La Calabria non è soltanto mare ma anche un sorprendente polmone verde grazie ai suoi 3 parchi nazionali che presentano ecosistemi molto diversi l’uno dall’altro, dando vita a paesaggi affascinanti, ora fiabeschi, ora selvaggi, ora quasi lunari.
Questa volta la nostra meta è il Parco Nazionale del Pollino, spingendoci al confine con la Basilicata, per vivere un’esperienza magica, alla riscoperta di un patrimonio naturale avito, spesso sconosciuto ai più.
Grazie al centro escursioni Infopollino di Vigianello, ci siamo spogliati dei nostri abiti urbani e indossato il waders (tuta con stivali utilizzata dai pescatori) per calarci nelle acque del fiume che nasce come Mercure in Basilicata per entrare nel territorio calabrese presso i centri di Laino Borgo e Laino Castello mutando il nome in Lao. Ne abbiamo risalito un tratto controcorrente, abbracciati da una vegetazione sorprendente, che ci ha rapito con i suoi colori, fruscii, suoni. Una natura che parla nell’assoluto silenzio, che vocifera di bellezza, storia, possenza.
Ad accompagnarci in questa avventura, battezzata Acquatrekking, è stata una scrupolosa guida del gruppo Infopollino, innamorata del territorio e della sua storia che, con la sua competenza e professionalità, ha arricchito la nostra passeggiata di dettagli relativi alla flora e alla fauna fluviale, delle abitudini rurali legate all’uso responsabile e sostenibile dei frutti della natura, contagiandoci con la sua trascinante passione, pari alla forza della corrente del fiume.
Un vero e proprio “meta racconto”, in un itinerario calamitico che è facile ridefinire “percorso di benessere multisensoriale”. Una Spa dell’anima in cui è possibile fare, in modo spontaneo, pressoterapia e idromassaggio, godendo al contempo dell’energia che trasmette lo scroscio dell’acqua, una musica dall’effetto zen, capace di rigenerare, rilassare, riconciliare.
Il mantra di questo percorso del benessere è il rispetto dell’ecosistema. A ricordarcelo i piccoli abitanti del fiume come i girini, le rane e gli organismi microscopici che stanziano sotto le rocce e che rappresentano un indicatore della qualità dell’acqua (quella del Mercure – Lao non è inquinata, ne abbiamo avuto prova).
E ancora lo spettacolo delle gigantesche orecchie di elefante (alocasia), che crescono rigogliose sulla sponda del fiume, una volta utilizzate come packaging ecosostenibile, secondo il racconto della nostra guida e che ancora oggi trovano impiego in fitoterapia.
Archi di vegetazione lussureggiante, tronchi che creano improvvisati supporti per favorire il passaggio delle rapide, alberi che come sentinelle si innalzano a protezione delle sponde del fiume, il percorso di acquatrekking è un’esplosione di vita, natura, emozioni.
Un percorso suggestivo da ricordare. Per me è stato così. Da una improvvisa e casuale deviazione dall’itinerario turistico programmato, si è trasformata in una tappa sbalorditiva, una scoperta sorprendente, tanto da voler condividerla con i lettori di Yes Calabria. Non avendo il block notes con me, tutto quello che ho scritto proviene dalle suggestioni della memoria. Non sono riuscita a ricordare i nomi scientifici dei maestosi alberi né tantomeno della fauna acquatica, ma il gorgoglio dell’acqua, l’energia del contesto continuo a portarli dentro di me, così come la bellezza straordinaria di quei luoghi.
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