Si arricchisce la rete di collaborazioni del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria con prestigiosi istituti di cultura e di formazione nel territorio reggino. Obiettivo, lo sviluppo condiviso di progetti di ricerca scientifica, di formazione culturale e professionale e di conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico museale.
Il MArRC è il primo istituto museale ad aderire al Progetto “Arte e Fede”, promosso dalla Diocesi di Locri-Gerace, nella persona del vescovo, monsignor Francesco Oliva, nell’ambito dell’Accordo concordatario (dei Patti Lateranensi) tra la Repubblica Italiana e la Città del Vaticano per la “reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese” e dell’Intesa siglata dal MiBACT con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la tutela dei beni culturali ecclesiastici.
Il progetto, finalizzato alla conoscenza, restauro e valorizzazione dei beni artistici e culturali di interesse religioso, coinvolge Università e Accademie di Belle Arti e di restauro su tutto il territorio nazionale (da Trento, Milano, Roma, L’Aquila, Napoli, a Catanzaro e Reggio Calabria), insieme alla Regione Calabria, al Segretariato regionale della Calabria del MiBACT, le Soprintendenze per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia e per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Il Museo partecipa al progetto attraverso la condivisione di attività di promozione, studio, conservazione e restauro di manufatti storico-artistici d’interesse sacro e religioso.
Tra le attività in sinergia, anche l’organizzazione di un “cantiere di restauro” aperto al pubblico, nello spazio di Piazza Paolo Orsi, per circa tre settimane, fino al 5 febbraio 2020 (i lavori sono iniziati da qualche giorno). Cinque studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (Maddalena Asia Farina, Francesca Giovine, Francesca Ventriglia, Katia Ochoa Rodriguez, Valeria Crispino), coordinate dall’esperto restauratore Giuseppe Mantella, responsabile del progetto “Arte e Fede”, con la sua assistente Luana Surace, saranno impegnati nel restauro di stucchi normanni di arte sacra presenti nei depositi della collezione del MArRC, in particolare provenienti da Santa Panaghia di Rossano e da Santa Maria di Terreti, stilisticamente collegati, per tipologia, a frammenti della collezione della Cittadella Vescovile e del Museo Civico di Gerace. I funzionari restauratori del MArRC Virgilio Vecchio e Barbara Fazzari sono rispettivamente il responsabile della procedura e il direttore dei lavori.
Nell’ambito della Convenzione tra il Dipartimento Patrimonio, Architettura, Urbanistica (PAU) dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, diretto dal professore Tommaso Manfredi e il MArRC, siglata con il direttore del museo il 13 gennaio scorso, è stato avviato un progetto di ricerca sperimentale, destinato alle attività di rilievo del Kouros di Rhegion, finalizzate a un percorso di studio e di ricerca che condurrà all’elaborazione di una tesi di laurea.
Lo studente Fabio De Stefano ha realizzato i rilievi, tramite scansioni laser e fotomodellazione – realizzate grazie alle strumentazioni laser ad alta precisione in dotazione del Laboratorio DIMORA&CO del Building Future Lab dell’Università Mediterranea – con il coordinamento del professore Domenico Mediati e del dottore di ricerca Andrea Marraffa.
Le attività si sono svolte con la collaborazione della dottoressa Fazzari e della collega dottoressa Daniela Costanzo, funzionario archeologo al MArRC.
Il lavoro di ricerca per la tesi si inserisce in un più ampio progetto di studio e di valorizzazione del patrimonio archeologico del MArRC e prevede l’uso delle più avanzate tecnologie, anche di divulgazione scientifica, per la fruizione critica e interattiva dei beni culturali ivi custoditi.
Saranno proposte esperienze di edutainment (educational entertainment: educazione attraverso l’intrattenimento), per promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle opere di maggiore rilevanza, coinvolgendo ragazzi in età scolare e prescolare e persone con diversa abilità sensoriale.
«Tra gli obiettivi – ha commentato Fazzari – vi è la messa a punto di un protocollo sperimentale replicabile e la riproduzione tridimensionale di un prototipo di Kouros (capolavoro della statuaria greca antica della collezione museale) nell’ambito di un progetto di valorizzazione e di fruizione con una sensibilità verso gli utenti non vedenti e ipovedenti». Il modello tridimensionale di Kouros, che sarà realizzato in dimensioni naturali, infatti, potrà essere destinato, tra l’altro, a percorsi di visita tattile.
Intanto proseguono gli incontri al museo, realizzati in collaborazione con il Centro Internazionale Scrittori della Calabria. Domani, 23 gennaio, appuntamento alle ore 17.30, in Sala Conferenze, con il professore Pasquale Amato, docente di Storia all’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, componente del Comitato scientifico del CIS e responsabile della Sezione Storia, che interverrà sul tema “La Città Metropolitana: che fare e con quali priorità”. Introdurranno: il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, e la presidente del CIS della Calabria, Loreley Rosita Borruto.
«Approfondirò il ruolo decisivo della Città Metropolitana, individuando le priorità affinché se ne diffonda la consapevolezza nei 97 comuni dell’area reggina», è l’anticipazione di Amato.