Guardia Piemontese, isola di lingua d’Oc in Calabria

guardia4La lingua del fin’amor” (o “amor cortese”), cantato dai trovatori medievali, sopravvive anche in Calabria, nell’isola linguistica occitana di Guardia Piemontese (La Gàrdia), comune di 1600 anime, in provincia di Cosenza. Conosciuta semplicemente come occitano, questa lingua di matrice indoeuropea, o gallo-romanza, appartiene al gruppo occidentale delle lingue neolatine ed è nota anche come lingua d’oc o provenzale. La sua diffusione, ancora oggi, si registra prevalentemente in alcune regioni del sud della Francia (Provenza-Alpi-CostaAzzurra, Linguadoca-Rossiglione, Midi-Pirenei, ecc.) e nelle “Valli occitane” di Piemonte e Liguria. 

In Calabria, la piccola comunità occitana di Guardia Piemontese deve la sua origine all’esodo dei valdesi che, tra il XII e il XIII secolo, lasciarono le valli piemontesi per sfuggire alle persecuzioni dell’Inquisizione. C’è anche, però, chi sostiene un’altra tesi, secondo la quale si trattò di una migrazione economica verso la Calabria, databile intorno alla prima metà del XIV secolo, la cui causa fu la sovrappopolazione dei territori da cui essi provenivano.

Certo è che in Calabria, questi vissero in pace fino alla metà del secondo XVI, quando nei loro confronti fu ordita una violenta persecuzione, di cui ancora oggi si parla con orrore. Dopo la loro adesione alla Riforma protestante, infatti, la Chiesa di Roma decise che i valdesi del Piemonte e della Calabria dovessero essere letteralmente annientati, con ogni mezzo, senza alcun ritegno.

La Torre di Guardia
La Torre di Guardia

Il 5 giugno del 1561, quindi, iniziò la repressione, durissima, anche nel piccolo borgo di Guardia Piemontese, che durò undici giorni e non risparmiò nemmeno i bambini. E’ stato calcolato che furono oltre duemila le persone barbaramente trucidate, sgozzate, arse vive, in quelle tremende giornate. Fu così tanto il sangue che scorse per i vicoli e le strade, che la porta principale del paese e la piazza antistante furono, a futura memoria, denominate “Porta del sangue” (Pòrta dal Sang) e “Piazza della strage”.

Dopo quella feroce mattanza, la popolazione di Guardia fu sottoposta a regime di sorveglianza, per verificare se le conversioni, cui i superstiti erano stati costretti, fossero vere o di facciata. Ma molti dei suoi abitanti scelsero di scappare e di rifugiarsi nelle valli piemontesi, proprio nei luoghi da cui i loro antenati, qualche secolo prima, erano emigrati.

Nella Giornata della Memoria
Nella Giornata della Memoria

Dal 2008, ogni 5 giugno, si celebra la Giornata della Memoria, in ricordo di quei tragici fatti, ma anche per affermare il valore della tolleranza e del dialogo interreligioso. Le radici occitane e valdesi della comunità, comunque, trovano espressione, nell’arco dell’anno, in varie iniziative ed eventi culturali (Festival della Musica Occitana, Settimana Occitana, Settimana Occitana “Migrazioni”), oltre che in luoghi ad esse appositamente dedicati.

Adiacente alla “Porta del sangue”, infatti, si trova il Centro di Cultura “Giovan Luigi Pascale”, con l’annesso museo e la biblioteca valdese. Un centro di documentazione sulla storia dei Valdesi in Calabria, inaugurato nel 1983 in occasione del gemellaggio tra Guardia Piemontese e Torre Pellice (TO),  dove è possibile visionare anche alcuni video sull’eccidio del 1561.

Dopo una visita al Centro di cultura valdese, chi giunge a La Gàrdia può ammirare la Torre di Guardia, risalente all’anno mille, il Museo della Civiltà Contadina, la Chiesa del SS Rosario (ex Convento domenicano), la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, la Roccia di Val Pellice, lastrone di roccia alpina collocata a specchio nella Piazza “Chiesa Valdese” (così denominata perché un tempo vi sorgeva il Tempio valdese), su cui si legge il seguente verso del Profeta Isaia (51.1): «Considerate la roccia da cui foste tratti».

Guardia Piemontese, a parte la sua storia e le sue tradizioni, è oggi anche un importante centro turistico balneare e termale.