Station to station: l’arte che riabilita e unisce le città-sorelle dello Stretto

Un bunker bellico nel cuore di Reggio Calabria “restituito” alla città, un’ esposizione originale che fa dialogare la memoria con la contemporaneità dell’arte, un progetto che getta un ponte – di cultura e storia – tra le due “sorelle dello Stretto”, Reggio e Messina.

È questo, ma anche molto di più, Station to Station, realizzato da Techne Contemporary Art e Rfi – Rete Ferroviaria Italiana – Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, e appena inaugurato presso il mai aperto bunker bellico della Stazione Centrale di Reggio Calabria (visitabile fino al 31 agosto).

Una prima tappa, cui seguirà, il prossimo 8 luglio, l’inaugurazione del secondo step, presso la Stazione Marittima di Messina, alle 18.

L’anima di questa incursione dell’arte nella storia, nell’architettura e nella memoria è Angela Pellicanò, che di Techne Contemporary Art è mente e cuore.
Insieme ad Angela, per questo “viaggio” che si fregia del patrocinio del Ministero della Cultura, un gruppo di visionari, di “Artisti di passaggio” che, in questo allestimento unico, hanno portato le proprie “Opere in transito”.

Sono Grazia Bono & Giovanni Brandolino con Knightfish – Un pesce in camera doppia, Pino Caminiti con Polifemo al luna park, Ninni Donato con Qui non sbarcherà mai nessuno, Angela Pellicanò con Sciafilia, Felipe Perez con You are not what you seem, Francesco Petrone con 33′ | Inizio | LockNow, Lucia Ragni con Senza Titolo, TechneLab con 50persone, Zeroottouno con Italia e Mustafa Sabbagh con anthro-pop-gonia.

“Un viaggio da fermi – lo ha definito chi lo ha immaginato e poi realizzato – in luoghi per antonomasia preposti al viaggio, dove ciascun artista invitato esprime il bisogno di connessione con i mondi, necessariamente al plurale, con la consapevolezza di essere immerso in un sistema di relazioni che improvvisamente si è scoperto fragile, nel quale i rapporti interpersonali sono stati messi in discussione e i metodi classici della diffusione sono stati vincolati in una gabbia di limitazioni, distanziamenti, chiusure e aperture, deboli e labili”.

 

Le location e l’arte delle vite in transito

Location a dir poco uniche: il bunker della stazione reggina non era mai stato aperto prima. Un luogo che per la prima volta riemerge e si fa conoscere, all’insegna di un dialogo filtrato attraverso l’arte.

Nicchie, porte stagne di metallo e ciò che servì per la sopravvivenza sotto le incursioni della seconda Grande Guerra, restano a dialogare con l’oggi, esaltati da ombre e risonanze che ne riportano a galla la consistenza e la plasticità, di vite trascorse, di storie sopravvissute.

“Due città che hanno in comune la paternità delle stazioni – scrivono gli organizzatori – quell’Angiolo Mazzoni che, durante il Ventennio, progettò numerosi edifici ferroviari lungo l’intera Italia. Due strutture inaugurate alla fine degli anni trenta con enfasi propagandistica, a voler dimostrare la potenza di un Impero che cancella trionfalisticamente le ferite lasciate aperte dal sisma del 1908; il tutto, alla soglia della devastazione della Guerra.
Oggi due di questi edifici-monumento, prodotto dell’estetica futurista influenzata dall’ideale della velocità e vittime di una damnatio memoriae che li ha visti capri espiatori dei nostri stessi comportamenti antiumani, diventano contenitori di un progetto di arte contemporanea che innesta le sue radici sulla vivifica capacità di riadattamento, di reinvenzione, di restituzione alla memoria di luoghi che non sono mai stati aperti – il Bunker della Stazione di Reggio Calabria Centrale – o che sono stati volutamente chiusi – il Salone dei Mosaici della Stazione Marittima di Messina. Il prolungamento delle linee ortogonali semplici e dirette, tipiche dello stile architettonico futurista e metafisico di Angiolo Mazzoni che le ha progettate assecondando le esperienze del Razionalismo tedesco, ne ha valorizzato le strutture essenziali, intersecando la linea d’orizzonte dello Stretto e dilatando lo spazio reale e la sua percezione, fondendo idealmente in un unico agglomerato umano le due grandi città sorelle, nel bene e nel male, di Reggio e di Messina”.

Come negli intenti di chi ha immaginato questa esperienza tra storia e arte, “Messina e Reggio Calabria sono come due facce della stessa medaglia, unite da un destino comune che hanno condiviso anche nei momenti più tragici: l’una porta di accesso all’isola più grande del Mediterraneo, l’altra punto di approdo nel Continente”.

 

Risonanze d’arte: la musica e le date

Una rassegna di musica elettronica con cinque performer reggini accompagnerà l’esposizione. Ecco le date: 16 luglio SERGIO TOMMASINI in “IN THE DARK”; 22 luglio ALEX PERDIDO in “ASCENSION”; 5 agosto MATTEO SCARCELLA – ANTONIO FRENO in “PERSISTENCE”; 26 agosto TRICE in “ISTANTE”; BIAGIO LAPONTE eseguirà una performance nell’atrio della stazione utilizzando i rumori dell’ambiente.

Ad inaugurare la prima parte dell’esposizione sono stati Sergio Stassi (Direttore territoriale RFI – Rete Ferroviaria Italiana) e Andrea Destro (direttore di produzione area SUD RFI – Rete Ferroviaria Italiana). Con Angela Pellicanò, ideatrice e direttrice per la sua Techne Contemporary Art.

Tanti i patrocini: Città Metropolitana di Reggio Calabria, del Consiglio Regionale della Calabria, della Regione Sicilia, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia Di Reggio Calabria, dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e del dArTe (Dipartimento Architettura e Territorio Università Mediterranea di Reggio Calabria). E l’importante “sì” del Ministero della Cultura arrivato da Dario Franceschini.

Il messaggio

Una “saldatura reciproca, pianificata o spontanea, di centri abitati in un’unica area urbana dovuta alle mutue interazioni sociali, territoriali, economiche, alla crescita della popolazione residente e all’espansione urbana”: tecnicamente si definisce così la conurbazione.
È quel processo di cui si parla da decenni, quando si pensa a Reggio Calabria e Messina: due città separate (o unite?) solo da una manciata di chilometri di mare e accomunate da un’anima profondamente affine.

Può l’arte, con un processo naturale come una osmosi, un travaso di emozioni e visioni, riuscire a conurbare – nel senso più nobile del termine – queste due città?

Di fatto è già successo, a nostro parere, con il progetto “Station to station”.
La citazione dall’album di David Bowie del 1976 – e che dà il titolo a questo autentico evento – riassume al meglio il suggerimento di un percorso: “Riaperture, ricongiungimenti. Da Stazione a Stazione”. Il viaggio, le sue tappe, in un dialogo d’arte che stimola domande e accarezza l’anima.

Quando

A Reggio e a Messina la mostra sarà fruibile negli orari 9-13 e 15-18 (ultimo ingresso); ingresso libero e contingentato in ottemperanza alle norme anti-Covid, l’esposizione sarà chiusa il lunedì.