Il nuovo spirito dell’Aspromonte

Conscious, cioè vivere ed avere un atteggiamento consapevole nei confronti di quello che ci circonda sia che si tratti di persone sia che si tratti della natura. È questo il primo aggettivo che viene in mente conoscendo Nicola Casile, guida ufficiale del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Già rapper dalla metrica sbalorditiva, che se non si avesse la certezza del testo italiano si penserebbe stesse cantando in patois giamaicano, ha un passato artistico all’interno del gruppo reggino Kalafro Sound Power. Cosa ha trasformato un promettente artista in una guida?
“Ho fatto musica per gran parte della mia vita perché come dice ‘O Zulù dei 99 Posse: io non ce la faccio a non essere niente. Sentivo quindi l’esigenza di trasformare il mio impegno e dare ad esso un senso artistico, e così è stato per quasi vent’anni. Poi però ho focalizzato la mia attenzione sui miei ritmi di vita, sui miei entusiasmi e sulle mie ansie e la musica non riusciva più a soddisfare queste necessità.”. Ed è in questo momento, di crescita e maturità, che fa il suo ingresso, o meglio il suo ritorno, la montagna, la nostra montagna, l’Aspromonte. “Fin dall’età di quattro anni coltivo la passione del camminare ed esplorare le aree circostanti, avevo quindi un piccolo patrimonio di conoscenza e l’opportunità di fare parte di un’associazione come il GEA (Gruppo Escursionisti d’Aspromonte) che è stata la prima, nella metà degli anni ’80, a segnare dei sentieri in Aspromonte quando questa montagna era conosciuta per questioni decisamente meno turistiche”. Aggiunge Nicola Casile “la mia è stata una transizione si può dire fisiologica perché ho capito che preferisco vivere di giorno che di notte come invece impone la vita da musicista. Ho provato quindi ad organizzare le prime escursioni, ma ero ancora troppo immerso nelle faccende musicali, successivamente ne ho organizzate altre e ho riscoperto una grande emozione ma soprattutto ho vissuto tutto da un punto di vista completamente diverso. Anche nell’escursione ho voluto trovare un senso politico e sociale che per me vuol dire riconoscere il valore di un patrimonio storico, culturale, ambientale e territoriale che possa rappresentare almeno un briciolo di orgoglio e di identità. Grazie alle escursioni ho trovato anche un riconoscimento sociale perché posso finalmente dare un contributo alla mia terra”.
Fra le sfide che Nicola Casile porta avanti c’è quella di dare nuova linfa vitale al GEA, coinvolgendo escursionisti e appassionati più giovani avvicinandoli e facendo loro scoprire l’immenso patrimonio naturalistico della nostra provincia e non solo. Ragazzi e amici che condividono il camminare e la riscoperta del territorio. Nicola Casile è anche autore dell’opera “Diario di un Trekking sul Sentiero del Brigante-In cammino tra Aspromonte e le Serre” edito da Kaleidon. Come suggerisce il titolo si tratta del diario di un trekking percorso insieme ad un gruppo di oltre quaranta escursionisti provenienti da tutta Italia, nell’estate del 2014, lungo i 120 chilometri del cosiddetto Sentiero del Brigante che parte da Gambarie d’Aspromonte per arrivare a Serra San Bruno e Bivongi in un alternarsi di paesaggi montani e rurali che svelano la montagna in tutte le sue contraddizioni e nella sua bellezza. “Constatare lo stupore, la meraviglia di queste persone e dover inventare sempre nuove risposte alla domanda «Perché non riuscite ad avere un ritorno economico da questo patrimonio?» mi ha portato a scrivere questo diario e parlare di un’esperienza che mi ha coinvolto emotivamente moltissimo. Più andavo avanti nella descrizione e più questo diario prendeva la forma di un libro vero e proprio.”.
L’escursione rappresenta, sicuramente, un modo totalmente diverso e paradossalmente più intimo per conoscere le persone. Si condividono circa sette ore di cammino, vivendo esperienze all’aria aperta entrando in contatto con i compagni di camminata in maniera del tutto diversa da quello che può essere l’approccio filtrato dal contesto urbano. Si pranza insieme, a volte in maniera frugale, altre volte gustando prodotti offerti dai pastori quali ricotta, salame o, se si cammina dalle parti di Bova, o comunque nell’area grecanica, si può mangiare la musulupa, un formaggio quasi mitologico che prende forma dal suo contenitore, la musulupara. L’escursione può anche essere declinata con un pranzo vegano grazie all’ampia scelta di ortaggi biologici, domestici e ovviamente a km0. Il trekking invece si sviluppa in più giorni e rappresenta il vero concetto di ecoturismo, una pratica sostenibile che dovrebbe essere sostenuto, promosso e incentivato dalle amministrazioni competenti e degli stakeholders, i portatori di interesse, le comunità locali.
“Se da qui ce ne andiamo tutti almeno dobbiamo farlo sapendo che delle potenzialità esistono nella nostra terra e che questa decisione l’abbiamo presa consci di tutto ciò, la cosa più triste è decidere di andarsene come se fossimo figli del nulla.”
È di recente pubblicazione il programma escursionistico 2016, per conoscerlo e basta collegarsi sul sito www.gea-aspromonte.it, sulla relativa pagina facebook o sul profilo di Nicola Casile.