più grande rassegna nazionale dedicata al vino e al cibo nostrani. Al mattino, ad aprire le danze del padiglione dedicato alla Calabria, lo chef Carmelo Fabbricatore, presidente della Federazione italiana cuochi di Cosenza, che ha sbalordito i presenti con il suo live show cooking, animato dai racconti del giornalista e scrittore gastronomico Martino Ragusa. Nel pomeriggio, dopo le incursioni di Fede e Tinto, conduttori su Radio 2 della trasmissione radiofonica Decanter, e del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, la vera sorpresa è stata la visita del giudice di Masterchef Joe Bastianich, che ha esaltato le caratteristiche di freschezza e delicatezza dei vini calabresi, in particolare dei bianchi. Dopo un sorso di Magliocco rosso e un altro di Montonico bianco, il popolare conduttore e ristoratore pluristellato si è così espresso: «I vini rossi calabresi sono ormai noti in tutto il mondo e in particolare negli Stati Uniti, ma io vivo in Friuli e quindi sono un bianchista: devo dire che i bianchi calabresi mi hanno davvero impressionato per la loro qualità, hanno grande struttura». Proprio a proposito del rapporto tra vini calabresi e Usa, i dati dell’indagine di Nomisma Wine Monitor, resi noti durante l’inaugurazione della manifestazione, rivelano come essi siano principalmente conosciuti in cinque stati nordamericani (New York, California, Illinois, Minnesota, Winsconsin); l’obiettivo, dunque, è quello di diffondere e incoraggiare l’esportazione di vini locali anche in altre zone del continente, essendo gli Stati Uniti la destinazione extra europea più importante per il comparto vinicolo con il 30% delle spedizioni totali.
Nella mattinata di lunedì 16 aprile, protagonisti assoluti dello stand calabrese sono stati i formaggi e i salumi della Sila, il cedro e il bergamotto, oltre ad un focus sulle tradizioni vitivinicole della Calabria. Alle 11, infatti, Matteo Gallello, caporedattore e responsabile dell’attività didattica di Porthos, ha ripercorso insieme al pubblico il viaggio dello scrittore Mario Soldati tra i sapori della nostra terra, con riletture di stralci del volume “Vino al Vino” dell’autore torinese; alle 12, interessante iniziativa di Magna Graecia LifeStyle volta a promuovere la candidatura a Patrimonio dell’Umanità/Unesco del caratteristico “alberello con palo secco”, un sistema di coltivazione risalente agli Enotri, oggi non più utilizzato ma che rappresenta un’innovazione unica nel suo genere per l’epoca. Successivamente, il critico enoico e storico dell’arte, Armando Castagno ha tenuto il seminario “Luce, ombre, verità e phatos nella pittura di Mattia Preti e nell’espressione dei rossi calabresi”, articolato in due momenti che hanno avuto luogo in contemporanea: uno incentrato sul percorso artistico e umano del “cavaliere calabrese” Mattia Preti, tra i più originali interpreti del linguaggio caravaggesco, e l’altro sulla degustazione sei grandi vini rossi di Calabria.
L’appuntamento è domani, con le degustazioni e i racconti a cura di esperti del settore che chiuderanno la tre giorni dedicata al nettare di Bacco e alle prelibatezze culinarie che ciascuna regione (Calabria in testa) è in grado di esprimere.